La brevettazione in Europa

La Germania guida la classifica seguita da Francia e Regno Unito

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L’Eurostat riporta i dati relativi alla brevettazione. I dati in modo particolare fanno riferimento al numero di brevetti che sono presentati nei confronti dell’Ufficio Europeo dei Brevetti-EPO. I dati fanno riferimento al 2017 e possono essere analizzati in forma di ranking. Al primo posto nel 2017 vi era la Germania con un numero di richieste di brevettazione all’EPO pari a 18.881, al secondo posto la Francia con un numero pari a 9.502 e al terzo posto il Regno Unito con un numero di brevetti pari a 5.437 unità. A metà classifica sono presenti l’Irlanda con un valore pari 371 brevetti, la repubblica Ceca con un valore pari a 357 brevetti, e l’Ungheria con un valore pari a 196 brevetti. Agli ultimi posti la Croazia con un valore pari a 20 unità, seguita da Cipro con 9 brevetti e Malta con un valore pari a 6.

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Figura 1. Classifica dei paesi per numero di brevetti presentati nei confronti dell’EPO. Fonte: Eurostat.

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Figura 2. Mappa dei paesi per numero di brevetti presentati all’EPO

I dati afferenti le domande di brevettazione presentate all’EPO per Germania, Francia e Regno Unito

Di seguito vengono analizzati i valori dei brevetti presentati all’EPO da Germania, Francia e Regno Unito.

Germania. Il numero di brevetti presentati all’Epo in Germania nel 2008 è stato pari ad una valore pari a 23.173. Nel passaggio tra il 2008 ed il 2009 il numero dei brevetti presentati all’EPO è passato da un ammontare pari a 23.173 fino ad un valore pari a 23.440 ovvero pari ad una crescita di 267 brevetti pari ad un valore di 1,15%. Nel passaggio tra il 2009 ed il 2010 il numero di brevetti presentati all’EPO in Germania è passato da un valore di 23.440 fino ad un valore pari a 23.444 brevetti ovvero una crescita di 4 brevetti pari allo 0,02%. Nel passaggio tra il 2010 ed il 2011 il numero dei brevetti presentati dai tedeschi all’EPO è passato da un valore pari a 23.444 brevetti fino ad un valore pari a 22.963 brevetti ovvero una riduzione di -481 brevetti pari a -2,05%. Nel passaggio tra il 2011 ed il 2012 il numero dei brevetti tedeschi presentati all’EPO è passato da un valore pari a 22.963 unità fino ad un valore pari a 21.930 unità ovvero pari a -1.033 unità pari a -4,50%. Nel passaggio tra il 2012 ed il 2013 il numero dei brevetti presentati dai tedeschi all’EPO è passato da un valore di 21.930 brevetti fino ad un valore pari a 21.427 brevetti pari ad una riduzione di -503 unità pari a -2,29%. Nel passaggio tra il 2013 ed il 2014 il numero dei brevetti presentati dalla Germania nei confronti dell’EPO è passato da 21.427 unità fino ad un valore pari a 20.755 unità ovvero una riduzione pari a -672 unità pari a -3,14%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il numero dei brevetti presentati dalla Germania è passato da 20.755 unità fino ad un valore pari a 21.030 unità ovvero pari a 276 unità pari a 1,33%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il numero dei brevetti presentati dai tedeschi nell’EPO è passato da un valore pari a 21.030 brevetti fino ad un valore pari a 20.138 brevetti ovvero pari ad un ammontare di -892 unità pari a -4,24%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il numero dei brevetti presentati dai tedeschi all’EPO è passato da un valore pari a 20.138 unità pari a 18.882 unità ovvero pari a -1.256 unità pari a -6,24%. Nel complesso del periodo tra il 2008 ed il 2017 il numero dei brevetti tedeschi presentati all’EPO è diminuito di un valore pari a -4.291 unità pari a -18,52%.

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Figura 3. Presentazione di domande di brevettazione in Germania, Francia e Regno Unito nei confronti dell’EPO. Fonte: Eurostat.

