L’INSOSTENIBILE ADEGUATEZZA DEL PIL

Lo storico indicatore del benessere “contaminato” dal Covid-19

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La pandemia da Covid-19 ha compromesso l’adeguatezza del PIL, indiscusso misuratore storico del benessere della popolazione.

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Da sempre considerato dagli analisti come indicatore sovrano il PIL si rivela oggi, ad oltre un anno dall’esplosione del Virus che persiste nel flagellare l’economia mondiale, inadeguato nel fornire un quadro affidabile delle condizioni di vita degli italiani.

cms_21511/2v.jpgPIL, Equità e Sostenibilità

Tale considerazione non sconvolge sicuramente quella parte di analisti che già negli anni sessanta sostenevano che non si dovesse riporre fede totale nella percentuale di PIL per quantificare il livello di benessere. Equità e sostenibilità, sostenute dalle associazioni dei cittadini e dalla componente crescente della comunità scientifica, si sono rivelate nel tempo come fattori rilevanti per fornire un quadro veritiero delle condizioni di vita delle persone all’interno di un territorio. Robert Kennedy aveva ammonito che “il prodotto interno lordo (PIL) non è uno strumento adeguato di misura del progresso umano" ma solo molti anni più tardi (segnatamente dal 2004) i rappresentanti del mondo politico, della ricerca e della società civile hanno cominciarono ad interrogarsi circa nuovi approcci e strategie per valutare la qualità della vita in Paese.

Misurare il benessere? Esperti a confronto

Il Beyond GDP, la conferenza organizzata nel 2007 dalla Commissione europea (assieme al Parlamento europeo, al Club di Roma, al WWF e all’Ocse), richiamava la raccomandazione dell’Ocse sul superamento del PIL “con una migliore misurazione dell’economia e del benessere i governi avrebbero dato una migliore risposta alla crisi economica del 2008.

L’Ocse si rivolse allora a un High level expert group on the measurement of economic performance and social progress (Hleg) coordinato da Stiglitz, Fitoussi e da Martine Durand chief statistician dell’Ocse, con la partecipazione degli italiani Giovannini e Chiara Saraceno. Il pool autorevole rivelò che “è solo grazie a parametri migliori che rispecchiano le vite e le aspirazioni delle persone che saremo in grado di progettare e attuare politiche migliori per una vita migliore". Cosi Angel Gurría, segretario generale dell’ Ocse, presentò il nuovo rapporto “Beyond Gdp: measuring what counts for economic and social performance” al sesto Forum dell’Ocse “Statistics, knowledge and policy” tenutosi dal 27 al 29 novembre a Incheon, in Corea con la partecipazione del portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini.

Dopo la “Dichiarazione di Istanbul” del 2007 e il lancio del “Progetto globale sulla misura del progresso delle società” da parte dell’Ocse il ruolo del PIL è diventato oggetto di un dibattito in sede internazionale finalizzato all’elaborazione di iniziative metodologiche e politiche che non limitate alla sola valorizzazione del solo PIL.

Nel gennaio del 2008, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha istituito la Commissione sulla misura della performance economica e del progresso sociale. Diretta dai premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen e da Jean-Paul Fitoussi, la Commissione ha concluso i suoi lavori nel settembre 2009, subito dopo la pubblicazione da parte della Commissione europea della raccomandazione “Pil e oltre: misurare il progresso in un mondo in evoluzione” e del rapporto dell’Ocse sulla misura del progresso delle società.

cms_21511/3.jpgE in Italia? Equità e sostenibilità sotto la lente dell’ISTAT

Anche l’Italia si è inserita nel dibattito internazionale. Prendendo atto di quanto sopra l’Istat ha varato nel 2010, insieme al Cnel, il progetto “Benessere equo e sostenibile” (BES). Il progetto fu pubblicato il 27 dicembre 2010.

In esito ai lavori, iniziati ufficialmente nell’aprile 2011, furono individuati 12 domini rilevanti per il benessere e circa 130 indicatori delle condizioni di qualità della vita della popolazione.

Dall’elaborazione degli elementi costitutivi del benessere in Italia emerse la rilevanza dell’indirizzo politico nella definizione del contenuto del concetto di benessere nei domini di analisi rilevanti e la metodica tecnico–statistica nella selezione dei fenomeni ritenuti rilevanti ai fini della individuazione degli indicatori utili. Evidenze concettuali che motivarono Cnel e l’Istat a costituire il “Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana”, composto da rappresentanze di sindacati, associazioni di categoria diretto a valorizzare le trasformazioni cui è sottoposta la società italiana.

L’adeguatezza del PIL ai tempi del Covid-19

Andando ad oggi la pandemia da Covid-19 ha messo a nudo, i bisogni e le disuguaglianze di cui le indagini Istat correnti debbono farsi carico, quali, disoccupazione, didattica a distanza, lavoro da casa, sulla fiducia nei medici e negli scienziati, vulnerabilità economica delle famiglie e asimmetria del lavoro familiare, crisi d’impresa, arretratezza digitale, divari nord sud, livello di istruzione e impatto sul mondo del lavoro del capitale umano, ambiente urbano ed extraurbano, efficienza delle misure di meteoclima).

Ne è derivata l’urgenza di sostituire/integrare gli indicatori nel framework originario. Il nuovo set è composto da 152 indicatori, 33 dei quali nuovi, che integrano otto dei dodici domini del BES iniziale.

I 152 indicatori sono pubblicati sul sito Istat: https://www.istat.it/it/benessere-e-sostenibilità/la-misurazione-del-benessere-(bes)/il-rapporto-istat-sul-bes

cms_21511/4v.jpgL’integrazione è stata realizzata in coerenza con le linee fondamentali della strategia #NextGenerationEU (lo strumento di recupero temporaneo da 750 miliardi di euro per aiutare a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia di coronavirus.

Covid-19 sta rendendo impellente una Ue più verde, più digitale, più resiliente e più adatta alle sfide attuali e future:

https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_en.

Un’ Europa, in altre parole, tenuta ad aggiornare la propria visione strategica per l’inclusione e la crescita, che risponda a esigenze conoscitive specifiche (quali l’arricchimento delle informazioni sanitarie, , sul capitale umano (sia dal lato della formazione, sia dal lato del lavoro) e sul cambiamento climatico e di quelle sulla cultura digitale (la cui crescita nelle imprese imprese ha favorito lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei costi e dei benefici abilitati dalle tecnologie IoT).

Una delle sfide importanti è alle porte: il prossimo 30 aprile gli Stati membri dovranno presentare i rispettivi piani governance multilivello e basati sul territorio alla Commissione europea.

Antonella Giordano

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