LEGGE ANTI-LGBT: VON DER LEYEN CONTRO L’UNGHERIA
La Presidente della Commissione: “Legge vergognosa. Useremo strumenti a disposizione”
La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha rilasciato dure dichiarazioni contro la nuova legge anti-Lgbt approvata in Ungheria, che dice, tra le altre cose,che “film, informazioni, pubblicazioni Lgbt non possono essere più mostrati ai giovani al di sotto dei 18 anni perché avrà conseguenze sullo sviluppo fisico e morale dei minorenni. Praticamente omosessualità e transessualità vengono poste allo stesso livello della pornografia”, come spiegato dalla stessa Von der Leyen, che ha definito la norma ungherese “vergognosa”, e la ritiene un “pretesto per discriminare”. Dal punto di vista del governo guidato da Viktor Orban, la legge in questione servirebbe a proteggere i bambini da una fantomatica “propaganda gender”, che altro non sarebbe che il nuovo spauracchio millantato dall’estrema destra internazionale per tentare di ostacolare le rivendicazioni di dignità ed uguaglianza da parte delle minoranze sessuali. La normativa approvata quasi all’unanimità dal Parlamento magiaro, tra l’altro, prevede il divieto, fino a tarda sera, di mandare in onda programmi, film, o anche solo discussioni che trattino anche marginalmente i temi dell’omosessualità, tanto che andrebbe a colpire persino serie e film come Friends ed Harry Potter (peculiare quest’ultimo caso, visto che l’unico possibile riferimento all’omosessualità riguarderebbe il personaggio di Albus Silente, il cui orientamento sessuale non è tuttavia mai trattato nei film).
Von der Leyen ha dichiarato che "se l’Ungheria non aggiusterà il tiro, la Commissione userà i poteri ad essa conferiti in qualità di garante dei Trattati”, riferendosi chiaramente all’avvio di una procedura d’infrazione. Azione, questa, che sembra inevitabile, dato che è presto arrivata la replica della Ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, che ha dichiarato in un comunicato che la legge non sarà ritirata, ed anzi sarà difesa “con ogni mezzo legittimo”. Varga ha anche aggiunto che "l’Ungheria è attaccata in modo brutale e antidemocratico da molti governi europei e dirigenti di istituzioni europee a proposito della legge per la difesa dei minori. È inaccettabile che il diritto europeo sia usato per battaglie ideologiche". È difficile, però, dare credito a simili dichiarazioni. Entrando a fare parte dell’Unione Europea, infatti, l’Ungheria ha infatti accettato, tra le altre cose, di rispettare la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE (nota anche come Carta di Nizza, ndr). In essa, al netto degli articoli sulle discriminazioni, che facendo un grosso sforzo potrebbero anche essere interpretati in maniera restrittiva e quindi non includere la nuova legge ungherese, ci sono alcuni articoli che rendono la norma in questione destinata ad infrangersi contro il sindacato della Corte di Giustizia UE.
In particolare l’articolo 11, relativo alla libertà di espressione e d’informazione, che recita testualmente:
1. Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.
La legge ungherese, prevedendo esplicitamente una censura di determinati temi, è una palese ingerenza dell’autorità pubblica sulla comunicazione di idee, nonché una violazione della libertà e del pluralismo dei media. Ciò che resta da vedere, però, è se alle parole di Ursula Von der Leyen seguiranno i fatti, o se lo scontro contro un’Ungheria sempre più oscurantista ed illiberale continuerà a essere soltanto verbale, come sempre è stato in questi anni. Quest’ultimo, tra l’altro, è uno dei principali motivi per cui quella che era considerata una democrazia compiuta si è trasformata in una semi-dittatura in breve tempo, senza che l’Unione Europea facesse nulla per impedirlo.
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