Le sofferenze bancarie globali

Indicano una condizione di fragilità del sistema bancario che può degenerare in una crisi finanziaria con la trasformazione dei crediti in sofferenza in crediti inesigibili

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La banca mondiale calcola la percentuale di prestiti in sofferenza rispetto ai prestiti lordi effettuati dalle banche. La percentuale dei prestiti in sofferenza rispetto ai prestiti lordi effettuati manifesta una condizione di criticità per il sistema bancario di un determinato paese. Infatti quanto la percentuale dei prestiti in sofferenza rispetto ai prestiti lordi cresce significa che aumenta la difficoltà delle banche di procedere al recupero dei prestiti che sono stati concessi nei confronti delle imprese e delle famiglie. In modo particolare le sofferenze bancarie potrebbero trasformarsi in crediti inesigibili facendo segnare una perdita secca per le banche. In caso di aumento delle sofferenze bancarie aumenta anche la probabilità di manifestazione di una vera e propria crisi bancaria. La crescita del valore delle sofferenze bancarie pertanto non produce di per sé una crisi, quanto piuttosto pone le premesse per la manifestazione di una crisi bancaria, nella misura in cui i crediti in sofferenza vengono ad essere trasformati in crediti inesigibili. Tuttavia, per i bilanci delle banche, ed in generale, per il complesso del sistema bancario nazionale, la presenza di una condizione di crescita delle sofferenze, potrebbe spingere il regolatore, ovvero la banca centrale, a chiedere alle banche di incrementare i valori predisposti a riserva. Ed è in questo modo che può venire effettivamente a creare una stretta creditizia che degenera in una vera e propria crisi finanziaria a fondamento bancario. Infatti con la stretta creditizia, le imprese e le famiglie vedono ridursi le risorse finanziarie, gli investimenti iniziano a diminuire, e l’economia tende a bloccarsi. Il blocco dell’economia dovuto alla stretta creditizia sommato alla fragilità finanziaria rappresentata dai crediti in sofferenza può effettivamente generare una vera e propria crisi finanziaria.

Tuttavia è necessario anche considerare quelle che possono essere le motivazioni per la manifestazione di un aumento delle sofferenze bancarie intesa come una crescita della fragilità finanziaria delle famiglie e delle imprese che viene trasferita nei bilanci delle banche. La crescita delle sofferenze bancarie avviene in relazione alla riduzione del reddito, dovuto sia a motivazioni di carattere esogeno che endogeno al sistema produttivo. Le crisi possono quindi essere prodotte sia da shock esterni come per esempio possono essere quelle derivanti dal peggioramento del commercio internazionale, o dal rallentamento della crescita economica globale, sia da shock interni, come può accadere per esempio per taluni settori in difficoltà costretti a licenziare i lavoratori, o anche alla presenza congiunta di un peggioramento della condizione della competitività del paese sommata alla riduzione della stabilità del bilancio pubblico. Talvolta le cause esogene, ovvero gli shock esterni, e le cause endogene, ovvero gli shock interni, possono effettivamente sommarsi e creare le condizioni per la manifestazione del “worst case scenario” nel quale al peggioramento dello scenario internazionale si somma anche il peggioramento della competitività interna. In queste condizioni molti lavoratori possono diventare disoccupati e molte imprese possono essere costrette dalla market discipline a dichiarare fallimento e quindi si vengono a creare le condizioni per quell’indebolimento del reddito, sia nelle famiglie che nelle imprese, che è la condizione dalla quale scaturisce la crescita delle sofferenze bancarie.

I dati che sono stati analizzati di seguito fanno riferimento al 2017 e vengono organizzati nella forma del ranking. Al primo posto nella classifica con riferimento al 2017 vi è l’Ucraina con il 54,54% dei debiti prestati in sofferenza, seguita dal San Marino con una percentuale pari a 48,91% e dalla Grecia con un valore pari a 45,57%. A metà classifica si trovano Tailandia con il 3,07% dei prestiti bancari in sofferenza, seguita da Panama con il 3,05% e dal Belgio con il 2,92%. Agli ultimi posti si trovano Svizzera con lo 0,64%, Canada con lo 0,48% e Monaco con lo 0,23%.

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Figura 1. Prestiti bancari in sofferenza rispetto al valore totale dei prestiti bancari.

Di seguito si analizzano i dati relativi all’Ucraina, a San Marino e alla Grecia a partire dal 2010.

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Figura 2. Andamento dei prestiti bancari in sofferenza come percentuale dei prestiti totali. Fonte: World Bank.

