LA VITTORIA DEGLI SCONFITTI

Tra la gente. Analisi delle emozioni, dei dolori e dei sentimenti che hanno portato gli italiani a pronunciarsi in favore del NO

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Il popolo italiano ha deciso che la riforma della Costituzione Italiana non si doveva fare. Non in quel modo perlomeno. Seguiranno tavole rotonde e porte aperte ai dietrologi, ai politologi, ai sociologi. Verranno proposti scenari e tutto quel che consegue. Ma io cerco di leggere oltre i numeri, oltre le statistiche e di arrivare al cuore delle emozioni di chi ha votato contro.

Sarà ad esempio un caso che la regione che ha espresso il maggior numero di NO sia la Sardegna? L’isola della Costa Smeralda si, ma anche di Carbonia, del Sulcis, l’isola dimenticata dalle industrie, dalla crescita, l’isola degli sconfitti, isolati dallo Stivale. E poi la seconda regione è la Sicilia. Possiamo dirci davvero stupiti? In generale il sud ha espresso contrarietà, e sì, qualcuno dirà che è stato un voto di pancia, un moto di protesta, ma dove è il torto degli elettori in questo caso? Hanno sbagliato gli abitanti di Taranto, con l’Ilva che produce morti ed acciaio nonostante le promesse di Renzi?

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Hanno torto gli abitanti della Basilicata o gli abruzzesi? Quando è che le ultime ruote del carro hanno avuto la possibilità di farsi valere, anche solo contrastando il progetto di una politica che li cerca solo quando necessita di una spinta? Il sud la spinta non l’ha mai avuta, quindi chi parla di voto di protesta forse dovrebbe conoscere da vicino la mancanza di speranza, come si sta a sentirsi ignorati da chi ci dovrebbe tutelare. Ed ancora per lo stesso motivo non dovrebbe stupire se per il NO hanno votato i giovani, in maggioranza le persone sotto i 30 anni. Chi si vede scippare il futuro, in favore di caccie al tesoro elettorali non può accettare che nulla cambi per i più deboli. Per quale motivo ci si attendeva un esito favorevole dalle generazioni a zero futuro? La gente vuole risultati concreti non eterne ripartenze, ed i giovani non hanno dimenticato il Jobs act, le lotte e le manifestazioni che non hanno portato a nulla.

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A Roma i cittadini hanno votato contro la riforma, tranne nei municipi I e II, gli unici due governati dal PD. Altrove ha prevalso la ragione che ha portato alla vittoria del M5S alle ultime elezioni amministrative, ha prevalso la sfiducia, la necessità e la voglia di provare a cambiare, ma in modo diverso. Hanno prevalso le emozioni, il ragionamento con lo sguardo rivolto al passato, la voglia di far vedere che anche gli ultimi possono contare qualcosa. Questo referendum ha segnato la vittoria degli sconfitti, dei dimenticati, di un popolo che ha voluto dire la sua senza alzare la voce e senza ascoltare il canto delle sirene. Non sono serviti i dati sull’Europa che cresce, perché se non crescono le possibilità personali allora si perde il senso della propria vita. La storia la fanno i vincitori, ma quando i vincitori sono gli eterni sconfitti allora c’è la possibilità che la storia prenda una direzione meravigliosamente diversa.

Paolo Varese

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