L’OPINIONE DEL FILOSOFO

Martha Nussbaum, ovvero l’immaginazione letteraria

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Se sono le condizioni materiali che possono cambiare, a fare la differenza nel modo di pensare, “ne consegue che coltivare l’umanità in modo complesso e interdipendente significa comprendere come i bisogni e gli scopi comuni vengono realizzati in modo diverso in circostanze diverse”, rendendoci cittadini in un mondo di esseri umani.

(M. Nussbaum, Educare cittadini del mondo, in Piccole patrie, grande mondo)

cms_23103/1.jpgL’immaginazione dei grandi romanzi e delle più diverse opere immaginative che si liberano dei condizionamenti e propongono visioni inedite, ci propongono mondi del pensiero in cui possiamo abitare e che sconfiggono l’ottusità del mondo.

Nell’immaginazione letteraria, proprio come accade con la lettura dei romanzi, l’occhio delle emozioni non inquina i giudizi, al contrario, li rende più lucidi, più giusti, più comprensivi delle molteplici sfaccettature di una situazione fornendo una chiave interpretativa più approfondita. (M. Nussbaum, L’immaginazione letteraria, in, Il giudizio del poeta).

Le opere artistiche sono ben lungi dall’essere una semplice attività ludica, un mero divertissement, in quanto in esse è sempre presente un contenuto emozionale, che però si traduce in un vero e proprio contenuto concettuale solo in quelle opere narrative, che permettono a chi vi entra in contatto di comprendere chiaramente e di partecipare emotivamente, immedesimandosi nei personaggi, prendendo così posizione sui temi morali trattati, immaginando la complessità emotiva insita nelle situazioni descritte.

La grande letteratura non è mai neutra: essa rappresenta un genere moralmente controverso, per il fatto che esprime mediante la sua forma e il suo stile, mediante le sue modalità di interazione con i lettori, un senso normativo della vita: la narrativa mette in gioco una componente immaginativa, immagina cioè situazioni che potrebbero verificarsi nella vita umana, apre a possibilità non sperimentate e non documentate.

La letteratura diventa una specie di regno dei “possibili”: il testo narrativo diventa così la proposta di un mondo abitabile, nel senso che suggerisce al lettore possibilità d’azione, valutazioni etiche e progettazioni sul futuro mai prese in considerazione precedentemente; spalanca mondi possibili che inevitabilmente ampliano la conoscenza e l’esperienza di chi li immagina.

Ciò non vuol dire che altre forme artistiche siano sprovviste di tale significato, ma quest’ultimo assume dei contorni maggiormente concreti e determinati in quelle espressioni artistiche che esplicitano i propri contenuti emozionali con una nitidezza, una comprensibilità indispensabili per poter incidere sul dibattito pubblico sui grandi temi sociali.

cms_23103/2v.jpgLa maggior parte delle opere musicali più importanti esprime un contenuto emozionale, e in molti casi viene spontaneo pensare ad un dispiegarsi di quel contenuto in forma narrativa. Il musicista compone e pensa, ma, astraendosi da ogni realtà oggettiva, compone e pensa in suoni…i suoni stessi sono il linguaggio originario e intraducibile. Ma mentre il compositore pensa in suoni, Martha Nussbaum ritiene che ogni contenuto concettuale si dovrebbe poter pensare in parole. Si potrebbe dunque dire, contrariamente all’abate Casti, ‘‘prima le parole e poi la musica’’.

Il contributo che le forme letterarie hanno da offrire è unico. Il romanzo insiste che, se le condizioni materiali possono essere cambiate e fanno la differenza nel modo di pensare, ne consegue che “coltivare l’umanità in modo complesso e interdipendente significa comprendere come i bisogni e gli scopi comuni vengono realizzati in modo diverso in circostanze diverse”.

La tesi di fondo dell’immaginazione narrativa risiede nella convinzione che le emozioni abbiano un valore morale ed etico, tale da poter indurre l’uomo all’“autoredenzione”, obiettivo che Nussbaum delinea attraverso la “teoria delle capacità”. Per “capacità” Nussbaum intende ciò che le persone sono realmente in grado di fare e di essere, avendo come modello l’idea di una vita che sia degna di un essere umano: la teoria delle “capabilities” considera le persone nella loro irriducibile singolarità, come portatrici di bisogni e desideri, o, per usare le parole di Nussbaum, di preferenze specifiche.

