Leggere per vivere e imparare
“Il Cerchio Magico” di Susanna Tamaro
La letteratura per ragazzi, poderosa e preziosa, costituisce un punto di riferimento anche per i meno giovani. Alle volte è necessario ristrutturare il proprio pensiero e, per farlo, occorre mettere in atto un processo di semplificazione che recuperi l’essenzialità della parola. Un utile espediente consiste nell’invogliare i più giovani alla lettura. Leggere vuol dire alimentare la loro curiosità e stimolare la costruzione dei propri pensieri in maniera duttile, coesa, coerente e ordinata. È necessario pertanto offrire loro occasioni di lettura, già a partire dai primi anni di scuola, per favorire una più approfondita conoscenza di se stessi e del mondo circostante.
“Il Cerchio Magico” di Susanna Tamaro è un libro adatto ai giovanissimi. Già leggendo il titolo, torna in mente quella figura circolare che nell’antichità si riferiva a un rituale neopagano. Nel contesto rituale, infatti, il cerchio rappresenta quello spazio che si può creare intorno a sé e in cui è possibile compiere atti di devozione o di meditazione. Esso è inoltre simbolo di pienezza, ma anche di continuità e ciclicità. Nella psicoanalisi, il cerchio rappresenta l’affermazione del proprio sé. Per l’autrice è invece uno spazio aperto, in cui le varie forme di vita esistenti vivono in sintonia. Gli animali, alla maniera di Esopo e di Fedro, sostituiscono gli uomini e operano come loro, divenendo i protagonisti di una bella favola moderna in grado di parlare ancora al cuore di grandi e piccini.
Come per gli autori classici, la Tamaro si pone il fine dell’intrattenimento e dell’intento moralistico, in quanto desidera educare il lettore. La storia ricorda “Il Libro della giungla” di R. Kipling, uno dei romanzi per ragazzi più letti che narra del piccolo Mowgli, il cucciolo d’uomo adottato dai lupi che lo educano insegnandogli come sopravvivere nella giungla.
Il Cerchio Magico è un posto inizialmente ignoto e temuto da tutti gli abitanti del bosco: scoiattoli, germani reali, volpi, gabbiani, gatti etc. Il parco, entro cui è contenuto, è un luogo meraviglioso, frequentato da tanta gente che si diverte a correre, giocare e andare in bicicletta. Guendy, una lupa solitaria, vive in quel posto da sempre e si prende cura di Rick, un cucciolo d’uomo, il quale era venuto a sapere che nel Cerchio Magico si viveva armoniosamente. Dice l’autrice che “chi vive al suo interno ha il dono di poter comprendere tutti i linguaggi del mondo”. In questo luogo era caduta una stella che, ormai disintegrata, si trasformò in polvere magica, lucente e viva; una volta posata, essa aveva assunto la forma di un cerchio.
Il racconto si conclude in questo modo: «Ursula, una vecchia scimpanzé, disse a Rich: “Tutto finisce, cucciolo, perché tutto ricomincia… la vita è come il mondo, un cerchio. Parti, cammini e cammini e poi arrivi allo stesso posto da cui sei partito…. E non occorre stare fermi, perché chi ha le zampe deve muoversi e vivere per IMPARARE”». Stare con i propri simili vuol dire essere capaci di vivere evitando di ignorare ciò che potrebbe rivelarsi fondamentale…
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