La spesa per i servizi ricreativi, culturali e religiosi in Europa
Gli Stati possono difendere le proprie tradizioni culturali, linguistiche e di culto attraverso la spesa pubblica
L’Eurostat calcola il valore della spesa in Ricreazione, Cultura e Religione come percentuale del PIL. La voce è complessivamente composta dagli elementi indicati di seguito:
- servizi ricreativi e sportivi;
- servizi culturali;
- servizi di radiodiffusione e pubblicazione;
- servizi religiosi e di altro tipo;
- ricerca e Sviluppo applicata ai temi della Ricreazione, cultura e religione.
I dati possono essere organizzati in forma di ranking con riferimento al 2016. Al primo posto della classifica si trova l’Ungheria con un valore pari a 3,3% del PIL, seguita da Islanda con un valore pari a 3,00% ed Estonia con un valore pari a 2,1%. A metà classifica si trovano Spagna, Polonia e Svezia con un valore della spesa per servizi di Ricreazione, Cultura e Religione pari ad un valore dell’1,1% del PIL. Agli ultimi posti della classifica si trovano Svizzera con un valore della spesa in servizi ricreativi, culturali e religiosi pari allo 0,8% del PIL seguita da Regno Unito con un valore pari a 0,6% e Irlanda con un valore pari a 0,5%. Di seguito si prende in considerazione il ruolo della spesa per servizi di ricreazione, culturali e religiosi per l’Italia, la Francia e la Germania.
Italia. Il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi espressa in percentuale del prodotto interno lordo ha avuto un andamento altalenante nel passaggio tra il 2008 e il 2016 rimanendo comunque compresa tra lo 0,7% e lo 0,9%. Nel 2008 il valore della spesa pubblica per servizi creativi, culturali e religiosi in Italia come percentuale del PIL è stato pari ad un valore di 0,8%. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi è passato da un valore di 0,8% fino ad un valore di 0,9% ovvero pari ad una crescita di 0,1 unità ovvero una variazione pari a 12,50%. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi è passato da un valore di 0,9% fino ad un valore di 0,8% ovvero pari ad una riduzione di 0,1 unità ovvero una variazione pari a -11,11%. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Italia come percentuale del prodotto interno lordo italiano è passato da un valore di 0,8% fino ad un valore di 0,7% ovvero pari ad una riduzione di 0,1 unità ovvero una variazione pari a -12,50%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Italia come percentuale del prodotto interno lordo italiano è rimasta costante ad un valore pari a 0,7%. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Italia come percentuale del prodotto interno lordo italiano è passato da un valore di 0,7% fino ad un valore di 0,8% ovvero pari ad una crescita di 0,1 unità ovvero una variazione pari a 14,29%. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Italia come percentuale del prodotto interno lordo italiano è passato da un valore di 0,8% fino ad un valore di 0,7% ovvero pari ad una riduzione pari ad un valore di 0,1 unità ovvero una variazione pari a -12,50%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Italia come percentuale del prodotto interno lordo italiano è passato da un valore di 0,7% fino ad un valore di 0,8% ovvero pari ad una crescita pari ad un valore di 0,1 unità ovvero una variazione pari a 14,29%. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 il valore della spesa pubblica per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Italia come percentuale del prodotto interno lordo italiano è rimasto costante ad un valore pari a 0,8% del PIL.
Francia. Il valore della spesa in servizi ricreativi, culturali e religiosi in Francia come percentuale del prodotto interno lordo francese ha avuto un andamento altalenante nel periodo tra il 2008 e il 201 rimando compresa tra un minimo dell’1,2% nel 2016 ed un massimo pari ad un valore di 1,5% nel 2013. Nel 2008 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi come percentuale del PIL è stato pari ad un valore di 1,3%. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Francia come percentuale del prodotto interno lordo francese è passato da un valore pari a 1,3% fino ad un valore di 1,4% ovvero una variazione pari a 0,1 unità con un valore percentuale pari a 7,69%. Nel passaggio tra il 2009 e il 2010 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Francia come percentuale del prodotto interno lordo francese è rimasta costante ad un valore pari a 1,4%, un valore che ha conservato fino al 2012. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Francia espressa come percentuale del PIL francese è passato da un valore pari a 1,4% fino ad un valore pari 1,5% ovvero una crescita pari ad un valore di 0,1 unità equivalente ad un valore di 7,14%. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Francia come percentuale del PIL francese è passato da un valore pari a 1,5% del PIL fino ad un valore pari a 1,4% del PIL ovvero una variazione pari ad un valore di -0,1 unità pari ad una riduzione di -6,67%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Francia come percentuale del PIL francese è passato da un valore pari a 1,4% del PIL fino ad un valore pari a 1,3% del PIL ovvero una variazione pari ad un valore di -0,1 unità pari ad una riduzione di -7,14%. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Francia come percentuale del PIL francese è passato da un valore pari a 1,3% del PIL fino ad un valore pari a 1,2% del PIL ovvero una variazione pari ad un valore di -0,1 unità pari ad una riduzione di -7,69%.
Germania. Il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Germania come percentuale del prodotto interno lordo tedesco è cresciuta nel periodo tra il 2008 e il 2016 variando nell’interno di un range avente un valore minimo pari a 0,7 ed un valore massimo pari a 1,00. Nel passaggio tra il 2008 e il 2009 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Germania come percentuale del prodotto interno lordo tedesco è rimasta costante ad un valore pari a 0,8, un valore che ha conservato fino al 2011. Tra il 2011 e il 2012 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Germania come percentuale del PIL tedesco è passata da un valore pari a 0,8 fino ad un valore pari a 0,7 ovvero una riduzione pari ad un valore di 0,1 unità pari ad un valore di 12,50%. Tra il 2012 e il 2013 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Germania come percentuale del PIL tedesco è passata da un valore pari a 0,7 fino ad un valore pari a 1,0 ovvero una crescita pari ad un valore di 0,3 unità pari ad un valore di 42,86%. Tra il 2013 e il 2014 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi in Germania come percentuale del PIL tedesco è rimasta costante ad un valore pari a 1,00%. Nel confronto tra il 2008 e il 2016 il valore della spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi è cresciuta di un valore pari a 0,2 unità pari ad un valore del 25,00%.
Conclusione. La spesa per servizi ricreativi, culturali e religiosi rappresenta l’interesse del governo nei confronti della difesa e promozione dei prodotti e dei servizi legati alla produzione della cultura nazionale. I prodotti immateriali e materiali finanziati dallo Stato consentono alla popolazione di permanere nell’interno della propria tradizione culturale. Gli stati che accrescono la spesa nei servizi ricreativi, culturali e religiosi sono pertanto interessati alla conservazione e promozione della lingua e delle produzioni artistiche e letterarie che caratterizzano un popolo. Tuttavia è necessario anche sottolineare che la spesa indicata è solo una parte della spesa complessiva nell’interno dell’economia della cultura, che in un paese come l’Italia, ed in Europa in generale, è anche una spesa per la difesa e conservazione del patrimonio architettonico-monumentale e del paesaggio.
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