L’ OMICIDIO STRADALE GIUSTIZIA PER LE ASSOCIAZIONI FAMIGLIE VITTIME DELLA STRADA.

GIUSTIZIA PER LE ASSOCIAZIONI FAMIGLIE VITTIME DELLA STRADA.

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Una soddisfazione e un “dono” che implementa il Nuovo Codice della Strada e gratifica l’impegno delle Forze dell’Ordine, delle Associazioni Famiglie vittime della strada ed i firmatari della sottoscrizione a favore dell’approvazione della Legge dell’ “Omicidio Stradale”. Una raccolta di firme che ha già superato la quota delle 75.700 adesioni. Asseverata, quindi, da un risultato plebiscitario. Giusta la soddisfazione per questi 75 mila uomini e donne, madri e vedove che straziati dal dolore, hanno suscitato l’ iter che spalanca le porte d’ingresso al reato di “Omicidio stradale”. Un dovere istituzionale oramai irrevocabile; finalmente annunciato dall’avveduta Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri che intende sottoporla entro il corrente mese di gennaio all’esame del Consiglio dei Ministri. Una liberazione. Promosso sull’onda lunga dello slogan: “MEGLIO CHE TORNI A CASA UN FIGLIO SENZA… PATENTE, CHE UNA PATENTE SENZA… FIGLIO”, il referendum che, forse meglio e più degli altri, ha contribuito a squarciare i tanti veli dell’indifferenza che incombevano sulla vexata questio, ha colto nel segno.E così, come visono tanti slogan o frasi, a volte anche brevi, ma che entrano prepotentemente nella storia e, quasi senza rendersene conto, la cambiano; la fanno vedere da un’altra prospettiva e concepiscono nuove conquiste di civiltà, l’aforisma ha centrato l’obiettivo primario. Un tam tam che ha scosso molte coscienze e, suscitando l’unanime arbitrio, ha portato alla proposta dell’auspicata norma. Non frutto occasionale, quindi, ma risultato di profonda meditazione giunta a sintesi di un impegno ponderato e serio. Prepotentemente reclamato da veramente tanti benpensanti, operatori della sicurezza stradale e cittadini, vittime e dalle famiglie distrutte da infauste tragedie consumate sulla strada. E non solo. Anche un invito forte e chiaro e tale da indurre “CHIUNQUE” a riflettere sull’ “Etica” del conducente al volante ed a rispettare le regole e la disciplina stradale. Un tuffo nelle struggenti e tristissime testimonianze delle famiglie dolorosamente segnate da un colui che: senz’altro… deprivato dell’ “Etica” del conducente al volante dall’abuso di alcool o droghe, non ha invece rispettato queste regole e, quindi, (senz’altro involontariamente), ha gettato uomini e donne, bambini ed anziani, intere famiglie e comunità nella più cruda disperazione. E’ storia vera… cronaca recente. Le cronache ridondano di incidenti gravi e gravissimi che han mietuto e continuano a stroncare vite, soprattutto, tra i più giovani, causando lutti, drammi familiari, infermità permanenti e dolore con conseguenti… enormi costi sociali. La terribile tragedia che ogni giorno sconvolge la nostra società civile, sulle strade che regolarmente percorriamo, non ha riscontro in nessun altro settore. I flagelli che affliggono questa nostra: povera società, a partire dagli omicidi volontari, per passare alle morti sul lavoro, impallidiscono al cospetto delle spaventose cifre relative agli incidenti provocati su strada. L’indicibile dolore dei familiari delle vittime, il dramma di chi vive in prima persona invalidità molto gravi, i costi sanitari, sociali ed economici sono un prezzo troppo alto da pagare. Ecco perché il pedone, il ciclista, il motociclista, l’autista, il camionista, i passeggeri, le autoscuole, le industrie automobilistiche, del cemento, del petrolio, del trasporto merci, dell’alcool, delle discoteche, i progettisti e i realizzatori delle strade, i gestori e i manutentori delle rotabili, le forze dell’ordine preposte ai controlli, le istituzioni locali, nazionali ed europee, la giustizia, i volontari e tanti altri ancora, tutti insieme devono concorrere per la creazione dei presupposti necessari a stoppare simile pericoloso degrado. La mortalità per incidente stradale colpisce d’improvviso; le sue vittime sono indifferenziate per sesso, età, lavoro e reddito, ma può essere interdetta con provvedimenti di facile e pronta attuazione. Ben venga, quindi, l’ “Omicidio stradale”.

