L’assurda situazione del Regno Unito raccontata da Stefania

Studentessa Erasmus a Londra: «Molti ci ridevano in faccia, ironizzando sulla totale emergenza che si stava vivendo in Italia»

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Nessuna chiusura, nessuna emergenza sanitaria e neanche alcun tipo di mascherina in giro per il Regno Unito. Con questi presupposti, lo stato britannico decide liberamente di non varare alcuna ordinanza per combattere il Coronavirus. Infatti, a differenza di altri stati, Boris Johnson non dispone nessun stato di allarme, iniziando a generare preoccupazione tra la popolazione residente sul proprio territorio. Tutta questa situazione crea un enorme paradosso, perché le Istituzioni britanniche, nonostante il grido di allarme che l’Italia in primis e gli atri stati dell’Unione Europea hanno lanciato, oltre a prendere sottogamba i primi casi di contagio, non sta facendo nulla per rassicurare i cittadini. Anzi, basti pensare alle dichiarazioni del primo ministro inglese scagliate come lame di coltello nei confronti di tutto il contesto europeo che, in questi giorni, cerca, nonostante le mille difficoltà, di combattere un letale virus. La frase choc: “Molte famiglie perderanno i loro cari”, è la sintesi di una leadership completamente allo sbando, inconsapevole del pericolo a cui va incontro. E in questo grande caos, molti sono anche gli italiani residenti nel Regno Unito che, impauriti e privi di qualsiasi indicazione medica a riguardo, stanno tornando in Italia. Tra coloro che hanno deciso liberamente di lasciare il Regno Unito, riportiamo la toccante vicenda di Stefania, giovane studentessa di Economia e Management in Erasmus a Chelsfield (Londra).

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Ciao Stefania, per prima cosa grazie per il tempo che ci dedichi, nonostante il momento difficile. Da quanto tempo siete venuti a conoscenza della situazione Coronavirus?

cms_16571/2.jpgPer prima cosa bisogna dire che solo noi italiani eravamo più preoccupati perché lì qualunque cosa tu chieda (sul coronavirus, ndr), si mettono a ridere in quanto non si informano e considerano solo la parte settentrionale dell’Italia come zona rossa.

In che modo venivate informati sull’evolversi della situazione coronavirus e quali contromisure ha adottato l’università di Chelsfield?

L’università di Chelsfield ci inoltrava delle email, nelle quali si illustrava il livello di pericolosità, usando indici come basso, medio, alto. Infatti, fino a tre/quattro giorni fa il pericolo era molto basso, ma nessuno ci ha dato alcun tipo di disposizione, in quanto le comunicazioni erano sempre le medesime.

Qual è stata l’ultima comunicazione della tua università?

L’ultima email ci è stata inviata tre giorni fa, dove ci indicavano l’apertura dell’università in assenza di alcun tipo di contagio.

Pertanto, nessuna autorità londinese ha lanciato l’allarme?

No, nessun allarme, ma solo qualche consiglio base, come non avere contatti e lavarsi spesso le mani.

Quindi in città anche tra gli studenti si respirava tranquillità?

Come ho già detto prima, molti ci ridevano in faccia, ironizzando sulla situazione e sulla totale emergenza che si stava vivendo in Italia. Qui è tutto molto strano perché ad esempio la gente continua ad andare liberamente in discoteca. Il pensiero che circola è quello di una semplice influenza.

cms_16571/dal_nostro_inviato.jpgQuindi, le uniche indicazioni ti arrivavano dall’università Tor Vergata di Roma?

Sì! Molte sono state le disposizioni da parte di Roma, proprio nella giornata di ieri ci sono giunte diverse email dove ci informavano della nostra situazione, dichiarando che se le cose sarebbero peggiorate nella nostra zona sarebbe stato opportuno rientrare.

Vi siete mai interfacciati con la Farnesina per chiedere aiuto?

Personalmente no, perché la scorsa notte si viveva in totale caos ed è per questo che ho deciso liberamente di prendere il primo volo per rientrare in Italia, facendo scalo a Francoforte e poi Roma.

Qual è il tuo stato d’animo in questo momento?

Stando in Inghilterra ero veramente esterrefatta dal loro atteggiamento e dal loro modo di gestire la cosa. La mia università ha chiuso ieri sera alle otto ed è per questo che ho deciso di partire, anche perché hanno annullato tutte le lezioni.

Pensi di rientrare?

Non so. Al momento ho effettuato il trasloco cercando di prendere il più possibile, proprio per la grande incertezza che abita nel Regno Unito.

(foto di copertina dal web)

Giuseppe Capano

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