L’Italia festeggia i 50 anni della Mitica Mafalda con una mostra itinerante

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Se c’è una eroina del fumetto passata indisturbata attraverso decenni di mutamenti culturali questa è Mafalda, la mitica! Con la singolare interpretazione dei fatti di cronaca e dei principali temi sociali, il personaggio creato dalla matita di Quino è riuscito a dar voce al pensiero e alle paturnie di tutti. Certo in modo irriverente, ma efficace, fino al punto di sdrammatizzare anche i temi più cupi e strapparci così un sorriso.

La bambina perennemente indignata è riuscita a conquistare il mondo diventando la beniamina di adulti e bambini. Pubblicata in 50 paesi e tradotta in 20 lingue, le sue avventure hanno venduto più di 50 milioni di copie. Nata nel 1962 e residente in via Cile al numero 371, provvidenzialmente nello stesso stabile del suo autore, Mafalda è un’argentina doc.

I tratti caratteristici della bambina arrabbiata sono un odio irrefrenabile per la minestra, un grande amore per i Beatles e l’aspirazione a fare l’interprete all’Onu. La paffuta monella dallo spirito ribelle non nasconde le sue preoccupazioni sulla sorte dell’umanità. Per Mafalda, la pace nel mondo non è mai stato argomento più serio. Le sue perplessità si palesano nelle disarmanti domande che rivolge ai suoi genitori e a cui è impossibile, spesso, dare risposte. Domande imbarazzanti, che condensano appieno le contraddizioni e le difficoltà del mondo degli adulti, da cui Mafalda prende le distanze. La sua visione del mondo, la sua “acidità” nei confronti di temi come la disuguaglianza, la violenza, la povertà, ne delineano il carattere.

Joaquin Salvador Lavado, in arte Quino, suo ideatore, piuttosto che all’esordio del 15 marzo come testimonial di una lavatrice, preferisce legarne la nascita alla prima pubblicazione sulla rivista “Primera Plana” datata 26 settembre 1964, il più importante settimanale argentino dell’epoca. Nel marzo del ’65 la striscia di Mafalda trova spazio giornaliero sulle pagine di “El Mundo”, il quotidiano di Buenos Aires. A distanza di un anno, le sue esilaranti vignette vengono raccolte in un volume dal successo immediato: in soli quindici giorni, la prima tiratura è un boom di vendite da tutto esaurito.

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Mafalda appare per la prima vota in Italia in un’antologia del 1968. Un anno dopo la casa editrice Bompiani pubblica una raccolta dal titolo Mafalda la contestataria, con la prefazione di Umberto Eco. Segue una rapida notorietà che si consolida nel successo della striscia quotidiana sul Paese Sera, uno dei primi giornali che decide di ospitarla. Ne seguiranno tanti altri.

In occasione dei 50 anni dalla prima pubblicazione, l’Italia festeggia il fumetto con una mini expo itinerante che sarà ospitata da biblioteche, nei centri culturali e nelle maggiori fiere del libro, come la Fiera del libro per ragazzi di Bologna, il Salone del libro di Torino ed il Festivaletteratura di Mantova.

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Magazzini Salan, editore italiano di Mafalda dal 2006, pubblica per l’occasione una nuova edizione delle strisce, raccolte in dodici volumi in nuovo formato orizzontale, uguale a quello originale argentino, e la collezione completa “Tutto Mafalda” con la celebrativa copertina in oro per il cinquantesimo compleanno. Il libro, ricco di resoconti di testimonianze e contenuti esclusivi, servirà a far conoscere ogni dettaglio sul famoso personaggio e sul suo geniale creatore.

Mafalda ha cinquant’anni ma di integrarsi con gli adulti proprio non ne vuole sapere. Il suo non voler crescere è propedeutico alla libertà di espressione del suo disegnatore, che riesce attraverso il suo candore a smussare i toni anche nelle dichiarazioni più urticanti.

