LE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA:MELONI LANCIA I BIG
Conte: "Prospettiva con Pd? Ci può stare". E poi il dietrofront - Azione stringe su liste - Renzi: "Mai i nostri voti alla destra"

Le liste di Fratelli d’Italia: Meloni lancia i big
Elezioni politiche 2022, rush finale per le liste di Fratelli d’Italia. La leader Giorgia Meloni presenta i nomi. "Molte le candidature tradizionalmente legate alla storia di FdI - si legge in una nota del partito - , ma anche molti gli esponenti che hanno condiviso la necessità di lavorare con spirito patriottico al rafforzamento di questa proposta politica, provenienti da altri percorsi".
"Tra questi nomi come Marcello Pera, Carlo Nordio, Eugenia Roccella, Giulio Tremonti, Giuseppe Pecoraro, Maurizio Leo, Antonio Guidi, Giulio Terzi di Sant’Agata, Claudio Barbaro, Renato Ancorotti, Gianmarco Mazzi, Letizia Giorgianni, Fabio Pietrella, Marco Perissa, Elisabetta Lancellotta, Lucio Malan, Lara Magoni e Barbara Merlin. Largo spazio anche ai giovani con le candidature di Fabio Roscani, Chiara La Porta, Nicole Matteoni, Paolo Inselvini, Giulia Baggi e Grazia Di Maggio".
"Fratelli d’Italia ha scelto di comporre le liste cercando di valorizzare al meglio coloro che si sono spesi in questi anni per costruire, insieme al presidente Giorgia Meloni, una proposta di governo credibile per l’Italia".
"Sono stati coinvolti rappresentanti delle libere professioni, delle categorie produttive, del mondo della cultura, dello sport, del turismo, dell’agricoltura, dell’associazionismo e del volontariato. A questi - si legge ancora - si aggiungono esponenti del mondo conservatore".
"Le scelte si sono orientate valorizzando il lavoro parlamentare che vede la conferma di quasi tutti i parlamentari uscenti. I cittadini italiani potranno premiare con il loro consenso uomini e donne provenienti dall’amministrazione e che hanno già dimostrato di saper ben operare nell’interesse delle loro comunità. Sono, infatti, tanti i sindaci e gli amministratori locali presenti".
"Molti saranno coinvolti in prima persona con una candidatura e molti altri che lo avrebbero egualmente meritato non potranno farne parte a causa di un sistema elettorale che non permette di coinvolgere tutti. Lavoreremo per coinvolgere in questa grande stagione tutti quelli che vorranno e potranno".
Conte: "Prospettiva con Pd? Ci può stare". E poi il dietrofront
"Mi auguro di governare da solo ma questo dipende dai cittadini. Realizzare un monocolore diventa un po’ improbabile, quindi, la prospettiva, domani, di dover lavorare con altre forze politiche, a partire dal Pd, ci può stare" ma "le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti ed esigenti, direi intransigenti". Lo dice a ’Mezz’ora in più’ su Rai Tre il presidente del M5S, Giuseppe Conte: "D’ora in poi ci sederemo a un tavolo con condizioni ancora più chiare del passato... Non cederemo su nulla", avverte l’ex premier.
LA PRECISAZIONE DI CONTE - In seguito precisa con un post su Facebook. "Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma penso che il mio pensiero sia stato forzato e travisato. Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo ma che so anche quanto sia improbabile poter avere un Governo con una sola forza politica. A proposito del dialogo con altre forze politiche come il Pd, a precisa domanda ho risposto che le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori. L’esperienza maturata deve farci ancor più riflettere". "Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il Pd abbia preso un’altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di Governo che abbiamo condiviso nel Conte 2. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd, folgorati dall’agenda Draghi, non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato, senza paura di pagarne il prezzo", conclude l’ex presidente del Consiglio.
SONDAGGI - "Non è un segreto che gli ultimi sondaggi" per le elezioni politiche "ci danno in significativa crescita". E’ quando ha detto a ’Mezz’ora in più’ su Rai Tre il leader M5S Giuseppe Conte. "Io sono molto prudente, non lavoro con i sondaggi sul tavolo", dice Conte.
MEETING DI RIMINI - "Non mi hanno invitato al Meeting di Rimini. Perché? Dovrebbe chiederlo a chi ha fatto gli inviti. Evidentemente io e il M5S non siamo potenti... Esiste questa conventio ad excludendum, ce ne faremo una ragione".
CONFRONTI TV - "Siamo una forza politica scomoda, lo siamo sempre stati, anche quando io non c’ero..." dice lamentando la sua esclusione dal confronto tv tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. "Con me il M5S continuerà a essere una forza politica scomoda. Ci sono contesti in cui diventa scomodo che partecipi anche il M5S e il suo leader. Non siamo accomodanti col sistema, non lo scopriamo oggi".
LISTE - "La formazione delle nostre liste sta andando bene, anche se è una situazione molto complessa: c’è da riempire tantissime caselle, con nominativi che non possono essere semplicemente di uomini e donne così. Devono essere persone che garantiscono di poter portare avanti un’azione politica, le nostre battaglie".
I 15 del listino fedelissimi di Conte? "Chiara Appendino è fedelissima di Conte? Patuanelli è fedelissimo di Conte o del Movimento? Sono persone che stavano prima di me e hanno fatto battaglie con il Movimento ben prima che arrivassi io. Scarpinato, che è stato collega di Falcone e Borsellino, Federico Cafiero de Raho, lo stesso De Santoli, prorettore della Sapienza, cosa sono? Amici di Conte?" dice Conte. "Noi siamo molto più progressisti del Pd e lo abbiamo dimostrato con i fatti" aggiunge.
Azione stringe su liste
Anche Mariastella Gelmini è pronta a scendere in campo.
A quanto apprende l’Adnkronos dovrebbe candidarsi nella sua Lombardia, per il Senato, a Milano e Brescia, in tandem con Matteo Renzi: sarà seconda nel proporzionale, dietro il leader di Italia viva.
Gelmini correrà, seconda nel listino proporzionale, sempre a palazzo Madama, pure in Campania e in Toscana.
Renzi: "Mai i nostri voti alla destra"
"Noi non voteremo la fiducia a un governo Meloni, punto. Se questo esecutivo vedrà la luce noi saremo una opposizione preparata e civile. Se la destra non avrà i numeri - come è possibile solo se noi facciamo un bel risultato - punteremo a un governo Draghi". Lo dice il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista a ’la Repubblica’.
Quanto a un pericolo Fascismo nel caso vincesse Giorgia Meloni, Renzi taglia corto: "Il fascismo era un problema nel 1922, non nel 2022. Chi agita il tema del fascismo regala punti alla Meloni. C’è un pericolo diverso, più concreto: che saltino i conti pubblici. Hanno fatto un programma assurdo con una flat tax che non sta in piedi, con l’idea di cancellare la Fornero, con una visione folle delle alleanze internazionali. Le nostre imprese manifatturiere esportatrici, i nostri produttori di qualità, le nostre città d’arte o di villeggiatura sanno che l’Italia guadagna dalla globalizzazione e perde con il sovranismo. Meloni va sconfitta, non demonizzata", conclude.
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