La discriminazione degli innocenti

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cms_7686/sindaco_di_Montevarchi_Silvia_Chiassa.jpgLascia perplessi la decisione presa dal sindaco Di Montevarchi (Arezzo), Silvia Chiassai per risolvere la questione genitori morosi.

Succedeva infatti che nel comune erano in molti, troppi, a non onorare il conto della mensa scolastica dei propri figli, così la prima cittadina di centrodestra ha deliberato di tagliar loro i viveri. In luogo del pranzo studiato da nutrizionisti e pediatri, è stato stabilito, lo scorso lunedì, che nel piatto degli insolventi arrivi la “fettunta” per dirla in vernacolo del luogo. Il classico pane e olio.

C’è da dire che il provvedimento ha sortito in pochi giorni un risultato sorprendente: la lista dei debitori si è ridotta da 1.738 ad 8. Ma non sono mancate le polemiche. Obbligare alcuni alunni a non consumare un pasto equilibrato e adeguato allo loro età per le colpe dei genitori, non fa solo male al corpo ma pure alla psiche dei bambini. “È una discriminazione, un’intollerabile nemesi storica”, hanno sottolineato insegnanti, pedagogisti e cittadini. E il caso è diventato subito politico con un’interrogazione presentata da alcuni parlamentari Pd e, a livello regionale, della vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Lucia De Robertis, anche lei dem. Tutti hanno chiesto a gran voce di ritirare il provvedimento.

Certo, le colpe dei padri non è giusto che ricadano sui figli, per giunta minori che, dalla somministrazione di un pasto adeguato possono vedersi arrecare un danno morale oltre che materiale. Dalla scuola, elementare soprattutto, ci si aspetta protezione.

Ho trovato una voragine da 500 mila euro nel bilancio per le morosità di mense e trasporti per la stragrande maggioranza da famiglie non in difficoltà economiche”, ha detto la Sindaca. Spiegando poi che nessun bambino è rimasto o rimarrà senza mangiare perché sono stati decisi due mesi di tolleranza.

Vincenzo Fortino

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