La scuola “Romolo Capranica” di Amatrice. Le macerie raccontano…

Le indagini della Procura, una trama oscura e la vecchia Italia degli affari, raccontata involontariamente dal sisma dello scorso 24 agosto

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I giorni passano. Il coacervo di emozioni si sgretola e mentre il tempo ne sedimenta la polvere, l’inquietudine inizia a tirare calci nella testa.

La gira, spinge gli occhi a guardare dentro i buchi di quel velo, logorato dalla furia del fato, che fatica ormai a nascondere segreti troppo ingombranti. Ad Amatrice non c’è più nulla. In molti tra i sopravvissuti guardano il telefonino. Scorrono le foto di case rosa. Porte in legno dalle grosse maniglie dorate. Tegole marroni tra le quali, come nelle favole, sbruffano comignoli a colorare di bianco la distesa azzurro chiaro. Vicoli lastricati in pietra. Piazzole quadrate rinverdite qua e là da rigogliosi ciuffi di verde. La bottega del salumiere, la farmacia, il campanile, affidabile fino all’ultimo, piegato, ma non spezzato. Fermo all’ora della fine del mondo.

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Quel piccolo mondo antico che nessuno avrebbe mai voluto lasciare. Quante storie si è portato via il terremoto. 294, inghiottite da cumuli di macerie che svelano un’essenza di calce e polistirolo, di pietre impotenti, di cemento sdrucciolevole. Segreti che tornano alla ribalta. Gli stessi de L’Aquila, ma anche dell’Irpinia, della Sicilia. Quelli dell’ “Affare Italia”, per cui si teme, ma parimenti si sghignazza. Quelli degli scandali, degli arresti e dei tanti, troppi, fantasmi che alla morte non si sono mai rassegnati.

Così lo stesso copione va di nuovo in scena. A raccontarlo proprio quelle macerie, al centro di due indagini aperte dalle Procure di Ascoli e di Rieti che puntano il faro sugli edifici crollati, nonostante le recenti ristrutturazioni. Un lavoro affiancato dall’antimafia e dall’autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone.

cms_4475/foto_3.jpg"Come autorità ci occuperemo di alcune vicende che riguardano gli appalti pubblici. C’è la vicenda della scuola che per fortuna non ha fatto danni a persone, ma se il terremoto si fosse verificato in un altro momento della giornata e in un altro periodo dell’anno, noi oggi saremmo a piangere un’altra vicenda tipo San Giuliano di Puglia. Su quella vicenda va fatta chiarezza", disse il magistrato qualche giorno fa.

“I guadagni dei clan cominciano proprio dal calcestruzzo scadente. Se un edificio è fatto bene e le norme sono state rispettate non viene giù: di fronte a un forte evento sismico può lesionarsi, non implodere e sparire. L’autorità anticorruzione fa bene il suo lavoro ma non basta, tocca a noi monitorare eventuali legami delle imprese con le mafie”, ha detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, in un’intervista a Repubblica e ha assicurato: "Non si ripeterà lo scandalo dell’Irpinia".
Ad Accumoli il campanile della chiesa, restaurato con i soldi del sisma del ‘97 è venuto giù e in un attimo ha cancellato la famiglia Tuccio. Andrea, Gabriella, Stefano di 8 anni e Riccardo di soli sei mesi.

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Più emblematico il caso della scuola “Romolo Capranica” di Amatrice, edificata nel 2012. 700 mila euro che non sarebbero stati usati, secondo il senatore di Forza Italia Lucio Malan.Andiamo con ordine.

Nel 2010 il comune di Amatrice riceve un primo finanziamento di 500mila euro dal fondo per l’edilizia scolastica. Dopo il sisma dell’Aquila ne arrivano altri 200mila dalla Regione destinati al miglioramento antisismico dell’edificio.

I conti tornerebbero se non fosse che quei soldi in realtà al comune non sarebbero ancora arrivati. Chi lo dice? Il Comune.

cms_4475/foto_5.jpgTuttavia i lavori si fanno e la scuola il 13 settembre 2012, bell’e fatta apre i battenti al nuovo anno. E chi li ha fatti?

Il Consorzio Stabile Valori che ha vinto l’appalto, controllato dalla Dionigi S.r.l., di cui è socio l’avvocato amministrativista Francesco Mollica, 39 anni, nipote di Pietro Tindaro Mollica, dei quali parleremo più avanti.

