MADDALENA IL MISTERO E L’IMMAGINE

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Maddalena Il mistero e l’immagine è una grande Mostra allestita nelle sale dei Musei San Domenico, di Forlì; indaga uno dei più grandi miti femminili, resterà aperta sino al 10 luglio 2022; ideata e realizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico, con un autorevole comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci e la direzione di Gianfranco Brunelli.

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Maestro della Maddalena, S. Maria Maddalena e otto storie della sua vita, 1280-85, Firenze, Galleria dell’Accademia

Santa Maria Maddalena è una figura misteriosa che ha cambiato iconografia lungo i secoli, presentata coi capelli lunghi e biondi affranta dal dolore, ai piedi della Croce, con le braccia aperte e protese in alto, come nella rappresentazione della crocifissione del Masaccio che per empatia ricorda il Compianto sul Cristo morto di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova.

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Maestro dei giudici- capitello con le Marie al sepolcro XIII secolo-Museo Civico-Modena

Oppure è immaginata come eremita, vestita dei soli capelli, con la chioma come se fosse una lunga pelle di capra, quasi simile al Battista, questa immagine fu usuale dal XII secolo al XIV, periodo nel quale si riteneva che negli ultimi anni della sua vita avesse vissuto in solitudine conducendo vita ascetica.

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Masaccio, Crocifissione, 1426, tempera e oro su tavola, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

O ancora è raffigurata riccamente adornata con in evidenza un piccolo contenitore con l’unguento con cui aveva profumato i piedi di Cristo. Più tardi, dal Cinquecento inoltrato sarà meditativa e penitente con gli abiti in disordine, in questa versione può avere con sé un teschio, come memento mori, iconografia che esplode nel Seicento.

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Santa Maria Maddalena, 1504 circa, Luca Signorelli, Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto

Nell’opera di Tiziano, il quale ne fece diverse, a mezzo busto, coi capelli tizianeschi sciolti con delle piccole varianti, abbiamo una delle prime interpretazione col teschio, su cui poggia il libro di preghiera.

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Tiziano- Maddalena penitente-Museo nazionale di Capodimonte-Napoli

Oppure all’opposto, Maddalena è vista prima del pentimento, erotica e sensuale come nelle opere del Cagnacci o di Hayez o nella sensazionale opera di De Chirico, anche questa presente in Mostra, in cui la Maddalena è una realistica donna di mezz’età sfatta, stanca, sfinita, coi seni cadenti che rivolge gli occhi lucidi di pianto al cielo.

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Giovanni Gerolamo Savoldo-LaMaddalena-1533 circa-Firenze-Uffizi

Mentre è molto particolare è la Maddalena del Savoldo, che si impone per il massiccio corpo, intabarrato con un mantello dorato dai toni cangianti, che sembra illuminato dal cielo lontano, qualificata solo dal piccolo vaso con l’unguento che quasi non si nota, con lo sguardo meditativo ma un poco incerto, guarda lo spettatore.

Molte invece sono le opere d’arte che la rappresentano sorpresa di fronte all’apparizione di Cristo risorto, che lei inizialmente scambia per un ortolano, la famosa scena del Non mi toccare, perché Cristo non è più un uomo ma il Dio risorto.

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Garofalo, Noli me tangere, 1520-25, olio su tavola cm 193×155, Ferrara, Pinacoteca Nazionale

Nel Nuovo Testamento Maria Maddalena, Maria di Betania e la peccatrice anonima sono tre donne diverse. Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta, cosparge i piedi di Gesù con un unguento molto prezioso e li asciuga con i propri capelli, viene così rimproverata da Giuda Iscariota, in quanto ella ha sprecato un unguento prezioso, che avrebbe potuto essere venduto e il ricavato dato ai poveri, ma Cristo lo ferma adducendo che Maria aveva previsto quello che sarebbe stato, cioè l’unzione dopo la sua morte.

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Girolamo Romanino, Cena in casa di Simone il fariseo, 1545, Brescia, chiesa di S. Giovanni Evangelista

La peccatrice anonima, colei a cui Cristo rivolge le assai note parole, molto è stato perdonato perché molto ha amato, entra all’improvviso durante un ricco pranzo in casa di Simone, un notabile fariseo del luogo, sgomentando i presenti, rannicchiandosi ai piedi di Cristo e piange talmente tanto da lavargli i piedi, poi li asciuga con i suoi capelli, li bacia li profuma.