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LA SFIDA - Senz’altro un bell’ esempio, la presa d’atto e il varo dell’ “Omicidio Stradale”. Anzi, stando a Papa Benedetto XVI, il quale ha scritto: “…oggigiorno piuttosto che di Maestri, c’è bisogno di esempio” , è un’ottima risoluzione. Non sono parole. Ma, considerato che l’uomo nonostante la sua conclamata saggezza, le sue scoperte e le amare esperienze patite a causa delle ’’sue’’ tante sconfitte, non è ancora riuscito a mettersi in testa che l’autovettura o la moto e qualsiasi altro mezzo di locomozione non possono essere usati alla stregua di una pistola… puntata contro se stessi o il prossimo, sono certezza. Altrettanto emozionante, a tal riguardo, l’intervento di S.E. Mons. Angelo Spina, Vescovo di Sulmona, il quale, nel corso di una iniziativa in tema, così si è espresso: “Queste manifestazioni, costituiscono qualcosa di straordinario. Vedere armonia e aggregazione tra forze di Polizia, studenti e cittadini è fantastico. La divulgazione delle giuste regole di vita, del Codice della Strada, della legalità, sono un grande insegnamento e un investimento positivo per il bene delle generazioni future, un segnale che esiste una società sana che basa la propria convivenza su valori morali di straordinaria importanza. Quando c’è il rispetto delle regole tutto è più bello e c’è più vita e civiltà e pace ! ” Ecco, quindi, la necessità che il C.d.S., nel totale ripudio di ogni forma di abuso, venga massimamente diffuso ed impartito a salire dalle Scuole Primarie come materia fondamentale. Si perché i Diritti umani di cui, appunto, l’ Educazione stradale e, quindi, il rispetto delle norme del Codice della Strada, non sono solamente un dovere per ogni essere umano, ma una necessità cogente per la crescita di una autentica cittadinanza globale responsabile.

LA PROPOSTA - Fra le tante proposte, senz’altro una delle prime avanzate a favore di una Legge in tema di “Omicidio Stradale”, è probabilmente quella concepita e pubblicata il 19 Luglio 2012 da Antonio de Lieto -Segretario Generale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa (SCSD). Il quale, oltre a schierarsi con le Ass. delle Vittime della strada, sin da allora si è decisamente battuto per la introduzione di… ”norme più dure e severe nei confronti di chi si mette alla guida in istato di ebbrezza, ovvero, soggetto ad alterazione psico-fisica per assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, e provoca incidenti stradali gravissimi e mortali.” Un “grido di allarme” forte e chiaro, immediatamente raccolto dall’Onorevole Lino Miserotti del Partito Pensionati che, fatta sua la proposta del SCSD, ha impostato e prontamente depositato alla Camera dei Deputati una iniziativa di legge ad hoc. << A giudizio del SCSD -ha dichiarato lo stesso Segretario Generale, Antonio de Lieto-, auspichiamo come deterrente: necessario ad impedire per sempre ai criminali della strada di provocare nuove tragedie, l’applicazione del c.d. “ergastolo della patente di guida”. Altrettanto necessario, dovuto ed immediato, riteniamo il risarcimento dei danni alle famiglie delle vittime, mediante il blocco e l’eventuale confisca dei beni del responsabile. A ragion di tutto ciò -chiude de Lieto- il Sindacato CSD chiede al Ministro Cancellieri e al Governo… CORSIA PREFERENZIALE per il varo dell’ “Omicidio Stradale.”>>

Giancarlo Giulio Martini

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