La tragedia nella tragedia

Storie di sfollati

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Il crollo del ponte Morandi a Genova ha provocato decine di vittime (il numero reale è ancora da definirsi, a causa dei dispersi e delle difficoltà oggettive nel sollevare importanti pezzi di cemento armato, il cui peso è davvero elevato) e feriti, una ventina circa, di cui alcuni in codice rosso.

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Queste le vittime accertate, che hanno perso la vita o, nella migliore delle ipotesi, sono state ricoverate negli ospedali genovesi a causa dei traumi riportati.

Ma ci sono delle altre vittime invisibili a cui vorremmo dar voce, poiché hanno perso (o perderanno) la loro casa, spesso unico rifugio e porto sicuro d’approdo.

Tra Sampierdarena e Rivarolo, circa settecento persone sono state allontanate dalle proprie abitazioni poiché la restante parte del ponte, quella al momento in piedi, potrebbe crollare e, secondo quanto si è appreso nelle ultime ore, sarà difficile salvare gli edifici sottostanti, dovendo procedere quasi certamente con l’abbattimento della struttura sospesa nel vuoto.

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Il giorno successivo alla tragedia, grazie all’ intervento dei vigili del fuoco, è stato possibile recuperare gli animali domestici presenti all’interno degli appartamenti, così per le strade di Genova incontravi uomini con in mano una gabbietta, un’ampolla di vetro per pesciolini rossi, un trasportino o un guinzaglio.

Pezzi di vita, ai più sconosciuti, che si intrecciano in un unico destino: il 14 agosto sarà una data che ricorderanno per sempre, perché alle 11:36 di quel mattino piovoso hanno perso tutto, o quasi.

Sfollate anche le fabbriche sottostanti, i cui operai probabilmente dovranno attendere molto tempo prima di ritornare al lavoro, se mai ritorneranno.

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Anche oggi, alcuni abitanti delle case a ridosso del ponte, sfidando i divieti delle forze dell’ordine, hanno provato a ritornare nei propri appartamenti con le più disparate motivazioni.

C’è chi vorrebbe recuperare dei medicinali, chi oggetti preziosi, chi ricordi a cui è affettivamente legato, ma tutti con un’unica consapevolezza: quasi certamente sarà l’ultima occasione per rivedere e salutare la propria casa.

Lucia D’Amore

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