MANOVRA 2022, OGGI SCIOPERO GENERALE CGIL E UIL

La Cisl, che non ha aderito, manifesterà sabato

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cms_24148/1.jpg(AdnKronos-Alessandra Testorio)-Cgil e Uil oggi alla prova della piazza convocata per scandire le 8 ore di sciopero generale proclamato contro una manovra economica giudicata insoddisfacente: a rischio, dunque, pur nel rispetto delle fasce di garanzia, alcuni servizi importanti, dai trasporti alle banche, mentre resteranno fuori dalla protesta il comparto Sanità, Poste e Scuola. Negli altri settori invece i lavoratori incroceranno le braccia per protestare contro una legge di bilancio che in sostanza non riduce le diseguaglianze sociali e riconsegna di fatto, alla ripartenza economica post Covid, lo stesso Paese di prima dell’epidemia, con gli stessi problemi, lo stesso sviluppo squilibrato, la stessa occupazione precaria, la stessa redistribuzione sbilanciata della ricchezza.

Ad innescare la miccia della protesta infatti soprattutto la riforma del fisco su cui il governo, accusano Cgil e Uil, ha voluto chiudere una partita favorendo i redditi medio alti e concedendo troppo poco a quelli bassi. Per questo lo slogan che unirà idealmente i lavoratori non solo a Roma ma anche nelle altre quattro piazze scelte per rafforzare la voce della protesta, Milano, Bari, Cagliari e Palermo, recita ’Insieme per la giustizia’.

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"Chiediamo di scioperare e di scendere in piazza perché tutti insieme abbiamo bisogno di combattere una pandemia salariale e sociale che non ha precedenti. La vita e le condizioni delle persone sono nettamente peggiorate e quindi i provvedimenti del Governo devono essere cambiati", dice ancora oggi il leader Cgil, Maurizio Landini che guarda ad un nuovo modello di sviluppo con cui "cambiare la faccia di questo Paese" con "più giustizia sociale, più giustizia economica, e un lavoro di qualità che torni al centro della politica".Lo sciopero di oggi arriva a 7 anni dall’ultima prova di forza sempre di Cgil e Uil che rompe nuovamente un’unità sindacale conquistata dopo anni di tensioni e contrasti.

cms_24148/3.jpgEd è la Cisl di Luigi Sbarra che si è sfilata dalla decisione, a criticare duramente, ancora oggi, numeri alla mano, la scelta. "Possiamo dire senza vergogna di avere una legge di bilancio di profilo espansivo, coesivo, che da risposte forti di redistribuzione a fasce deboli e a redditi medio bassi e bassi. Abbiamo ottenuto risultati importanti, io li valorizzo e li capitalizzo perché sono stati il frutto delle nostre lotte e della serietà del governo a dialogare con le parti sociali", dice elencando uno per uno i risultati ottenuti dall’inizio della trattativa.

"Sul fisco l’impostazione iniziale del governo prevedeva un finanziamento della riforma di 6 mld, 3 sull’Irpef e 3 sull’Irap. Abbiamo chiesto di fare di più e l’esecutivo ha postato 8 mld ma divisi in 5 per l’Irpef e 3 per il taglio dell’Irap. Infine , ad oggi invece, abbiamo ottenuto un’altro risultato importante: 7 mld sull’Irpef e 1 sull’Irap con una spalmatura che vede per l’85% sgravi fiscali a chi guadagna meno di 50mila euro. Non solo. Portiamo a casa anche un risultato che non era previsto dall’accordo nella cabina di regia: 1,5 mld di decontribuzione per i lavoratori dipendenti sotto i 35mila euro e l’aumento della no tax area per i pensionati a 8.500 euro oltre ad aver conquistato nel 2022 la piena indicizzazione delle pensioni", conclude Sbarra ricordando anche l’aumento da 3 a 5,5 mld del finanziamento sulla riforma degli ammortizzatori sociali e i 350 mln per la proroga della cassa Covid.

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Sabato prossimo, 18 dicembre, toccherà proprio alla Cisl scendere in piazza ma per i motivi opposti, spiega il sindacato, anche se Landini ironicamente osserva che se "scende in piazza vuol dire che proprio convinta che la partita sia chiusa non è". Da lunedì prossimo comunque i giochi si azzerano: il premier Draghi ha convocato Cgil Cisl e Uil sulle pensioni. Un tavolo per ridiscutere della legge Fornero al quale i sindacati arriveranno condividendo una piattaforma unitaria per un pensionamento flessibile. Un’unità che al momento sembrerebbe andare stretta a tutti ma che gioco forza dovrà trovare una sintesi.

Ora comunque occhi puntati sulla manvora al Senato dove il tempo stringe: il governo si appresta a giocare e chiudere la partita molto probabilmente in questo fine settimana. E’ attesa per il weekend infatti la presentazione di un pacchetto di emendamenti che assorba le richieste di modifica della maggioranza. Il 21 dicembre la manovra sarà dunque in aula a Palazzo Madama mentre approderà alla Camera solo dopo Natale.

Redazione

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