Per il Consorzio i lavori sono stati eseguiti dalla Edil Qualità con sede anch’essa nella capitale.

Ma cos’ha fatto la Edil Qualità se il geologo e docente all’università dell’Aquila, Antonio Moretti, ha sostenuto, dopo aver effettuato dei sopralluoghi, di non aver visto alcun intervento di adeguamento sismico?

"Avrebbero dovuto mettere le ancore di ferro ai pilastri e le reti elettrosaldate sulle mura, ma non ne vedo traccia tra le macerie ".

“Mi stanno massacrando – ha detto a Repubblica il geometra Gianfranco Truffarelli a capo dell’impresa edile - io ho la coscienza a posto: nessuno mi ha chiesto l’adeguamento sismico, il sindaco sa quello che è stato fatto".

L’appalto aggiudicato al consorzio Stabile Valori prevedeva espressamente anche interventi antisismici.

Ma Truffarelli chiarisce: "Si sta facendo un sacco di confusione. Per il miglioramento antisismico sono stati spesi circa 160 mila euro. Gli appalti erano divisi. Uno riguardava la riqualificazione della struttura: riscaldamento, impianto antincendio, pavimentazione, servizi. L’altro il miglioramento antisismico Attenzione: miglioramento, non adeguamento".

Già perché un conto è migliorare, un conto è adeguare.

cms_4475/foto_6.jpgChiediamo al dott. Luca Paolo Vertemara, ingegnere civile strutturista, di aiutarci a far luce sulla vicenda.

Ingegnere, ci spiega in termini pratici la differenza?

“Gli interventi di adeguamento sono tutti quegli interventi atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle norme vigenti, attualmente il DM Infrastrutture 14 gennaio 2008 NTC e Circolare del 2 febbraio 2009 n. 617/C.S.L.L.P.P.

Gli interventi di miglioramento sono tutti quelli atti invece ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle norme attualmente in vigore.

Esistono inoltre interventi di riparazione o interventi locali che interessano elementi isolati e che comunque comportano un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.

Dobbiamo capire quando utilizzare l’adeguamento e quando il miglioramento sismico.

La norma ci obbliga ad intervenire, valutando la sicurezza della costruzione e, qualora necessario, a procedere all’adeguamento. Lo facciamo sempre quando:

sopraeleviamo la costruzione, la ampliamo mediante opere strutturalmente ad essa connesse, apportiamo variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incremento dei carichi globali in fondazione superiori al 10%, effettuiamo interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal precedente.

Per valutazione della sicurezza si intende un procedimento quantitativo volto a stabilire se una struttura esistente è in grado o meno di resistere alle combinazioni delle azioni di progetto contenute nelle NTC tra le quali anche la combinazione sismica ovviamente, oppure a determinare l’entità massima delle azioni, considerate nelle combinazioni di progetto previste, che la struttura è capace di sostenere con i margini di sicurezza richiesti dalle NTC.

Per capire quale intervento fosse stato più appropriato alla scuola di Amatrice avremmo necessità di visionare i progetti esecutivi con tutti gli allegati quali relazione di calcolo ecc.

Da un esame della documentazione reperita in rete sembra che gli interventi effettuati dall’impresa siano stati relativi all’impianto di riscaldamento, impianto antincendio, pavimentazione e servizi igienici.

In ogni caso l’intervento, dichiarato di miglioramento sismico, effettuato dall’impresa di costruzioni che ha eseguito i lavori è di difficile valutazione a posteriori, non avendo a disposizione la documentazione su richiamata”.

La legge prevede degli adempimenti obbligatori nei territori a rischio sismico?

“Partiamo dal fatto che ormai tutto il territorio italiano è a rischio sismico.

L’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003 n. 3274 poneva l’obbligo di procedere a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari, degli edifici di interesse strategico, delle opere infrastrutturali (la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile) e degli edifici e delle opere infrastrutturali che possano assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Queste verifiche dovevano essere effettuate entro 5 anni dalla data della presente ordinanza prorogata poi fino al 2013”.

Un edificio ben edificato, secondo lei, sarebbe crollato comunque anche se solo migliorato e non adeguato?

