LEGGE ELETTRORALE

Come sarà il nuovo sistema elettorale in base alla sentenza della Corte Costituzionale

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La sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato “inammissibile” la richiesta di referendum da parte della Lega a nome di otto regioni (tutte a guida centro destra) per abolire la quota proporzionale delle Legge Elettorale attuale e trasformarla in un sistema maggioritario puro, riaccende il dibattito tra le forze politiche schierate su fronti contrapposti.

Gli effetti di questa richiesta di referendum miravano all’abolizione della quota proporzionale in termini di seggi, nei collegi plurinominali e, di conseguenza, attribuzione degli stessi con un sistema elettorale completamente maggioritario, in collegi uninominali. Tale sistema avrebbe stravolto gli equilibri politici, in funzione di una prospettiva tendenzialmente orientata in una direzione che di fatto avrebbe prodotto una discrepanza colossale a favore degli uni (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) sugli altri.

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La differenzazione tra il sistema proporzionale e maggioritario è in effetti sostanziale sotto l’aspetto formale e tecnico, oltre che sotto quello della giusta e legittima partecipazione alla rappresentanza istituzionale dei cittadini in forma più democratica, anziché liste e listini bloccati dalle forze politiche in barba alle prerogative che una repubblica democratica attribuisce costituzionalmente a tutti i cittadini nell’esercizio del diritto/dovere di voto, per indicare una propria scelta di preferenza.

Tutto ciò impone una riflessione su quanto è vecchio questo scontro tra le forze politiche sui due sistemi elettorali e sulla gestione degli esiti che ne scaturivano nei due diversi scenari.

Bisogna tornare indietro di un trentennio per ricordare quanto avvenne tra gli schieramenti dell’epoca, in occasione del referendum richiesto da un consistente e poderoso comitato (guidato dall’onorevole Segni) per l’abrogazione dell’allora sistema elettorale, che era proporzionale puro (sistema che si prestava a comportamenti illeciti, nelle campagne elettorali: i partiti e i relativi componenti con maggiore disponibilità economica erano favoriti).

Ebbene, in quei frangenti quasi tutte le forze politiche di allora si schierarono a favore del cambiamento del sistema elettorale: l’esito di questo referendum fu schiacciante in termini percentuali, con la sola contrarietà dell’allora PSI di Bettino Craxi, che riteneva più giusto e democratico il sistema proporzionale e diede indicazioni di voto in tal senso.

Da allora il sistema di voto è cambiato più volte in funzione di diverse leggi elettorali, promulgate dagli esecutivi che si sono susseguiti; tutti con una sostanziale prevalenza del sistema maggioritario e con una quota minima del sistema maggioritario.

I contrasti e le divergenze tra le forze politiche non hanno avuto fine in quanto coloro che si erano battuti per il cambiamento del sistema elettorale in maggioritario, hanno rilevato che in qualche scadenza elettorale ne traevano beneficio gli altri creando cosi la “democrazia dell’alternanza”.

Di fatto, il quadro politico è diventato bipolare (due coalizioni contraddistinte dalla denominazione Centro Destra e Centro sinistra) e successivamente tripolare, con l’avvento del ciclone pentastellato.

Negli ultimi tempi, la tipizzazione del quadro politico è mutata nuovamente in seguito all’avanzata prorompente delle Lega di Salvini, che ha cambiato connotati e strategia della sua formazione politica da partito territoriale a partito radicato in tutto il territorio nazionale, diventando (vedi ultime elezioni europee) la prima forza politica.

Il governo in carica è nato in seguito ad una frattura verificatasi qualche tempo fa nella coalizione giallo verde (5 Stelle - Lega) scaturita dopo le elezioni politiche. Da allora, i rapporti di forza sono cambiati; il Movimento 5Stelle in forte calo e la Lega in incremento dappertutto.

In questo contesto, se si votasse nei tempi brevi, come è giusto che sia, visto che il governo in carica non è legittimato del voto popolare, con il sistema maggioritario del momento sarebbe favorito la Lega a discapito di tutti i partiti, mentre se si approvasse una nuova legge elettorale con il ritorno al proporzionale puro, ne trarrebbero beneficio le altre forze politiche del centro sinistra.

C’è stata una sentenza della consulta che ha dichiarato inammissibile il referendum presentato dalla Lega, per l’abrogazione della quota proporzionale dell’attuale legge elettorale e tramutarla in maggioritario puro, e trovano il giusto assist il PD ed il Movimento 5 stelle, per perseguire la strada di una nuova legge elettorale con “sistema proporzionale puro” da approvare prima della prossima scadenza elettorale per evitare il naufragio.

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Fermo restando che tra i due sistemi, il più rispettoso del diritto di voto dei cittadini è quello proporzionale, non si può fare a meno di evitare ed evidenziare il trasformismo opportunistico di certe forze politiche che si dichiarano a favore o contro del sistema elettorale a secondo “dell’aria che tira”.

In aggiunta, giusto per calcare la mano, si vuole imporre nell’agognato sistema elettorale proporzionale puro lo sbarramento con una soglia abbastanza alta del 5% ai piccoli partiti (che sono comunque l’espressione di una quota parte dell’elettorato) e che si vedrebbero costretti ad allearsi in coalizioni che riesumerebbero il “bipolarismo”. In questo modo, infatti, si voterebbe con un sistema elettorale proporzionale, ma l’esito determinerebbe il consolidamento di due coalizioni contrapposte.

Dove sta la coerenza ideologica politica di una volta?

La risposta, ahimè, è deprimente in quanto ci si accorge che il mondo politico attuale denota uno spettacolo deplorevole, tanto da farci rimpiangere i protagonisti della prima repubblica che, malgrado si trovassero in un sistema corruttivo generalizzato, dimostravano più coerenza e preparazione.

Antonio Iasillo

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