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Guido Cagnacci, Santa Maria Maddalena penitente, 1625-27, Roma, Palazzo Barberini

Maria Maddalena o di Magdala, l’ossessa, liberata dai sette demoni, miracolata da Gesù, che ella seguì e assistette con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vederlo per prima risorto, lei cercò di toccargli la veste ma Lui le disse… Noli me tangere.

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Francesco Hayez, Santa Maria Maddalena penitente nel deserto (1825), Fontanellato (Parma)

Ma con la Maddalena, tutto si confonde, si unifica, si divide, si aggiunge, come a volte, soprattutto nel Medioevo è sovrapposta a un’altra figura, Maria Egiziaca vissuta nel V secolo, l’avvenente fanciulla dedita al peccato che si prostituiva non per denaro ma per lussuria, che poi si convertì, si ritirò in un monastero della Palestina in mezzo al deserto, per fare la vita più santa e perfetta.

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Jean Beraud, La Maddalena alla casa dei Farisei,1891, Parigi, Museo d’Orsay

Le due Marie sono tanto simili che nell’iconografia, soprattutto quella antica, spesso si confondono, probabilmente a causa della Leggenda aurea, una raccolta medievale di biografie agiografiche composta in latino da Jacopo da Varazze all’incirca nel 1260, in questi racconti, Maria Salome, Marta di Betania, Maria Jacobé e Maria Maddalena, sarebbero arrivate in Provenza, assieme alla serva Sara la Nera, dopo aver vagato in mare su una barca priva di remi, e poi la Maddalena avrebbe fatto l’eremita in una grotta. Nella chiesa gotica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume (1295) è conservato quello che si dice sia il teschio di Santa Maria Maddalena. Sainte Baume in antico provenzale significa santa grotta; questo racconto si snoda sino ai giorni nostri, con bestsellers e film legati alla cerca del Graal e al mistero di Rennes le Chateau.

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Arnold Böcklin- Particolare della Maddalena che torna dal sepolcro-Museo Nazionale di Poznań-Polonia

Maddalena Il mistero e l’immagine dei Musei San Domenico è un artistico e interessante percorso, con oltre 200 opere provenienti da tutti i più importanti musei al mondo, che parte dal III secolo d.C., fino al Novecento con opere di grandi maestri quali Masaccio, Perugino, Tiziano, Tintoretto, Reni, Cagnacci, Canova, Hayez, Delacroix, Böcklin, Chagall, De Chirico, Guttuso e molti altri.

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Giorgio De Chirico- La Maddalena- collezione privata- Roma

In occasione della mostra, il Museo Civico di San Domenico osserverà i seguenti orari: dal lunedì al venerdì: 9.30-19.00, sabato, domenica e festivi: 9.30-20.00.

Il biglietto consente la visita alla mostra e alle Collezioni Civiche permanenti del Museo di San Domenico. Con lo stesso biglietto entro i due giorni successivi all’acquisto è possibile visitare anche il Museo civico di Palazzo Romagnoli.

Durante la visita, date un’occhiata anche alle Collezioni Civiche permanenti del Museo, almeno alle opere della Dama dei gelsomini, del Pestapepe e della Fiasca e al cosiddetto Scimmione seduto del XII secolo, una piccola figura zoomorfa in pietra assai interessante perché evoca Mazapegul, un leggendario diavoletto romagnolo.

Non perdetevi la visita a Palazzo Romagnoli, nelle sale del palazzo affrescate dalla scuola di Felice Giani nel XVIII secolo, sono esposti settanta quadri di artisti italiani di generazioni diverse e di diverse tendenze artistiche, da Guttuso a Donghi, da Vedova a De Chirico, uniti da uno stesso filo conduttore: Il Lavoro, facenti parte Collezione Verzocchi, un imprenditore d’origine forlivese, donata poi, al Comune di Forlì nel 1961. Incisioni e piccoli dipinti di Giorgio Morandi e una sala con le sculture di Adolfo Wildt, provenienti dalle collezioni di Raniero Paulucci de Calboli, un ineguagliabile scultore per pietà e furore, oggi finalmente recuperato dal dimenticatoio dove era stato posto essendo stato associato a una riduttiva immagine d’artista di regime.

Paola Tassinari

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