LA VENDEMMIA

Percorsi Di-Vini

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La natura ha i suoi tempi… da sempre, ma siamo riusciti a conviverci ed in molti casi a far diventare questo tempo immutabile, un valore aggiunto, per dare vita a prodotti unici che con dedizione, passione, perseveranza e caparbietà sono arrivati a compimento. Il mondo del vino è la massima rappresentazione di tutto ciò.

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Fin da epoca romana il momento della vendemmia, proprio di questo periodo dell’anno, era considerato un momento di festa importante, in quanto, da quel momento si sarebbe generato un nettare capace di far fronte a più esigenze. Difatti poteva divenire merce di scambio con altri popoli, oppure presentarsi sulle tavole imbandite degli Imperatori e dei nobili, oppure dare sollievo ad un popolo oppresso dai problemi quotidiani; insomma si sarebbe generato un prodotto a “tutto tondo” che avrebbe messo tutti d’accordo.

Con il lento scorrere dei secoli, cambiarono le abitudini; pertanto, divenne sempre più un vero momento di festa in famiglia, in azienda, ovunque, ci si poteva trovare intorno ad un tino, dove giovani donne e bambini gareggiavano per spremere con i piedi le uve accatastate.

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Agli uomini veniva relegato il compito di trasportare i pesanti contenitori colmi di uva ed altri lavori cosiddetti “di fatica”, anche se pigiare per ore le uve nei tini non era certo una passeggiata goliardica… le donne anziane del gruppo si preoccupavano di raccogliere i grappoli delle uve e preparare le pietanze per il gruppo. Erano giorni di vera festa, di condivisione puntuale degli obiettivi, il risultato tutti lo conoscevano e tutti lo condividevano. Ognuno si caricava di parte della fatica per sostenere con il proprio corpo uno sforzo importante che coinvolgeva interi nuclei familiari e che avrebbe portato ad una gratificazione, per così dire, annuale… sì, perché bisognava e bisogna attendere un intero anno per poter arrivare alla vendemmia. Anni a volte difficili, per siccità, per calamità naturali, per problemi familiari, per difficoltà fisiche, mentali, economiche, pertanto arrivare a vendemmiare voleva dire aver superato un anno di ostacoli ed era giusto vendemmiare con la fierezza negli occhi ed il sorriso sul volto.

In questo periodo siamo già in vendemmia in alcune regioni del sud, in quanto le uve arrivano a maturazione prima per via del clima più caldo, mentre nelle regioni del nord siamo partiti da poco oppure in procinto di farlo. Ormai non si pigia più l’uva con i piedi né con l’uso del torchio; la tecnologia ha preso il sopravento e vengono impiegati apparati di ultima concezione. Nelle aziende non si festeggia come un tempo a suon di balli e canti, sicuramente in alcuni casi è sempre una festa ma generalmente ci si ritrova intorno ad un tavolo a vendemmia ultimata.

Diverse Aziende hanno creato dei momenti di convivialità proprio durante la vendemmia, andando a coinvolgere gli avventori nelle fasi del lavoro, dalla raccolta delle uve, alla pigiatura, al pranzo intorno ad un tavolo, magari al riparo dal sole sotto la vigna. Ecco, questo è il genere di esperienza che raccomando a tutti perché è il vero modo di comprendere cosa significa vendemmiare e perché da secoli avviene questa pratica. Provare l’emozione di veder nascere qualcosa sotto i nostri occhi, sentire i profumi del mosto, provare la fatica sulla propria pelle, ed a fine serata sentirsi pienamente stanchi, quasi distrutti ma assolutamente gratificati non ha eguali. Se poi a distanza di mesi riusciamo anche a degustare quel buon vino prodotto con le nostre mani, abbiamo ottenuto l’impossibile. A quel prodotto daremo un valore fuori mercato perché sarà stato in grado di farci riavvicinare alle nostre origini. Ecco cosa provano i nostri amati Produttori ogni anno.

Buona vendemmia e buona degustazione!

Carlo Dugo

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