MANOVRA 2023,GIOVEDI’ 22 ALLA CAMERA.VENERDI’ VOTO FIDUCIA
Esercizio provvisorio... Cos’è e quando scatta?

Slitta nuovamente l’arrivo della manovra 2023 nell’aula della Camera. Secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, la scadenza passa da quella di oggi alle 13 a giovedì mattina alle 8. La discussione generale andrà avanti fino alle 11, poi verrà posta la questione di fiducia, mentre il voto di fiducia si terrà nella tarda mattinata di venerdì. Il termine per gli emendamenti, infine, è stato fissato per giovedì alle 8, quello per gli ordini del giorno alle 10.
I lavori della commissione Bilancio alla Camera, a quanto si apprende, in queste ore si sta provvedendo alla riformulazione degli emendamenti del governo e dei relatori. In particolare, i lavori sono concentrati sulla riscrittura dell’emendamento relativo al Bonus cultura.
Intanto è saltata la norma sullo scudo per i reati fiscali, che in giornata aveva agitato le opposizioni. Ad assicurarlo è stato l’azzurro Roberto Pella, uno dei tre relatori in commissione Bilancio alla Camera, che parla anche di tempi.
"Vittoria. Non c’è lo scudo penale, è stato tolto", ha detto la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, a margine dei lavori sulla manovra della commissione Bilancio.
"Di fronte alla forzatura di inserire nella manovra lo scudo penale per gli evasori fiscali - ha continuato l’esponente dem - avremmo avuto una posizione di grande rigore e severità". "Abbiamo chiesto fosse espunto - ha spiegato poi Serracchiani - anche per facilitare i lavori della commissione e per cercare di capire se questa manovra può arrivare a compimento in tempi utili, nonostante i ritardi che la maggioranza sta inanellando. Ci hanno ascoltato e questo è importante", ha concluso.
"Pella ha smentito lo scudo fiscale per i reati tributari? Benissimo, hanno capito che stiamo facendo sul serio". Così il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte rilasciando dichiarazioni in piazza Montecitorio al termine del vertice di urgenza convocato dal M5S. In mano Conte porta copia dell’emendamento su cui appare la firma del relatore alla legge di bilancio, Roberto Pella, come fa lui stesso notare: "C’è anche la sua firma", ha detto Conte esibendo i fogli.
“Ribadisco che mi risulta abbastanza incomprensibile la sbandierata vittoria del Pd per un emendamento, ovvero la tregua fiscale, che si asserisce ritirato quando invece non è mai stato depositato. Evidentemente la legge di bilancio non è lo strumento idoneo per la finalità della misura di cui si parla. Questo non esclude che la norma in questione non sia inserita in un altro provvedimento e che possa trovare adeguata collocazione. Sarà la maggioranza a stabilire quale sia quella giusta”, ha dichiarato in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti.
"Mentre il governo è in confusione sulla manovra, l’opposizione ancora non ha trovato una chiave per dare una risposta unitaria. I Cinque Stelle si stanno radicalizzando e pensano di vedere come va avanti fino alle Europee, che a me sembra una cosa da matti". Così Pier Luigi Bersani, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. "Dall’altra parte - ha aggiunto - c’è gente che si mette in mezzo per poter andare bene in tutte le stagioni. Ma bisogna dire da che parte stai e il trasformismo è il cancro di questo Paese".
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E’ lo spettro che alleggia su ogni manovra che rischia di non essere approvata entro l’ultima data disponibile, il 31 dicembre. L’esercizio provvisorio è previsto dall’articolo 81 della Costituzione e costituisce un’eccezione, rispetto al naturale svolgimento della sessione di bilancio. Se ne sta riparlando con insistenza, viste le difficoltà del governo Meloni a portare avanti in Parlamento una manovra che, considerata la data di nascita dell’esecutivo, ha avuto oggettivamente poco tempo a disposizione.
I precedenti. Sono lontani ma non sono pochi. Durante la Prima Repubblica, ricorrere all’esercizio provvisorio era quasi un’abitudine. E’ successo 33 volte. Per vent’anni, dal 1948 al 1968, c’è sempre stato un esercizio provvisorio. Il Governo Rumor, nel 1969, è stato il primo a far approvare al Parlamento nei tempi corretti il bilancio riferito al 1970. Altro esempi virtuosi, in una stagione di esercizi provvisori che si allungherà fino al 1983, il governo Moro nel 1976 e il governo Andreotti, l’anno dopo e il governo Craxi nel 1983. Da qui in poi, sono gli esercizi provvisori a diventare eccezione: ci si arriva nel 1986 con un altro governo Craxi e nel 1988, con il governo Goria.
Che cosa comporta. L’effetto principale dell’esercizio provvisorio è rappresentato dai vincoli stringenti per la spesa pubblica. E’ ammessa ’per dodicesimi’: in ogni mese, cioè, è utilizzabile un dodicesimo delle poste previste nei capitoli del progetto di bilancio. Sono escluse le uscite obbligatorie, come quelle per gli stipendi del pubblico impiego. La legge di autorizzazione che istituisce l’esercizio provvisorio può stabilire vincoli più stringenti.
Cosa dice l’articolo 81 della Costituzione. Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale.
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