Laboratoio fantasma all’Istituto Superiore di Sanità

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qualche giorno fa, è andata in onda nella trasmissione televisiva giornalistica “Report”, un’inchiesta che ha denunciato lo stato di alto degrado del laboratorio dell’Istituto Superiore di Sanità, incaricato di certificare la sicurezza di dispositivi che vengono impiantati nel corpo, quali ad esempio pacemaker e defibrillatori.

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A seguito di questa pubblica denunzia di “Report”, la Procura della Repubblica di Roma, su disposizione del Pm Dottor Giorgio Orano, ha deciso di aprire un fascicolo, affidando le indagini al nucleo della Polizia investigativa Tributaria della Guardia di Finanza, coordinato dal Colonnello Cosimo di Gesù.

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La Guardia di Finanza è immediatamente passata a perquisire l’Istituto Superiore di Sanità. Gli Ispettori sono entrati nel laboratorio fantasma, poi sono andati a cercare di reperire i certificati e i rapporti di conformità. Stanno anche cercando i pacemaker inviati negli ultimi mesi dalle aziende in attesa della certificazioneL’ufficio che fino ad oggi ha rilasciato le certificazioni dopo i test del laboratorio fantasma è il Tesa e il nucleo investigativo della Guardia di Finanza ha anche fatto visita al suo responsabile Pietro Bartolini.

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Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha disposto l’avvio di un’indagine amministrativa urgente proteso ad accertare l’effettivo svolgimento dei fatti, chiedendo al Commissario Straordinario Gualtiero Ricciardi “di effettuare un audit interno urgente, di riferirne gli esiti al Ministero vigilante e di assumere senza indugio ogni iniziativa, anche di tipo giurisdizionale, per garantire il buon andamento dell’azione dell’Istituto”.

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L’Onorevole Arturo Scotto, appartenente al gruppo SEL, dopo aver presentato un’interrogazione parlamentare alla Ministra, si chiede come sia potuto succedere “che uno degli organismi europei notificati a certificare i dispositivi che vengono impiantati nel nostro corpo, e l’unico in Italia per i pacemaker, emetta certificazioni senza sottoporre tali dispositivi medicali a severi test di laboratorio?” Sembrerebbe, da quanto appreso dalla trasmissione televisiva “Report” che l’Istituto Superiore di Sanità fosse già a conoscenza che il laboratorio non funzionasse sin dal settembre 2010, quando con uno scambio di lettere protocollate, un ingegnere incaricato di migliorare l’efficacia dei controlli sulla sicurezza dei pacemaker, rinunciava all’incarico perché impossibilitato a svolgere le attività previste, “in quanto il laboratorio, a causa delle condizioni in cui è ridotto, di fatto non esiste” (le parole virgolettate sono estrapolate dal documento di rinuncia dell’ingegnere).

Francesco Mavelli

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