“Secondo me dobbiamo fare una distinzione netta tra edificazione e progettazione. La realizzazione di interventi di miglioramento o adeguamento sismico deve necessariamente essere effettuata seguendo un progetto strutturale ben definito. L’impresa, presumo, avrà realizzato le opere secondo un capitolato e un progetto di un ingegnere recante la valutazione della sicurezza ante e post intervento che ovviamente deve farsi sull’intero edificio e non solo su parte di esso.

Dalle foto presenti in rete ho potuto constatare che una parte dell’edificio risulta ancora in opera. A posteriori risulta comunque difficile dare un giudizio su cosa sarebbe accaduto, anche perché non possiamo escludere che l’impresa abbia eseguito quanto previsto nel progetto”.

Nel caso di una terra sismica, è possibile che un bando preveda il miglioramento e non l’adeguamento?

“Teniamo conto che il Comune di Amatrice si trova in zona Sismica 1 con ag=0,298 per un edificio scolastico. Un azione sismica tra le più severe nel nostro territorio. Alla luce di tale dato possiamo pensare che l’intervento di adeguamento sarebbe stato economicamente molto impegnativo per le risorse comunali. Il progettista avrà sicuramente ottemperato a quanto previsto dalle norme in sede di progettazione e quindi avrà optato per un intervento di miglioramento, potendolo utilizzare”.

Un edificio adeguato può crollare con un sisma di quell’intensità?

“Un edificio progettato per una prestazione tale per cui il livello di sicurezza sia adeguato alle norme vigenti poteva subire lievi danni per una azione sismica come quella subita dalla scuola di Amatrice”.

Secondo lei quanto sarebbe potuto costare in linea di massima un intervento di adeguamento?

“Difficile stimare il costo senza aver valutato lo stato di sicurezza ante e post. Tenga conto che in zona Sismica 1, in altre regioni, ho effettuato degli adeguamenti. Il costo non è mai stato inferiore a 1.000 euro a metro quadro”.

Se non fosse sopravvenuto il terremoto, un nuovo cantiere sarebbe stato aperto. “Lavori urgenti” riportava il bando, stilato per il rifacimento del tetto, dopo soli tre anni dall’ultimo intervento di ristrutturazione.

L’appaltatore? La gara è stata vinta da un’impresa finita in un’indagine sulla ricostruzione post terremoto a L’Aquila.

Alla luce dei primi elementi raccolti diventa quanto mai urgente il reperimento di tutti gli incartamenti inghiottiti dal crollo dell’archivio comunale.

cms_4475/foto_7.jpgPerché il timore concreto che possano sparire per sempre iniziamo a nutrirlo. Timore condiviso anche dal Procuratore capo Giuseppe Saieva che ha predisposto il sequestro di ciò che resta degli edifici del Comune.Devono infatti essere disaminate le carte, valutati i progetti e attenzionati i collaudi. Sono stati effettuati correttamente?

L’Autorità Nazionale Anticorruzione proprio sugli appalti vuole vederci chiaro. A partire da quei 700mila euro, spesi tra il 2011 e il 2012.

Eh si perché secondo l’Anticorruzione quei soldi sarebbero stati spesi. Nel 2011 e nel 2012 per due tipologie di lavori: “miglioramento termico, della pavimentazione, efficientamento dell’impianto elettrico, sistemazione del piazzale e del cortile esterno” per un importo pari a 511.000 euro il primo, deliberato il 29 settembre 2011 e “miglioramento sismico del polo scolastico verticalizzato” per 157.500 euro il secondo.

La prima incongruenza: il secondo contratto, firmato il 25 settembre 2012, è frutto di una clausola del primo che dava al Comune la possibilità di affidare alla stessa impresa un ulteriore incarico con lo specifico oggetto di lavori sopra riportato. Come se sapessero che avrebbero riaperto il cantiere l’anno successivo. Ma fin qui nulla di irregolare.

Perché un lavoro per quell’importo è stato oggetto di affidamento diretto, contravvenendo al disposto normativo in materia di appalti pubblici?

Finora si è trovata traccia solo della prima gara, quella di 511.000 euro, i cui lavori sarebbero stati pagati col denaro erogato dal Fondo per l’edilizia scolastica per intenderci.