Francia. Il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un valore pari a 8.738 unità fino ad un valore pari a 8.663 unità ovvero pari ad un valore di -75 unità pari a -0,85%. Nel passaggio tra il 2009 ed il 2010 il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un valore pari a 8.663 unità fino ad un valore pari a 8.490 unità ovvero pari ad una variazione di -173 unità pari a -2,00%. Nel passaggio ta il 2010 ed il 2011 il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un valore di 8.490 unità fino ad un valore pari a 8.924 unità ovvero pari ad una variazione di 434 unità pari a 5,11%. Nel passaggio tra il 2011 ed il 2012 il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un ammontare pari a 8.924 unità fino ad un valore pari a 8.895 unità ovvero pari ad una variazione di -29 unità pari a -0,32%. Nel passaggio tra il 2012 ed il 2013 il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un ammontare pari a 8.973 unità fino ad un valore pari a 9.134 unità ovvero pari ad una variazione di 161 unità pari a 1,79%. Nel passaggio tra il 2013 ed il 2014 il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un valore pari a 8.973 unità fino ad un valore pari a 9.134 unità ovvero pari ad una variazione di 161 unità pari a 1,79%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un valore pari a 9.134 brevetti fino ad un valore pari a 9.602 unità ovvero pari ad un valore di 468 unità pari ad un valore del 5,12%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il numero dei brevetti presentati all’EPO è diminuito da un valore pari a 9.602 unità fino ad un valore pari a 9.555 unità pari a -46 unità pari a -0,48%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il numero dei brevetti presentati dai francesi all’EPO è passato da un valore pari a 9.555 unità fino ad un valore pari a 9.503 unità pari ad una riduzione di -53 unità pari a -0,55%. Nel complesso del periodo considerato il numero dei brevetti presentati dai francesi nei confronti dell’EPO è aumentato di 765 unità pari ad un valore di 8,76%.

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Figura 4. Brevetti presentati all’EPO. Fonte: Eurostat

Regno Unito.Il numero dei brevetti presentati dagli inglesi all’EPO è cresciuto nel periodo tra il 2008 ed il 2017 da un valore pari a 5.391 unità fino ad un valore di 5.437 unità pari ad una crescita di 46 unità pari a 0,85%. Tra il 2008 ed il 2009 il numero dei brevetti presentati dagli inglesi all’EPO è aumentato da un valore pari a 5.391 unità fino ad un valore pari a 5.448 unità ovvero pari a 56 unità pari a 1,05%. Nel passaggio tra il 2009 ed il 2010 il numero dei brevetti presentati dagli inglesi nei confronti dell’EPO è passato da un valore pari a 5.448 unità fino ad un valore pari a 5.353 unità pari ad un valore di -95 unità pari a -1,74%. Nel passaggio tra il 2010 ed il 2011 il numero dei brevetti presentati dal Regno Unito all’EPO è passato da un valore pari a 5.353 unità fino ad un valore di 5.435 unità ovvero pari a 82 unità pari a 1,52%. Nel passaggio tra il 2011 ed il 2012 il numero di brevetti presentati dagli inglesi all’EPO è passato da un ammontare pari a 5.435 unità fino ad un valore pari a 5.389 unità ovvero pari a -46 unità pari a -0,84%. Nel passaggio tra il 2012 ed il 2013 il numero dei brevetti presentati dagli inglesi è passato da un valore pari a 5.389 unità fino ad un valore pari a 5.369 unità ovvero pari a -20 unità ovvero pari a -0,36%. Nel passaggio tra il 2013 ed il 2014 il numero dei brevetti presentati dagli inglesi nei confronti dell’EPO è passato da un ammontare pari a 5.369 unità fino ad un valore pari a 5.375 unità ovvero pari ad un valore di 5 unità pari a 0,10%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il numero dei brevetti presentati dagli inglesi nei confronti dell’EPO è passato da un valore pari a 5.375 unità fino ad un valore pari a 5.692 unità ovvero pari ad una variazione di 317 unità pari ad un valore di 5,91%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il numero dei brevetti presentati dagli inglesi nei confronti dell’EPO è passato da un ammontare pari a 5.692 fino ad un valore pari a 5.543 ovvero pari ad una variazione di -149 unità pari a -2,61%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il numero di brevetti presentati dagli inglesi all’EPO è passato da un valore pari a 5.543 unità fino a 5.437 unità ovvero pari ad un valore di -106 unità pari a -1,92%.

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Figura 5.Variazione annuale del numero di brevetti presentati all’EPO. Fonte: Eurostat

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Figura 6.Variazione percentuale del numero dei brevetti presentati all’EPO. Fonte: Eurostat.

