LE REGOLE DEL VIVER SANO

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Siamo bombardati continuamente da consigli sulla salute ma non tutti si basano su prove rigorose. Il settimanale di divulgazione scientifica New Scientist sfata i miti più comuni. Le regole per una corretta alimentazione, per un regolare stile di vita e per un sano equilibrio psico-fisico non sono mai abbastanza e seguirle scrupolosamente tutte non è facile. Nel tram tram odierno è difficile conciliare tutti i buoni propositi e i vademecum che nutrizionisti, psicologi e omeopati prescrivano spesso rimangano nel dimenticatoio dei buoni propositi. Ma quanto sono efficaci veramente queste “raccomandazioni”? New Scientist ha messo in discussione le classiche sei regole.

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Bere otto bicchieri d’acqua al giorno. Difficile da sfatare questo mito, specialmente quando siamo tutti convinti di non bere abbastanza acqua ma l’idea che bisognerebbe berne molta di più non si basa su un dato scientifico. Colpa dei produttori di acqua minerale? E’ probabile che tutto nasca da una raccomandazione del 1945 dello statunitense National resarch country (Nrc) in cui si sostiene che un adulto dovrebbe consumare un millilitro d’acqua per ogni caloria di cibo, parli a circa due litri e mezzo al giorno per gli uomini e due litri per le donne. Nella versione statunitense del mito la somma di otto bicchieri d’acqua da otto once ciascuno è 1,9 litri. Molti però non sanno che gran parte di quest’acqua proviene dal cibo che mangiamo: gli alimenti contengono acqua e vengono scomposti chimicamente in anidride carbonica e altra acqua. Perciò, se si suda moltissimo, basta assumere circa un litro d’acqua al giorno e la somma di otto bicchieri d’acqua di 150 millilitri ciascuno è 1,2 liri. Parlare di bicchieri è fuorviante perché non è necessario bere acqua pura. Altre forme di liquidi come il tè e il caffè possono fornirci tutta l’acqua che ci serve, spiega Heinz Valtin, nefrologo della Darmouth medical school di Lebanon, nel New Hampshire. Per i sostenitori di acqua pura non esiste non esiste una bevanda migliore dell’acqua ma anche questo è discutibile. Se una persona sana beve già abbastanza latte, tè, succo di frutta eccetera, non ci sono prove che aggiungere acqua produca particolari effetti benefici. Secondo Barbara Rolls, ricercatrice nutrizionista alla Penn state university e autrice di Thirst, cominciamo ad avere sete molto prima che ci sia una perdita significativa di liquidi quindi non è vero che quando abbiamo sete significa che siamo già disidratati.

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Lo zucchero rende i bambini iperattivi. Qualsiasi genitore lo ha visto: se si prende un gruppo di bambini, si aggiunge un po’ di zucchero e si fa un passo indietro, si scatena l’inferno. E’ difficile da credere ma in realtà non è vero che lo zucchero provoca iperattività. Nel 1996 un esame di dodici studi in cieco non ha riscontrato prove a sostegno di questa teoria. Lo stesso è successo per i bambini affetti da disturbo di deficit dell’attenzione e iperattività e per quelli che, secondo i genitori, erano sensibili allo zucchero. Infatti uno di questi ha stabilito che l’effetto dello zucchero è tutto nella testa dei genitori. Lo zucchero ha sicuramente effetti sul cervello dei bambini ma in modo inaspettato. Secondo uno studio di David Benton, psicologo dell’università di Swansea nel Regno Unito, nella mezz’ora successiva all’assunzione di una bevanda al glucosio i bambini tra i 9 e gli 11 anni si concentrano di più e ottengono risultati migliori nei test sulla memoria.

