Lo “scandalo dei rimborsi”

L’appuntamento alle urne è alle porte e, come spesso accade, c’è già chi parla di “bomba ad orologeria”, una prassi consolidata volta a screditare questo o quel partito (o movimento) politico proprio alla vigilia delle elezioni.
Lo “scandalo dei rimborsi”, al netto di queste considerazioni trasversali, ha travolto il Movimento 5 Stelle come una bufera abbattutasi su uno dei punti cardine del programma elettorale del movimento, fin dagli esordi dello stesso nel panorama politico del Paese.
Sì, perché la rinuncia a parte dei compensi, in favore dell’istituzione di un fondo per il microcredito, costituisce il leitmotiv dei Grillini che fanno leva sulla convinzione generale, per alcuni aspetti condivisibile, che i compensi dei politici siano troppo elevati.
Negli ultimi giorni, tuttavia, è emerso un “buco” da oltre un milione di euro nel fondo citato, ammanco che nelle ultime ore sta assumendo le proporzioni di una vera e propria voragine.
Il tutto è partito da un’inchiesta del programma Mediaset “Le Iene”: l’importo totale del fondo per il microcredito - al quale i pentastellati indirizzano i propri rimborsi - risulterebbe inferiore alla somma dei bonifici effettuati. Perché? Perché "spesso i bonifici delle restituzioni sono farlocchi", sostiene un ex attivista M5S intervistato dalle Iene, aggiungendo che ci sarebbero “alcuni parlamentari che dichiarano di aver fatto delle restituzioni e bonifici a favore del fondo per le piccole e medie imprese, e invece non è vero”.
Recentemente era emerso che due candidati parlamentari uscenti - Carlo Martelli, senatore novarese, e il pesarese Andrea Cecconi, in campo nell’uninominale per la Camera nel collegio di Pesaro-Urbino - non erano in regola con le “restituzioni”, ovvero per un certo periodo non avevano girato al Fondo, come si erano impegnati a fare, la metà dello stipendio da parlamentare. Si tratterebbe soltanto, alla luce di quanto emerso nelle ultime ore, della punta di un iceberg che sta sconquassando il movimento, mettendo a serio repentaglio la campagna elettorale.
I leader pentastellati assicurano che tutti coloro i quali non abbiano onorato l’impegno preso con gli elettori saranno espulsi dal movimento, ma questo non li preserva dalla inevitabile perdita di credibilità causata dagli ultimi accadimenti.
Prevedibilmente, ciò ha prodotto numerose strumentalizzazioni da parte degli “avversari politici”, ma d’altra parte la lotta “senza esclusione di colpi” alla quale ci hanno abituati è il mantra prevalente delle campagne elettorali degli ultimi decenni nella storia del nostro Paese.
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