L’Italia potrebbe essere ripescata…. o forse no

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Infranto da poche ore il sogno azzurro dei Mondiali di calcio contro la Svezia, accanto ai commenti, si è scatenata sui social la caccia all’ipotesi-espediente per rientrare nei giochi attraverso un ripescaggio. Gli strateghi virtuali del calcio stanno tirando in ballo una fantasiosa interpretazione dell’articolo 7 del regolamento Fifa pur di mantenere vivo l’ottimismo di giocare in Russia. Ma la speranza appare assai remota: l’articolo in questione prevede il ripescaggio solo nel caso in cui un’altra squadra si ritiri dalla competizione o venga esclusa su decisione del comitato organizzatore della Fifa.

cms_7731/2.jpg "Qualora una delle associazioni (tra quelle qualificate, ndr) si ritirasse o venisse esclusa - si legge nell’articolo 7 - il comitato organizzatore della Fifa deciderà sulla questione a sua discrezione, prendendo qualsiasi azione sia ritenuta necessaria. In particolare, il comitato organizzatore della Fifa può decidere di sostituire l’associazione in questione con un’altra associazione".

Comunque andrà a finire, rimarrà nell’immaginario collettivo l’irrefrenabile moto di tristezza manifestato da Gianluigi Buffon al termine del match. Inconsolabile, il portiere della nazionale ha messo a nudo la sua fragilità di uomo in un pianto liberatorio. Lo scudo dello sportivo forte e sicuro della sua bravura lo ha momentaneamente abbandonato, rendendolo vulnerabile di fronte a un verdetto inaccettabile.

E mai lacrime furono più propedeutiche a un risveglio da torpore collettivo, da quella sorta di anestetico che ha preso il sopravvento sui nostri pensieri positivi spegnendo qualsiasi entusiasmo.

cms_7731/3.jpgLa coscienza di molti, di fronte alla disperazione del campione, ha elaborato la resa di un popolo intero: delle giovani generazioni, amene da grandi aspettative per il futuro; della generazione di mezzo, disillusa e amareggiata per non poter offrire opportunità migliori ai propri figli; della generazione più matura, quella che, invece di godersi i frutti della vecchiaia, deve farsi carico di figli e nipoti sgretolando, più in fretta di una tassazione che arriva sulla retribuzione prima ancora che si poggi sul conto corrente, i propri risparmi. E mentre il premier Gentiloni sostiene che non siamo più il fanalino di coda dell’Europa, i dati della ripresa economica viaggiano a una tale lentezza che forse non faremo in tempo, noi generazioni di mezzo, a coglierne i benefici.

Perfino gli screening gratuiti eseguiti nelle piazze italiane nella Giornata Mondiale sulle malattie respiratorie tendono a esorcizzare la realtà. Taranto non è stata tirata in causa, come sarebbe stato logico, quasi a volerci proteggere da risultati oggettivamente e sicuramente più inquietanti che in qualsiasi altra piazza d’Italia. Gli italiani sono un popolo di sognatori e la favola dello “stiamo tutti bene” va alimentata.

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Questa è una possibile chiave di lettura, tutta personale, della notizia apparsa ieri su AdnKronos. L’articolo 7 della Fifa, interpretato quasi a volerci proteggere da un’evidenza infausta, serve in realtà a voler farci credere non tanto nel ripescaggio, quanto nel valore intrinseco della speranza che ciò avvenga. Non smettere di sognare: questa è la vera notizia.

cms_7731/5.jpgSe è improbabile, quindi, che un’altra Nazionale rinunci alla gara, va ricordato comunque un precedente notevole. Alla fase finale del campionato europeo del 1992 avrebbe dovuto prendere parte anche la Jugoslavia, ma in seguito agli sviluppi della guerra nei Balcani fu esclusa. Al suo posto venne ripescata la Danimarca, che era arrivata seconda nello stesso girone e che quell’anno vinse il trofeo.

Essendo un popolo pacifista e dall’ineccepibile aplomb sportivo, non cerchiamo certo il riscatto o la qualificazione lanciando anatemi per guerre fratricide. A noi basta cogliere il significato profondo e umano nello sfogo di Buffon per rinnovare il brivido di un’immensa Sofia Loren che, in Filumena Marturano, ci spiegava l’insostituibile valore comunicativo delle lacrime.

Maria Cristina Negro

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