LA TERRA TREMA ANCORA: SISMA DI MAGNITUDO 7.7 NEL SUD DEL CILE
Nel giorno di Natale la popolazione delle aree costiere è stata evacuata per scongiurare i danni di un possibile tsunami
La Terra sembra non voler concedere tregua, nemmeno in questi giorni di festa. Alle 11:22 locali di domenica scorsa (ora italiana 15:22) un violento terremoto, di magnitudo 7.7, ha scosso il sud del Cile, sorprendendo migliaia di famiglie nel corso del tradizionale pranzo natalizio. Secondo l’Istituto geofisico americano (Usgs) appena 21 minuti prima un’altra scossa, di intensità pari a 5.4 gradi della scala Richter, avrebbe colpito l’area settentrionale del Paese, a 1.480 km dalla capitale. L’epicentro della scossa più devastante è stato invece individuato a 45 km da Puerto Quellon, a una profondità di 15 km sotto il livello del suolo. L’Usgs ha localizzato l’ipocentro (punto di frattura della crosta terrestre) tra i 30 e i 40 km di profondità, mentre il Centro sismologico cileno ha parlato di soli 20 km. La seconda ipotesi spiegherebbe la forte intensità del sisma, testimoniata dagli agghiaccianti filmati amatoriali che in queste ore stanno facendo il giro della rete.
Le autorità cilene hanno temuto per tutta la giornata che il terremoto potesse causare uno tsunami, come già accaduto nel 2010 quando, dopo un sisma di magnitudo 8.8, un violento maremoto uccise più di 500 persone, e il 16 settembre di quest’anno, che registrò la morte di 15 persone dopo un terremoto di 8.3 gradi e uno tsunami. L’Agenzia cilena per le emergenze ha disposto l’evacuazione delle aree costiere di Los Lagos, Biobio, Ayesen e Los Rios negli istanti immediatamente successivi al sisma dato che, come spiegato dal direttore della Protezione civile Alejandro Verges, le onde anomale (da 30 cm fino a un metro di altezza) si verificano generalmente a un’ora dal sisma. Fortunatamente, ciò non è avvenuto. Qualche ora dopo il servizio idrografico e oceanografico del Cile ha revocato lo stato di allerta, divulgando sul sito ufficiale il seguente comunicato: “Stando alle informazioni raccolte da stazioni a livello del mare, alle evoluzioni dell’onda tsunami e alle rilevazioni di campo, si annulla completamente lo stato di precauzione per lo tsunami e si stabiliscono condizioni normali su tutto il territorio nazionale”. I circa 4mila abitanti evacuati sono rientrati nelle rispettive abitazioni già intorno alle 17:30 italiane.
Ricardo Toro, capo dell’Agenzia nazionale per le emergenze, ha assicurato l’assenza di vittime e feriti. Le scosse hanno tuttavia causato ingenti danni agli edifici e, soprattutto, alle reti autostradali. Il Cile, essendo una delle zone più sismiche del mondo, si ritrova periodicamente a dover fronteggiare terremoti di potenza inaudita: pare che l’80% dei movimenti tellurici si concentri in corrispondenza dello Stato sudamericano. Il 22 maggio 1960 si verificò proprio nei pressi di Valdivia, cittadina nel sud del Paese, il sisma più devastante di tutti i tempi, con intensità pari a 9.5 gradi della scala Richter. Si contarono allora ben 3mila morti, in un’area già scarsamente popolata. Le scosse di assestamento durarono fino a un anno dopo il tragico evento, provocando un maremoto che si estese fino alle isole Hawaii e alle Filippine.
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