L’ALGORITMO CHE DIVIDE LA LEGA DI ‘A’ E LA FIGC
E SE FOSSE IL MALE MINORE? OGGI, INTANTO, DECIDERÀ IL CONSIGLIO FEDERALE
Come ormai emerso chiaramente dall’Assemblea di Lega, l’algoritmo, ossia quel procedimento matematico da prendere in considerazione come ‘Piano C’ nel caso in cui il calcio dovesse definitivamente fermarsi, non piace alla quasi totalità dei club di Serie A. Cerchiamo, allora, di capire meglio come funziona questo sistema che sta facendo tanto discutere.
Questo calcolo serve, di fatto, a determinare una classifica applicando dei correttivi oggettivi in alternativa alla classica media aritmetica.
Si tratta di una valutazione che tiene conto principalmente del numero complessivo di partite giocate, di quelle disputate in casa e in trasferta e, in misura minore, dei gol fatti e subìti.
Ricapitolando, si cristallizza la classifica al momento dello stop e si procede con una proiezione dei punti – per le gare rimanenti – valutando principalmente il rendimento delle squadre sulla base della media punti (sia delle gare in casa che in trasferta) maturata fino al momento della sospensione.
Insomma, si tratta di un lavoro complesso in grado di determinare una classifica abbastanza oggettiva che non stravolge più di tanto quella reale, cioè maturata prima della sospensione.
Secondo quanto riportato da Sportitalia, infatti, cambierebbe davvero poco l’attuale classifica di Serie A se dovesse essere applicato oggi l’algoritmo.
La Juventus vincerebbe il titolo e, con la Lazio, andrebbe in Champions League insieme a Inter e Atalanta. In Europa League, invece, andrebbero Roma e Napoli. Praticamente non cambierebbe nulla, neppure l’ordine della classifica. Il Verona, invece, scavalcherebbe il Milan al settimo posto e il Genoa - sebbene a pari punti con il Lecce - si salverebbe proprio ai danni della squadra salentina.
Queste sarebbero, dunque, le uniche due differenze se dovesse essere applicato l’algoritmo introdotto dal Presidente della Figc, Gabriele Gravina. Una eventualità a cui nessuno oggi vuole neppure pensare, ma che è giusto prevedere.
Indubbiamente, il fatto che non si stravolga più di tanto la classifica, lascia pensare ad un calcolo che rispecchia il vero valore delle squadre; un procedimento abbastanza oggettivo, forse fin troppo.
In effetti, se ci pensiamo bene, l’algoritmo non potrà tener conto degli errori in campo, degli episodi che potrebbero modificare il corso e il risultato di una partita, del fattore emotivo che potrebbe condizionare una gara dal risultato, invece, abbastanza scontato e, in ultimo, delle stranezze che accadono nei nostri campionati - soprattutto nelle ultime giornate - quando le motivazioni, a seconda degli obiettivi più o meno raggiunti, non sono più le stesse di inizio campionato.
Premesso ciò, questo procedimento garantisce un risultato più veritiero rispetto alla media aritmetica tradizionale in quanto è quello che si avvicina maggiormente ai risultati ottenuti dalle squadre fino al momento dello stop.
E cercare la regolarità del campionato non è forse ciò che tutte le società chiedono da sempre?
Fermo restando che sarebbe meglio raggiungere i propri obiettivi sul campo, l’algoritmo, probabilmente, rappresenta il male minore se per alternativa intendiamo la media secca – come quella proposta dalla Lega Pro - che non tiene conto di nessuna di queste variabili, o peggio la mancata assegnazione dei titoli e il blocco delle retrocessioni decise dalla Lega Serie A.
Di questi argomenti, tuttavia, se ne discuterà in giornata allorquando il Consiglio Federale dovrà mettere la parola fine sulla questione dell’algoritmo, sul blocco delle retrocessioni e sui piani alternativi, in generale, da applicare solo nell’eventualità in cui il calcio professionistico dovesse fermarsi nuovamente.
E in qualche modo si dovrà pur fare anche perché, tra l’altro, c’è la Uefa che preme per avere la lista delle squadre da iscrivere alle prossime competizioni europee.
(Foto da adnkronos.com Afp e Fotogramma – si ringrazia)
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