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Si deve disintossicare l’organismo. Viviamo in un mondo pieno di tossine: basta leggere un giornale per respirare piombo. Ogni pasto che consumiamo contiene veleni naturali, pesticidi e agenti inquinanti. Il corpo umano è un ricettacolo di sostanze chimiche sospette. Negli Stati Uniti l’ultimo rapporto nazionale sull’esposizione dell’essere umano agli agenti chimici ambientali ha trovato nel sangue e nelle urine degli americani livelli potenzialmente allarmanti di decine di sostanze dannose come metalli pesanti, diossine, policlorobifenili (Pcb) e plastificanti ftalati. La domanda è: davvero possiamo fare qualcosa? Secondo la saggezza popolare dobbiamo “disintossicarci” per espellere i veleni dal nostro organismo e i consigli su come farlo non mancano. Ma questi programmi di disintossicazione funzionano? Ed è vero che disintossicarsi fa bene? In realtà già ci disintossichiamo regolarmente attraverso il fegato, i reni e l’apparato digerente. Ma per altre sostanze la situazione è più complicata e “in molti casi occorrono tra i sei e i dieci anni senza nessuna esposizione alle sostanza chimiche per espellere la metà della quantità immagazzinata nei tessuti grassi”, dice Andrea Kortenkamp, tossicologo dell’università Brunel di Londra. “E questo è impossibile perché purtroppo non c’è modo di evitare completamente l’esposizione alle sostanze tossiche”. Margaret Sears, esperta di salute ambientale all’istituto di ricerca Cheo di Ottawa, consiglia una disintossicazione “vita natural durante” mangiando il più possibile in modo sano ed evitando l’esposizione alle sostanze chimiche a casa e a lavoro.

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Le pillole antiossidanti aiutano a vivere più a lungo. E’ un fatto risaputo. Quando le cellule metabolizzano gli alimenti producono delle molecole nocive chiamate radicali liberi che mettono in subbuglio l’organismo. Con il passare del tempo i danni dei radicali liberi si accumulano e possono provocare malattie degenerative. Per fortuna ci sono sostanze che agiscono come antiossidanti e spazzano via questi radicali liberi. Inoltre, mangiare verdure ricche di antiossidanti a quanto pare riduce il rischio di malattie degenerative. Quindi prendere pillole di antiossidanti a aiuta ad allontanare le malattie. Alcuni scienziati hanno cominciato a sostenere questa teoria degli anni settanta. Il chimico Linus Pauling, premio Nobel, ha incoraggiato con entusiasmo l’uso di dosi cospicue di vitamine senza attendere le prove, le persone ci hanno creduto ed è nata una nuova industria per soddisfare la domanda. Negli anni novanta poi sono arrivati i risultati di una serie di test rigorosi sugli integratori più diffusi, la vitamina E e la vitamina C. Tutti gli studi dimostrano che queste sostanze agiscono come antiossidanti in provetta ma che inogiare pillole non dà nessun beneficio. Anzi, secondo alcuni studi sarebbero addirittura dannosi. Ma nessuno sembra voler abbandonare l’idea che gli integratori facciano bene alla salute.

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Essere sovrappeso accorcia la vita. L’obesità patologica fa male: con un indice di massa corporea superiore a 40 si rischiano cardiopatie, varie forme di tumore e il diabete di tipo 2. In generale il rischio di mortalità, per qualsiasi causa, aumenta fino al 29 per cento. Questo non è un mito da sfatare. Ma qualche chilo in più sembra allontanare il rischio di morire. Lo rivela una sintesi di quasi cento studi condotti su circa tre milioni di persone. Secondo la ricerca, realizzata da Katherine Flegal del centro per il controllo delle malattie di Hyattsville, nel Maryland, essere leggermente sovrappeso (indice di massa corporea compreso tra 25 e 29) può avere un effetto positivo: il rischio di mortalità sarebbe del 6 per cento inferiore rispetto alle persone con un indice di massa corporea tra 18,5 e 25. Per chi ha un Imc superiore a 35 invece il rischio aumenta. Non è chiaro perché essere un po’ sovrappeso riduca il rischio di morte prematura. Probabilmente avere qualche chilo “di scorta” aiuta l’organismo a combattere le malattie e le infezioni.

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Dovremmo vivere e mangiare come gli uomini delle caverne. Il nostro organismo non si è evoluto per stare steso sul divano a guardare la tv mangiando patatine e gelato, ma per andare a caccia e per raccogliere frutta e verdura. Perciò, sostiene il mito, staremmo tutti meglio se tornassimo a vivere come i nostri antenati. “L’ipotesi della discordanza evolutiva” è stata avanzata per la prima volta nel 1985 dal medico S. Boyd Eaton e dall’antropologo Melvin Konner dell’università di Emory di Atlanta, in Georgia. Secondo i due studiosi, mentre i nostri geni sono rimasti invariati da almeno cinquantamila anni, la dieta e lo stile di vita sono cambiati radicalmente dall’avvento dell’agricoltura diecimila anni fa e tutto è successo in modo troppo rapido perché l’evoluzione si mettesse al passo. Ecco dunque spiegati il diabete, le cardiopatie e i tumori. Se facessimo più esercizio e vivessimo come dei cacciatori saremmo più in forma, più felici e più sani.

L’eccezione, dunque, mette alla prova la regola.

Giacomo Giuseppe Marcario

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