Così intese, le capabilities rappresentano un parametro di valutazione delle reali condizioni di benessere delle persone, alternativo a quelle misure standardizzate, come ad esempio il reddito pro-capite, che, in quanto tale, riduce l’essere umano ad uno standard misurabile, considerandolo come un mero numero di un calcolo statistico. In Diventare persone, Nussbaum sottolinea come il solo scopo per cui si può legittimamente esercitare un potere su qualunque membro di una società civilizzata, contro la sua volontà, è per evitare danno agli altri.

cms_23103/3v.jpg Il bene dell’individuo sia esso fisico o morale, non è giustificazione sufficiente. Non lo si può costringere a fare o non fare qualcosa perché è meglio per lui, perché lo renderà più felice, perché nell’opinione altrui, è opportuno o perfino giusto […] Il solo aspetto della propria condotta in cui ciascuno deve rendere conto alla società è quello riguardante gli altri: per l’aspetto che riguarda soltanto la sua indipendenza è, di diritto, assoluta. Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l’individuo è sovrano. Questo è un discorso-chiave per legittimare l’obbligo della vaccinazione anti-covid 19, in funzione del bene comune e appunto per ‘‘evitare danni agli altri’’.

Ma la grande letteratura non deve abitare solo nelle case private e nelle scuole, ma anche nei ministeri e tribunali, ovunque l’immaginazione pubblica venga foggiata e nutrita in quanto parte essenziale di un’educazione alla razionalità pubblica. La forma letteraria può svolgere una fondamentale funzione pubblica che guiderà i giudici nel giudicare, i legislatori nel legiferare, i politici nel misurare la qualità della vita delle persone.

In tale prospettiva, la teoria delle capacità può contribuire anche alla funzione normativa dei Governi, ispirandoli all’elaborazione di norme universali che dovrebbero essere centrali in una strategia politica che vada alla ricerca dei principi politici fondamentali da porre a sostegno di una serie di garanzie costituzionali in tutte le nazioni.

cms_23103/4v.jpg La teoria delle capacità ha un fine politico, consistente nella promozione delle capacità individuali, che la politica deve rendere sempre possibile. Per concretizzare la teoria delle capacità, la “politica” deve ripristinare la funzione pubblica della cultura, ed in particolar modo di quella che si esprime narrativamente, attraverso la quale poter introdurre nella società determinati contenuti emozionali, che a loro volta rimandano ad una specifica forma di razionalità, ed è proprio questa “ragione su base emozionale” che Nussbaum considera indispensabile per la formazione della società in tutti i suoi ambiti, inclusa l’istruzione “cosmopolita” delle nuove generazioni. E ciò non farà perdere al giudice, al legislatore ed al politico la propria imparzialità poiché, pur leggendo gli eventi attraverso le emozioni, essi resteranno sempre degli spettatori esterni.

Insistendo che le condizioni materiali possono essere cambiate e fare la differenza nel modo di pensare, coltivare l’umanità in modo complesso e interdipendente significa comprendere come i bisogni e gli scopi comuni vengono realizzati in modo diverso in circostanze diverse, rendendoci cittadini in un mondo di esseri umani. Da questo punto di vista, l’immaginazione narrativa può e deve orientare la formazione della società, anche nei suoi versanti economici, giuridici e politici.

Se riteniamo che la scelta democratica sia semplicemente una procedura volta alla risoluzione degli scontri fra interessi in competizione, allora la preferenza accordata alla democrazia rispetto alle altre forme di governo perde la sua forza. Al contrario, se crediamo nella democrazia riflessiva e deliberativa, piuttosto che semplicemente un’arena per gruppi di interesse in competizione, dobbiamo formare cittadini che, nella critica alla modernità e delineando prospettive del suo superamento, incentrate sul ruolo sociale della cultura e dell’arte, abbiano la capacità socratica di ripensare criticamente le proprie convinzioni.

Gabriella Bianco

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