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Nel 2009, in una vignetta pubblicata su “Repubblica”, Mafalda è ritratta arrabbiata mentre pronuncia la frase che Rosy Bindi aveva usato per replicare alla provocazione di Silvio Berlusconi, all’epoca premier, durante un dibattito politico (“Lei è più bella che intelligente”).

Grazie alla bambina più celebre del fumetto argentino, papà Quino nel 2014 ha ricevuto, superando la concorrenza di altri 19 candidati, il Premio Principe di Asturias per la Comunicazione. L’importante riconoscimento, già assegnato ad artisti internazionali, politici e personalità internazionali, è stato conferito al fumettista per aver saputo combinare con saggezza “la semplicità nel tratto del disegno con la profondità del suo pensiero”.

La giuria del premio ha descritto Mafalda come “intelligente, ironica, anticonformista, contestataria e sensibile, che sogna un mondo più giusto e rispettoso dei diritti umani”, riassumendo il messaggio che Quino riesce a trasmettere attraverso la sua ‘bambina’ che, seppur cinquantenne, risulta oggi più attuale che mai.

cms_8654/5.jpgL’amarezza è grande - ha confidato Quino in un’intervista all’Espresso di qualche anno fa - Se Mafalda è ancora così attuale, se i problemi a lei tanto cari continuano a parlare alle persone di ogni età, significa che il mondo è sempre lo stesso. Anzi, se qualcosa è cambiato, è in peggio. La guerra continua ad essere sempre da qualche parte. C’è sempre una crisi economica nel nostro Paese, qualunque esso sia. E tutti vogliamo sempre risposte sincere dai nostri genitori, o da chi pensiamo possa farne le veci: lo Stato, la società o la scuola. Continuando a ottenere delle bugie, più o meno benintenzionate. Solo che non ci sono più padri che hanno le risposte. Insomma, il mondo è sempre più malato e la minestra piace sempre meno ai bambini”.

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Nel 1973, dopo dieci anni di pubblicazioni quotidiane, Quino smette di disegnarne le strisce. “Ad un certo punto mi sono veramente stancato - ricorda - Non ce la facevo più a dire tutto quello che non andava, a passare il mio tempo in un continuo atteggiamento di denuncia. Il momento in cui ho deciso di mettere fine alle sue avventure è coinciso poi con l’inizio di un periodo nero per l’Argentina. Quello dei sequestri, delle sparizioni, della dittatura. Il regime militare ha rafforzato la censura. Anche volendo, non avrei mai potuto continuare”.

Quino aveva deciso di zittire la sua creatura, l’entusiasmo di farle ricominciare a denunciare storture si era spento: la pestifera creatura poteva riposare per sempre. Le sue rare apparizioni dopo gli anni Settanta sono legate alla promozione dei diritti umani: come la Mafalda che si vede in un manifesto del ministero degli Esteri argentino per celebrare il quinto anniversario della fine della dittatura (1988).

Ma perché questa resa? Certo, i tempi erano ormai cambiati. Il periodo storico nel quale era nata Mafalda non ha avuto eguali: la guerra del Vietnam, papa Giovanni XXIII, i Beatles, il femminismo. “Sembrava davvero che qualcosa potesse cambiare, che l’immaginazione potesse arrivare al potere - ricorda Quino - In realtà, niente di questo è accaduto e, dopo, nulla è stato più come prima”.

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Quino è stato capace di raccontare un intero universo arrivando al cuore della gente in maniera trasversale, e ci è riuscito utilizzando solo pochi tratti di disegno e striminzite frasi ad effetto. Qual è il suo segreto? “È un segreto vecchio come il mondo! Molti scrittori hanno avuto bisogno di poche parole per descrivere cose complicatissime” questa l’analisi del famoso fumettista.

Noi aggiungiamo il nostro umile pensiero: con la simpatia scanzonata di Mafalda si può dire qualsiasi cosa! Auguri piccola, non crescere mai!

Maria Cristina Negro

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