MARCO FRANCESCO SANGREGORIO
New-dada artist

Un vero personaggio, Marco Francesco Sangregorio - in arte SANGRE -: quel suo aspetto un po’ sfacciato e provocatore, quel suo modo di fare sicuro di sé e apparentemente borioso, sono solo una copertura che celano sensibilità e intelligenza non comuni.
Educato all’arte e alla cultura fin da giovanissimo, si sente artista fin da allora, anche se solo teoricamente. La pratica gli viene quando, lavorando come stampatore, riesce a vedere nei ritagli di carta i tasselli di quel “puzzle” che da tempo il suo spirito cerca di rimettere insieme.
Ecco che l’approccio quotidiano con tecniche di stampa, carta e colori, dà il via alla sua vocazione latente.
Marco Francesco Sangregorio, in arte SANGRE
“Guardando gli scarti di produzione industriale mi stupivo ed esclamavo: Ma questo è Jackson Pollock, quest’altro è Mark Tobey! Così, forte di quanto mi balzava agli occhi, volli nobilitare quegli scarti dandogli un’altra destinazione.”
Non è il primo, Marco Francesco, e non sarà nemmeno l’ultimo a percorrere la strada del “riciclo”: ridare nuova vita e nuova identità a materiali di scarto, sembra essere una delle priorità di numerosi artisti contemporanei. Evidentemente la coscienza collettiva quantica non è argomento da salotto - per quanto erudito - ma pura e semplice realtà.
L’artista stesso si “ricicla” in un movimento artistico - quello Dadaista - pur nella consapevolezza che definirsi significa anche limitarsi.
Ricordo che il Dadaismo è una tendenza culturale di inizio ‘900 che si caratterizza per un rifiuto degli standard artistici e che stravolge il concetto di estetica spingendolo al suo parossismo di stravaganza.
Ecco, Sangre è così per mentalità, per vissuto e per il modo di affrontare la vita: l’arte Dada - anzi, new Dada - è l’altro tassello mancante del puzzle.
“New Dada 17”, olio e collage su tela by SANGRE
Ma cosa significa NEW-DADA? Per capire questa espressione artistica dobbiamo guardare l’autore, capire chi è, come pensa e come si esprime.
Marco Francesco si rivede in una frase di Italo Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità”. Questo è il suo modo, da molti anni, di affrontare la vita. Ed incalza: “Ci sono diverse forme di coraggio: la mia è essere me stesso sempre, anche in pubblico“.
Un rischio, senza ombra di dubbio, perché essere se stessi è spesso discriminate e il giudizio che si riceve si basa più sulle impressioni che su reali argomentazioni.
Lo dicono chiaro e forte le sue opere che, tra l’altro, gli sono valse la laurea Honoris Causae nel 2019 in arti visive all’accademia Santa Sara di Alessandria. Parola d’ordine: IRONIA.
“New Dada 47”, olio e collage su tela by SANGRE
Figlie del suo tempo, queste opere sono volutamente concepite come una provocazione, come uno strumento di riflessione e di condivisione.
La sua non vuole essere né retorica né polemica: i toni forti - a tratti dissacranti - sono soltanto un mezzo per scuotere le coscienze più addormentate.
Sangre non giudica il mondo nel quale vive, né giudica gli abitanti di questo mondo: semplicemente NON LI SUBISCE. La sua pungente ironia è come una puntura di insetto: fastidiosa sul principio ma che, con l’andar del tempo, diventa piacevole da “grattare”. Perché, diciamocelo, quando finalmente oltrepassiamo la pigrizia, riflettere e argomentare su ciò che ci accade intorno diventa alquanto stimolante.
Quali sono i temi trattati dall’artista? Tutti, direi: Marco Francesco non da niente per scontato, né l’uomo né Dio.
“New Dada 1”, olio e collage su tela by SANGRE
Attenzione però, prima di gridare allo scandalo: “New Dada 1” non è un’opera blasfema, né una negazione di Dio. Bisogna leggere quest’opera in un contesto molto più ampio, in cui si approfondisce il senso metafisico del femminile. Femmina non è solo la donna ma lo sono anche l’anima, la mente, la psiche. Femmina è la Terra, elemento materno per eccellenza. Femmina è l’amore, con tutto ciò che ha di avvolgente e protettivo.
Leggere - e giudicare - il lavoro di Sangre senza questa prospettiva, significherebbe snaturarlo, privarlo della sua essenza più profonda. Ricordate ciò che disse di se stesso citando Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità”. Ecco, è questo che intendeva: andare OLTRE. L’ironia, la provocazione, il politicamente scorretto sono soltanto un filtro, una lente d’ingrandimento sul nostro vissuto; l’artista non pretende di dispensare verità, vuole solo incoraggiare a farsi un’opinione.
L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.
La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
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Dove trovare Marco Francesco Sangregorio:
https://www.facebook.com/marcofrancescosangregorio
https://www.facebook.com/dadalifestyle/?ref=page_internal
https://www.instagram.com/sangreart/
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