Un modello interpretativo dei dati

Il numero dei brevetti è un indicatore molto rilevante di quelle che sono le possibilità di un paese di viver con successo nell’interno dell’economia della conoscenza. Occorre innanzitutto considerare che l’economia della conoscenza è una necessità ed una opportunità prodotta dallo sviluppo tecnologico che consente di innestare nell’interno delle imprese e della pubblica amministrazione una capacità produttiva ulteriore. L’economia necessita di innovazioni per potere portare avanti il processo dinamico, per rompere gli equilibri statici, e creare delle opportunità di profitto e di successo economico.

La brevettazione è in questo senso un elemento molto rilevante. E’ pure vero che non tutte le innovazioni e le scoperte sono brevettate e quindi la brevettazione non è che una parte del complesso meccanismo che porta le organizzazioni a cercare la innovazioni. Molte innovazioni, molte scoperte non sono brevettabili, anche per il processo attraverso il quale vengono predisposte che riguarda la collaborazione e la cooperazione tra vari professionisti, ricercatori, team, aziende ed istituzioni. Il brevetto è pertanto una sintesi la quale effettivamente risulta essere una rappresentazione del complesso delle innovazioni che possono essere realizzate attraverso la ricerca scientifica.

Inoltre occorre anche considerare che le regole della brevettazione possono cambiare, e cioè che può essere brevettato in alcuni paesi non è detto che possa essere brevettato in altri paesi. Tuttavia, pure con tutte le limitazioni si può assumere che la brevettazione è un indice del tasso di ricerca e sviluppo presente in un paese.

Pertanto

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Le determinanti essenziali della ricerca possono essere indicati di seguito:

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Di seguito vengono analizzati i singoli elementi esplicativi:

  • Competitività:la competitività è essenziale nell’interno dello sviluppo degli incentivi che sono in grado di orientare gli operatori economici alla brevettazione. La competitività deve essere pertanto sia una dimensione del mercato, sia una dimensione delle imprese. Le imprese competitive possono avere degli incentivi a innovare, a fare ricerca e sviluppo. Tuttavia è pure vero che i mercati caratterizzati da elevato tasso di innovazione e ricerca non sono mai dei mercati concorrenziali, sono mercati moderatamente concorrenziali, i quali cioè offrono alle imprese sufficienti sicurezze di potere utilizzare la propria innovazione per procedere ad incassare il profitto del mercato. Quindi la competitività deve essere soprattutto una tensione dell’impresa operante nell’interno di mercati che siano caratterizzati dalla concorrenza monopolistica, che siano oligopolistiche ed anche monopolistiche.
  • Sistema industriale:I paesi che fanno brevettazione sono molto orientati nei confronti dello sviluppo del sistema industriale. Come mostrano i dati la Germania ha un valore della brevettazione doppio rispetto al valore Francia e triplo rispetto al valore del Regno Unito. Occorre quindi che l’industria sia rilevante nell’interno della produzione del prodotto interno lordo del paese e che quindi possa consentire alle imprese di sviluppare tecnologie con una adeguata probabilità che queste vengano ad essere recepite sia nel mercato business to business che nel mercato business to customer.
  • Capitale umano qualificato:il capitale umano qualificato è necessario per portare le imprese e le organizzazioni pubbliche alla realizzazione della ricerca e sviluppo. Il capitale umano qualificato impiegato nella ricerca e sviluppa diventa allora l’elemento essenziale per consentire alle organizzazioni pubbliche e privati di realizzare l’innovazione tecnologica.
  • Sistema formativo professionalizzante:il sistema formativo professionalizzante è necessario perché esso consente di formare i lavoratori che possono essere applicati alla ricerca. In questo senso appare evidente il ruolo del sistema universitario sia graduate sia postgraduate.
  • Concentrazione Imprese:il grado di concentrazione delle imprese è rilevante in quanto le imprese di grandi dimensioni, ovvero le big corporations possono essere incentivate ad attivare dei dipartimenti di Ricerca e Sviluppo che siano in grado di andare oltre i limiti della conoscenza costituita per arrivare a superare il limite della frontiera tecnologica. Le imprese concentrate possono inoltre avere delle economie di scala dalla brevettazione, nella forma delle esternalità positive che possono essere applicate a vari prodotti e servizi ed anche all’intero settore.
  • Incentivi di Mercato:la brevettazione può essere sostenuta da adeguati incentivi di mercato come per esempio la valutazione del marchio, degli intangibles e delle immobilizzazioni immateriali le quali possono essere utilizzate per incrementare il valore delle azioni della società. Pertanto la presenza di incentivi di mercato può incrementare le risorse che le imprese impiegano nella ricerca e sviluppo.
  • Incentivi Pubblici:gli incentivi pubblici sono essenziali per consentire alle imprese e alle organizzazioni di investire nell’interno della produzione della conoscenza sintetizzata dalla brevettazione. Infatti le incentivi pubblici sono presenti anche in caso di imprese orientate alla ricerca, poiché non è detto che esista una coincidenza tra gli obbiettivi massimizzati dalle imprese attraverso la ricerca, e gli obbiettivi che la pubblica amministrazione intende raggiungere per il tramite dell’innovazione. Il ruolo degli incentivi pubblici pertanto rimane essenziale anche quando le imprese investono nella brevettazione, per consentire di raggiungere il bene comune attraverso l’utilizzo della ricerca scientifica.
  • Profitto:il profitto viene perseguito dalle imprese attraverso l’attività di ricerca e sviluppo. La presenza di mercati contendibili, della scalabilità del mercato, può motivare il management delle imprese ad investire e a produrre brevetti nuovi.
  • Quote di Mercato:la presenza di quote di mercato che possono essere acquisite per il tramite della ricerca e sviluppo, ovvero con prodotti e servizi nuovi, tecnologicamente avanzati motiva le imprese ad investire nella ricerca e sviluppo.
  • Monopoli:le imprese monopolistiche con maggiori probabilità fanno ricerca poiché esse riescono a fare pagare il costo della ricerca ai consumatori.
  • Oligopoli:anche le imprese oligopolistiche possono investire nell’interno della ricerca e sviluppo poiché possono fare pagare i costi ed i rischi della ricerca ai consumatori.

