LOTTA ALLA PEDOFILIA

Il web rimane ancora uno spazio pericoloso

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È uno dei crimini più aberranti e vergognosi che l’ambiente virtuale abbia potuto ospitare. La pedopornografia online, secondo i dati del primo trimestre del 2022forniti dalla Polizia Postale in occasione della giornata nazionale dedicata alla lotta alla pedofilia, rappresenta un crimine in crescita rispetto all’anno passato. La pandemia non ha fatto altro che peggiorare il lato oscuro della rete, a causa del continuo contatto tra i minori e internet che ha prodotto una decisa accelerata di abitudini di connessione già presente prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Minori e adolescenti hanno intensificato le loro abitudini digitali in una relazione sempre più stretta con il mondo virtuale, un ambiente che è capace di mostrare spesso il suo lato più oscuro. La pedofilia non è solo un problema del mondo reale, ma ha esteso la sua minaccia anche e soprattutto al mondo del web dove si diffonde approfittando spesso dell’ingenuità dei più piccoli che vengono coinvolti in casi di adescamento. Social, videogiochi e servizi di messaggistica rappresentano se non gestiti in modo consapevole e responsabile, un pericolo a cui prestare la massima attenzione, rischio sia per i minori sia per gli adulti.

cms_25958/2_1651979775.jpgI criminali, spesso persone deviate, sanno come sfruttare il mondo della rete per adescare le piccole vittime presenti in piattaforme social o comunque intenti a navigare la rete, sfruttando per esempio lo stretto il rapporto esistente tra le potenziali piccole vittime e i devices. Solo nel 2021 ci sono stati 136 casi trattati dalle forze dell’ordine nei quali famiglie e vittime sono state coinvolte con circolazione illegale di immagini di violenza all’interno di circuiti anonimi presenti sulle darknet. La crescita dei casi denunciati va di pari passo poi con l’aumento del numero di persone indagate per reati legati alla pedopornografia e dunque denunciate all’autorità giudiziaria. I primi mesi di quest’anno segnano già un incremento delle denunce di persone che usano la rete per scopi di adescamento e pedopornografia. I minori di oggi, i cosiddetti nativi digitali, sono i principali protagonisti del mondo della rete: entrano in possesso sempre più precocemente di device, li sanno usare in maniera intuitiva e spesso improvvida, ci passano su un tempo che si va sempre più dilatando e senza un controllo di un adulto. Secondo le indagini contenute nel “Libro Bianco Media e Minori 2.0” redatto dall’Agcom nel 2018, più di un terzo dei minori di età tra i 12 e i 18 anni conosce qualcuno che non ha l’età anagrafica per poter navigare all’interno dei social. L’indagine evidenzia infatti come i minori spesso per poter accedere ai social mentano sulla loro età anagrafica.

cms_25958/3.jpgIl web esercita sul minore un fascino irresistibile perché rappresenta un mondo nel quale sprigionare le proprie energie e dar sfogo a ogni tipo di attività ludico-ricreativa, come sottolinea per esempio l’Istat che in una ricerca del 2019 ha evidenziato come ben l’87,3% dei minori di età compresa tra gli undici e i diciassette anni ha utilizzato quotidianamente il cellulare, e tre ragazzi su quattro, in quella stessa fascia di età, navigano su Internet tutti i giorni, una quota cresciuta molto rapidamente passando in soli quattro anni dal 2016 al 2019, dal 56,2% al 75%. L’utilizzo di Internet rappresenta dunque un rischio concreto per i minori per ciò che concerne la possibilità di essere vittima di crimini legati al sexting e al grooming on line; il minore che naviga in rete spesso non è a conoscenza dei pericoli a cui può andare incontro o ne sottostima gli effetti e le ripercussioni che una determinata condotta può avere in futuro. Nel caso del grooming online o cybergrooming, il pedofilo avvicina online il minore con modalità di adescamento più facili e che destano minore sospetto (per l’assenza degli adulti) rispetto alle modalità offline, entrando così nella vita delle vittime attraverso il pc o lo smartphone. L’uso poco regolamentato delle piattaforme social e di messaggistica annulla il confine tra divertimento e il potenziale pericolo a cui si espongono i minori. L’uso improprio e illecito della rete da parte di soggetti criminali, trasforma uno spazio che poteva essere di esplorazione e di crescita in un terreno di insidie e di pericoli per lo sviluppo sano del minore. Educazione, dialogo, responsabilità genitoriale, sensibilizzazione scolastica rimangono le sole armi che le varie istituzioni hanno a disposizione per sviluppare comportamenti sani e aumentare la consapevolezza, loro e dei minori.

Andrea Alessandrino

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