La Chiesa ortodossa greca soccorre lo Stato

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"Se la Grecia ha bisogno di noi, noi siamo qui”, queste pressappoco le parole dell’Arcivescovo Ieronymos, “possiamo usare i fondi ricavati dalle nostre proprietà per contribuire a ripagare un po’ del debito". Non vi saranno affatto dismissioni, ha tenuto a precisare lo stesso Patriarca, ma si utilizzerà il patrimonio per poter produrre reddito. L’idea, già progettata in passato, ma non ancora applicata, potrebbe essere quella di costituire una società comune con il Ministero delle Finanze ellenico a cui affidare la gestione dei beni dividendosi poi gli incassi derivanti. L’offerta dell’Arcivescovo Ieronymos non appartiene al mondo delle sorprese.

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La straordinaria novità è che il ramoscello di ulivo sia stato offerto proprio a Tsipras, il primo Presidente del Consiglio della storia nazionale greca che non ha prestato giuramento con annessa cerimonia religiosa. Lo strappo è stato però solo formale, infatti, il Presidente Tsipras non ha intenzione di intaccare gli ampi privilegi storici del clero: uno dei primi atti dopo le elezioni è stato quello di confermare che lo Stato continuerà a pagare gli stipendi a circa 10mila preti, spendendo qualcosa come 220 milioni l’anno, dimenticandosi forse volutamente di applicare un giro di vite fiscale sui beni ecclesiastici. Nessuno, però, salvo i diretti interessati, ha modo di conoscere davvero il valore del grande patrimonio ortodosso.

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L’unica certezza è che la Chiesa ortodossa è il secondo maggior proprietario di beni dopo il settore pubblico con 130mila ettari. "Quasi tutti boschi", mettono le mani avanti i vescovi a difesa dei loro antichi privilegi erariali. I calcoli più attendibili indicano in almeno un miliardo di euro la stima del patrimonio immobiliare su cui vengono pagati 2,5 milioni di tasse. L’offerta di collaborazione della Chiesa ortodossa, al governo greco, dovrebbe consentire di utilizzare meglio questo immane patrimonio, affittandolo e/o convertendolo a uso turistico, ed usando il ricavato per sostenere la debolissima finanza pubblica. La Chiesa ortodossa del resto ha già dato contributi molto concreti per alleviare la crisi ellenica: ogni giorno, infatti, solo nella famosa Capitale le parrocchie distribuiscono quotidianamente diverse migliaia di pasti gratuiti agli abbisognevoli.

Francesco Mavelli

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