Chiaramente il modello presentato prende in considerazione solo alcuni elementi che possono determinare la crescita delle domande di brevetti.

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Figura 7. Alcune determinanti della brevettazione

Il dibattito tra diritto di proprietà intellettuale e libertà delle scoperte scientifiche

Tuttavia occorre considerare che la questione del diritto di proprietà intellettuale suscita un certo dibattito. Non tutti infatti sono d’accordo con il fatto che il fatto di porre un diritto di proprietà intellettuale sulle scoperte possa essere un elemento positivo per incrementare la conoscenza. In questo senso si scontrano due diverse teorie, una delle quali è promulgata da Schumpeter, favorevole alle innovazioni difese con brevetto, e l’altra che ha preso piede presso i libertari e che è stata promozionata di recente dall’economista italiano Michele Boldrin, che ritiene che invece il diritto di proprietà intellettuale e quindi anche i brevetti vadano aboliti in quanto rappresenterebbero un costo insostenibile per il libero mercato.

E’ difficile dire quale sia effettivamente la soluzione migliore. Certamente è il mercato che ha in definita l’ultima parola. In definitiva i mercati perfettamente competitivi tendono a produrre un livello di conoscenza basso rispetto a quello prodotto da mercati monopolistici oppure oligopolistici. Pertanto la visione di un sistema di innovazione che sia caratterizzato dall’assenza di diritti di brevetto associato al mercato libertario potrebbe essere associato ad un valore di ricerca e sviluppo molto basso che potrebbe traslare sullo Stato la necessità di intervenire con incentivi alla ricerca. I mercati invece monopolistici ed oligopolistici sembrano per esempio essere maggiormente efficienti nell’innovazione. Ne deriva che la brevettazione ed il diritto di proprietà intellettuale è, per lo meno nelle fasi iniziali dell’implementazione della ricerca, un elemento incentivante per la produzione della conoscenza, anche se in un secondo momento, ovvero quando la conoscenza viene incorporata nei prodotti e nei servizi, può essere utile, per il bene comune, rimuovere i diritti di proprietà intellettuale.

Conclusione

In conclusione la ricerca e lo sviluppo sono sintetizzati dai brevetti in modo imperfetto. Tuttavia per accedere all’economia della conoscenza occorre sviluppare una cultura della brevettazione per incrementare le invenzioni che possono spostare in avanti la frontiera tecnologica. Le determinanti della brevettazione sono indicate in un modello esplicativo sintetico anche se parziale. I diritti di proprietà intellettuale associati ai mercati monopolistici ed oligopolistici tendono ad essere orientati alla produzione efficiente di brevetti.

Angelo Leogrande

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