LO SPECCHIO - (II^ PARTE)

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LO SPECCHIO - seconda parte

“Quando la luce si apre, noi vediamo in essa i nostri riflessi”, dice la protagonista di una nota serie tv, Ghost Whisperer.

Più dello specchio, è la luce la vera protagonista di questa - è il caso di dirlo - riflessione.

La luce, simbolo di illuminazione e di consapevolezza, è l’elemento che permette all’essere umano di catapultarsi in una dimensione totalmente spirituale. Essere nella luce, vivere nella luce, sono espressioni tipiche di chi, distaccandosi dalla materia, entra in una realtà più legata ai valori che alle cose.

È la luce che ci permette di vedere, di percepire e di riconoscere. Lo specchio è lo strumento, il mezzo, il canale.

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Se è vero che è la luce a permetterci di vedere fisicamente ciò che è riflesso nello specchio, è altrettanto vero che solo una mente illuminata è in grado di scorgere la realtà di ciò che viene percepito.

Non bisogna mai dimenticare che il mondo materiale è una gigantesca metafora del mondo spirituale e che l’uno influenza l’altro. Non per nulla si crede che lo specchio riveli e contenga l’anima delle persone. E delle cose, aggiungerei.

Mettersi allo specchio è più che guardarsi: è VEDERSI. E questo fa paura, destabilizza.

Restare o fuggire? Questo è il grande dilemma dello specchio.

Senza parlare e senza muoversi, lo specchio ci giudica, frantuma i nostri sogni, schiaffeggia la nostra vanità. È un giudice impietoso ma imparziale che rimanda a ciascuno la sua vera immagine.

Ecco perché è stato sempre visto come uno strumento magico.

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Specchio egizio

Estensione di sé, lo specchio è il libro attraverso il quale possiamo leggere la nostra storia, quella passata e quella futura.

Per questo motivo gli dèi egizi venivano raffigurati con uno specchio in mano.

La superficie dello specchio, tanto simile all’acqua, si risolve in un gioco di riflessi. Simbolo di una realtà duale - la cui regola è quella del doppio - è ad un tempo strumento di assoluzione e di punizione, di realtà e di illusorietà, di materia e di spirito. Una sorta di portale tra due dimensioni.

Lo specchio è simbolo dell’anima, dove ogni cosa si confonde fino a diventare un tutt’uno. Non c’è più distinzione tra materia e spirito, tra tangibile e percettibile. Tutto esiste perché la nostra anima lo riconosce.

Dove c’è anima, c’è vita ed è questa che si riflette nello specchio. Tant’è vero che coloro che vagano senz’anima - come i vampiri - non riflettono la propria immagine.

Quanto ai demoni - o spiriti oscuri - essi evitano gli specchi perché la loro anima apparirebbe in tutta la sua bruttura.

Lo specchio, quindi, riflette la nostra anima. Attraversando la sottile membrana della carne, ci permette di vedere le nostre emozioni, la nostra energia, la nostra salute spirituale.

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Gli occhi sono lo specchio dell’anima

Le civiltà antiche mettevano in stretta relazione lo specchio con l’anima dell’individuo, quasi come se questo oggetto fosse un’estensione del corpo riflesso. Per questo motivo, rompere uno specchio era di cattivo auspicio, come se, insieme all’oggetto, si frantumasse l’anima della persona.

La consuetudine di affiggere specchi alle pareti della stanza dove veniva deposto il defunto, è un’altra conferma dell’idea che questo oggetto fosse una sorta di portale tra due dimensioni.

Ecco perché lo specchio era uno strumento attraverso il quale stabilire una comunicazione con gli spiriti. Un po’ come con la sfera di cristallo.

La leggenda narra di come la dea egizia Iside usasse lo “specchio magico” per rimettere insieme i pezzi dell’amato Osiride, riportandolo in vita. Nei geroglifici lo vediamo spesso raffigurato insieme all’occhio di Horus, simbolo di spiritualità ed identificato con il Terzo Occhio.

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L’occhio di Horus

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima - compreso il Terzo occhio -, va da sé che a poco serve l’oggetto nel quale ci rimiriamo ogni giorno.

Esso è semplicemente il canale attraverso il quale l’essere umano può discendere nelle profondità del proprio essere e guardarsi - in tutta verità - attraverso i propri sensi sottili.

A nulla serve guardarsi se non ci si vede perché - non dimentichiamolo mai - l’esterno riflette l’interno. E viceversa.

Non temete, dunque, di andare oltre. Non abbiate paure di affrontare voi stessi allo specchio perché, per quanto sia imparziale, è sempre meno impietoso di noi stessi.

Simona HeArt

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