Ucraina. La percentuale di prestiti bancari dell’Ucraina come percentuale dei prestiti complessivi è cresciuta nel periodo tra il 2010 ed il 2017, segno di un indebolimento strutturale dell’economia ucraina con riferimento sia alle famiglie che alle imprese. Infatti nel 2010 la percentuale di prestiti in sofferenza è stata pari in Ucraina al 15,27 ed addirittura nel 2011 la percentuale dei prestiti in sofferenza sul totale dei prestiti Ucraini era in riduzione dal 15,27% fino al 14,73% ovvero una riduzione pari allo 0,53 punti pari ad una riduzione del 3,50%. Nel passaggio tra il 2011 ed il 2012 la percentuale di prestiti bancari in sofferenza rispetto ai prestiti lordi per l’Ucraina è cresciuta di un valore pari a 1,81 punti percentuali ovvero una crescita pari a 12,29%. Successivamente nel passaggio tra il 2012 ed il 2013 l’ammontare dei prestiti bancari in sofferenza rispetto ai prestiti lordi è diminuito da un valore pari a 16,54% fino ad un valore pari a 12,89% ovvero una riduzione di un valore pari a 3,66 punti percentuali pari a -22,10%. Nel passaggio tra il 2013 ed il 2014 il valore dell’andamento dei prestiti in sofferenza è cresciuto da un valore pari a 12,89% fino ad un valore pari a 18,98% ovvero pari ad una crescita di 6,10 punti pari a 47,32%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 la percentuale dei prestiti bancari in sofferenza rispetto ai prestiti lordi è cresciuta da un valore pari a 18,98% fino ad un valore pari a 28,03% ovvero una crescita pari a 9,05 punti pari ad un ammontare di 47,67%, Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 l’ammontare dei prestiti bancari in sofferenza è ulteriormente cresciuto da un valore pari a 28,03% fino ad un valore pari a 30,47% ovvero pari aduna variazione di 2,43 punti percentuali pari all’8,68%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 l’andamento dei prestiti bancari in sofferenza in Ucraina è passato da un valore pari al 30,47% fino ad un valore pari al 54,54% ovvero una variazione pari a 24,07 punti pari ad un valore del 79,01%. Nel complesso del periodo considerato la percentuale dei crediti in sofferenza in Ucraina è crescita di 39,27 punti ovvero di un valore pari al 257,26%.

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Figura 3. Prestiti bancari in sofferenza rispetto ai prestiti totali. Fonte: Wolrd Bank.

San Marino. La percentuale di prestiti bancari in sofferenza rispetto ai prestiti lordi è cresciuta a San Marino nel periodo tra il 2010 ed il 2017. Nel 2010 la percentuale di prestiti bancari è stata pari all’11,92%. Tra il 2010 ed il 2011 la percentuale dei prestiti bancari in sofferenza è cresciuta da un valore pari a 11,92 fino ad un valore pari a 34,05 ovvero pari ad una variazione di 22,13 punti pari ad una crescita del 185,58%. Nel passaggio tra il 2011 ed il 2012 il valore della crescita dei prestiti bancari in sofferenza è diminuito a San Marino da un valore pari a 34,05% fino ad un valore pari a 20,29% ovvero pari ad una riduzione di 13,76 punti ovvero pari ad una variazione del 40,41%. Nel passaggio tra il 2012 ed il 2013 la percentuale di prestiti bancari in sofferenza rispetto ai prestiti lordi a San Marino è cresciuta da un valore pari a 20,29 fino ad un valore pari a 42,44% ovvero una crescita pari a 22,15 punti pari ad una variazione del 109,16%. Nel passaggio tra il 2013 ed il 2014 la percentuale dei prestiti bancari a San Marino è cresciuta da un valore pari a 42,44% fino ad un valore pari a 43,12% ovvero una variazione assoluta pari a 0,67 punti ed una variazione percentuale pari ad un valore di 1,59%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 la percentuale dei prestiti bancari in sofferenza è cresciuta da un valore pari a 43,12% fino ad un valore pari a 46,76% ovvero una variazione pari ad un ammontare di 3,65 punti pari ad un valore dell’8,46%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 la percentuale dei prestiti in sofferenza a San Marino è diminuita da un valore pari a 46,76% fino ad un valore pari a 43,38% ovvero una variazione pari ad un valore di -3,38 punti pari ad una variazione di -7,23%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 la percentuale di prestiti bancari in sofferenza a San Marino è cresciuta da un valore pari a 43,38% fino ad un valore pari a 48,91% ovvero una variazione pari ad un valore di 5,53 punti percentuali pari ad una variazione del 12,74%. Nel complesso del periodo considerato i prestiti bancari in sofferenza espressi in valore percentuale del valore dei prestiti complessivi è aumentato di 36,99 punti pari ad una crescita dei 310,17%.

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Figura 4. Variazione assoluta del valore delle sofferenze bancarie espresse in percentuale del valore complessivo dei prestiti. Fonte: World Bank.

