La speranza della riapertura
La Cei dialoga con il governo per la fase due

“E’ fondamentale dare una risposta alle attese della gente, anche come contributo alla coesione sociale nei diversi territori”. Parole di speranza ricche di malinconia, così si è espresso il segretario generale della Cei Bassetti sull’inizio della fase due. Con la pandemia, la chiesa ha vissuto uno dei momenti più bui della sua millenaria storia, costringendo milioni di fedeli a non potersi recare nei luoghi di culto.
Come ben sappiamo, il Coronavirus ha cambiato il modo di concepire la fede mobilitando i sacerdoti a trovare soluzioni pratiche per arrivare al popolo di Dio. Ebbene nonostante la catena di solidarietà e la grande voglia di fratellanza, i vertici vaticani iniziano a ragionare con il governo sulla fase due per garantire una progressiva riapertura al culto. Nella video conferenza, dov’era presente il Consiglio Permanente, ci si è focalizzati sulla messa crismale rinviata a causa della pandemia.
Questa celebrazione è l’emblema dello spirito sacerdotale, quindi è di vitale importanza per l’intero clero che ogni anno rinnova le promesse sacerdotali. Pertanto, la data indicata dai vertici ecclesiali è riconducibile a domenica 30 maggio solennità di Pentecoste. Sostanzialmente sarebbe l’ultima domenica disponibile, con la speranza di riuscire nell’intendo.
Al momento non sono ben chiare le modalità di messa in sicurezza, ma tutto il Consiglio Permanente sta lavorando incessantemente per arrivare ad una soluzione semplice e nello stesso tempo sicura per tutti. L’unica certezza lasciata trapelare, è quella inerente al rinvio dell’Assemblea generale della Cei. Infatti, l’incontro era previsto a Roma dal 18 al 21 maggio, ma sarà tutto posticipato a novembre. Un incontro cruciale per redistribuire gli incarichi da nord a sud, che vede coinvolte tutte le chiese italiane. Per il momento restano a loro posto, sia i presidenti delle Commissioni Episcopali e sia i vice presidenti dell’area nord.
Eccetto queste beghe politiche, che attanagliano la chiesa da anni. La speranza si riversa in una lenta e graduale riapertura, perché mai come in questo triste momento storico la gente ha bisogno di pregare e di risperare.
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