La domanda delle domande che vorremmo rivolgere al sindaco è una: “Signor Sindaco, ma perché, dopo il terremoto dell’Aquila, in una zona a rischio sismico 1 sono stati oggetto del bando lavori che solo in minima parte avevano a che vedere con la messa in sicurezza rispetto a un eventuale sisma?”

Come ci ha detto l’ing. Vertemara, alla base dei lavori doveva esserci un progetto realizzato da un tecnico e recante una valutazione ante e post intervento da effettuarsi sull’intero edificio.

Il plesso “Romolo Capranica” si è sbriciolato, come un castello di sabbia che si asciuga al sole.

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Sergio Pirozzi sostiene che dopo il terremoto dell’Aquila i tecnici giurarono che l’edificio era a posto. "Per la stabilità della scuola io ricevetti addirittura i complimenti".

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Il cartello, affisso nel cortile a chiusura dei lavori, celebrava la “sontuosa opera di ristrutturazione dell’intero edificio, realizzata in poco più di tre mesi, consistente soprattutto nell’adeguamento della vulnerabilità sismica”.

Nelle scuole ci vanno i figli dell’Italia. Tale asserto dovrebbe obbligare a un’attenzione che non ammetta leggerezze… o peggio.

Il Consorzio Stabile Valori

cms_4475/foto_10.jpgCome un gioco di Matrioske, ogni contenitore ne nasconde un altro. Così quanto narrato finora ci porta ad aprire un’altra bambolina di legno, quella del Consorzio Stabile Valori che annovera la Edil Qualità di Truffarelli sulla quale grava il dubbio del mancato possesso dei requisiti tecnico-operativi che le avrebbero consentito l’effettuazione dei lavori.

Ma chi è questo Consorzio Stabile Valori, controllato dalla Dionigi S.r.l. legata alla famiglia Mollica?

Un “punto di riferimento” dicono loro.

Diverse opere pubbliche compiute in tutta Italia, non ultima la costruzione delle fondamenta di Expo per 18 milioni di euro nel 2013.

E un pedigree giudiziario di assoluto rilievo che inizia nel lontano 1991, l’anno dello scioglimento per mafia del Comune di Piraino.

“In meno di tre anni i fratelli Mollica si trasformano in un sostanzioso gruppo finanziario che si aggiudica ripetutamente appalti per svariati miliardi in Sicilia e fuori dall’ isola" disse l’allora ministro Enzo Scotti.

Nel 2013 viene sciolto anche il Comune di Augusta nel siracusano e di nuovo il nome torna alla ribalta delle cronache per il rapporto d’amicizia e di affari con Francesco Scirocco, arrestato nel 2011.

Arriviamo al 2015. Pietro Tindaro Mollica viene arrestato a Roma, nell’ ambito dell’indagine “Variante inattesa”, con l’accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia.

L’ inchiesta, condotta dalla DDA, ha fatto luce sul crack del consorzio Aedars e sull’aggiudicazione, da parte dei Mollica, di una serie di appalti pubblici per il valore complessivo di 118 milioni.

Scrive il gip: "Dagli atti è facilmente evincibile come Mollica applichi un metodo delinquenziale".

Nel curriculum della famiglia anche una recente condanna in appello a Messina per la bancarotta fraudolenta dell’impresa madre, la Siaf che avrebbe legami con Cosa Nostra. Fu Angelo Siino a dire che nella lista degli imprenditori che si spartivano gli appalti c’erano anche loro. Dichiarazioni considerate però “troppo generiche” per avere un seguito.

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Da allora ad oggi si teme che poco sia cambiato nel modus operandi della famiglia. Lo spettro di quel sistema fatto di aggiudicazioni, di aperture e chiusure attività, di prestanome e di fallimenti pilotati aleggia sulle macerie sequestrate della scuola e alcune delle sue trame potrebbero essere ricostruite dagli incartamenti sepolti sotto gli edifici del Comune.

L’ipotesi corruttiva, sulla quale un sempre più scricchiolante “business Italia” ha poggiato per troppo tempo le sue fondamenta, potrebbe allora assumere la concretezza di un fatto reato.

Cosa può pensare davvero qualcuno che ha dedicato l’intera vita a indagare sui retroscena delle versioni ufficiali? Probabilmente niente, immagino che non votasse neppure; sapeva troppe cose” (Michel Houllebecq).

Silvia Girotti

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