Grecia. Il valore dei prestiti bancari in sofferenza rispetto al complesso dei prestiti bancari complessivi in Grecia è cresciuto nel periodo tra il 2010 ed il 2017. Nel 2010 il valore dei prestiti bancari in sofferenza era pari al 9,12% del valore dei prestiti complessivi. Tra il 2010 ed il 2011 il valore dei prestiti bancari in sofferenza è cresciuto da un valore pari a 9,12% fino ad un valore pari a 14,43% ovvero pari ad una crescita di 58,25%. Nel passaggio tra il 2011 ed il 2012 il valore dei prestiti bancari in soffernza è cresciuto da un valore pari a 14,43% fino ad un valore pari a 23,27% ovvero una crescita pari ad un valore di 8,84 punti percentuali pari ad un ammontare del 61,28%. Nel passaggio tra il 2012 ed il 2013 la percentuale di prestiti bancari in sofferenza rispetto al totale dei prestiti bancari lordi è passata da un valore pari a 23,27% fino ad un valore pari a 31,90% ovvero una variazione pari ad un ammontare dell’8,63 punti pari ad una variazione di 37,08%. Nel passaggio tra il 2013 ed il 2014 la percentuale di prestiti in sofferenza rispetto ai prestiti lordi è cresciuta da un valore pari a 31,90% fino ad un valore pari a 33,78% ovvero pari ad una variazione di 1,88 punti percentuali pari ad una variazione di 5,88%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 la percentuale di prestiti bancari in sofferenza rispetto ai prestiti lordi è cresciuta da un valore pari a 33,78% fino ad un valore pari a 36,65% ovvero una variazione pari ad un valore di 2,87 punti pari ad una crescita di 8,50%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 la percentuale di prestiti in sofferenza rispetto al totale dei prestiti è passata da un valore di 36,65 fino ad un valore di 36,30% ovvero una variazione pari ad un ammontare di -0,35 punti pari ad una variazione di -0,95%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 la percentuale di prestiti bancari in sofferenza rispetto al totale dei prestiti bancari è cresciuta da un valore pari a 36,30% fino ad un valore pari a 45,57% ovvero una variazione pari ad un valore di 9,27 punti percentuali pari a 25,55%. Nel passaggio tra il 2010 ed il 2017 nel complesso la percentuale dei prestiti in sofferenza sul totale dei prestiti per la Grecia è cresciuta di circa 36,45 punti pari ad una variazione di 399,84%.

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Figura 5. Variazione percentuale dei prestiti bancari in sofferenza considerati come percentuale dei prestiti complessivi. Fonte: World Bank.

Conclusioni. Il valore delle sofferenze bancarie, espresso come percentuale del valore complessivo dei prestiti realizzati in un paese tende a crescere con la crescita delle condizioni prodromiche alla manifestazione di una crisi finanziaria prodotta dal sistema bancario. La crisi viene ad essere resa manifesta nell’interno del sistema macro-economico attraverso la trasformazione dei crediti in sofferenza in crediti inesigibili, che vengono quindi a rappresentare delle perdite secce per il bilancio delle banche. In modo particolare la crescita delle sofferenze bancarie può essere dovuta sia a shock esterni che a shock interni. Tuttavia è assai probabile che per lo meno nel caso dell’Ucraina e della Grecia, gli shock esterni e gli shock interni abbiano agito congiuntamente creando le condizioni per il deterioramento del credito. Le crisi riducono il reddito. La riduzione del reddito definisce una condizione di difficoltà per le imprese, le famiglie ed i singoli di far fronte a obbligazioni passive a carattere finanziario come quelle per esempio connesse alle varie forme di mutuo o anche di finanziamento al consumo. La riduzione del reddito induce ad un peggioramento della condizione dei prestiti bancari in sofferenza i quali possono essere trasformati, almeno in parte in crediti inesigibili scatenando di fatto la crisi finanziaria. In caso di crescita delle sofferenze bancarie il sistema bancario nazionale, guidato dalla Banca Centrale può anche chiedere alle banche di incrementare il valore dei depositi. Tuttavia la stretta creditizia può avere degli ulteriori effetti recessivi e tradurre la difficoltà del sistema bancario in un vero e proprio baratro finanziario caratterizzato dall’ulteriore crescita di crediti in sofferenza ed inesigibili. Ne deriva pertanto l’assoluta necessità di intervenire con delle politiche economiche che sappiano mettere insieme l’intervento delle banche rispetto alla crescita dei depositi, con delle politiche fiscali espansive, che mediante investimenti strutturali possa comportare una riduzione della disoccupazione, l’innalzamento del reddito scongiurando il passaggio dalle sofferenze bancarie crescenti alla crisi finanziaria.

Angelo Leogrande

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