MARCO PANNELLA CORAGGIOSO "LEONE POLITICO"
UN PALADINO DELLE LIBERTA’

La notizia della morte di Marco Pannella ha colto il nostro Paese nella consapevolezza della perdita di un “politico” che tale è stato nell’accezione più alta del termine, quale strenuo combattente sul fronte delle conquiste dei diritti civili e delle garanzie per tutti. Così, ad emblema della indomita passione con cui, sino alla fine, ha lottato contro gli ostacoli che limitano le libertà individuali creando discrasie sociali, resta il messaggio lasciato nel giorno del suo 86.mo compleanno con l’esortazione, ai suoi “eredi”, di non disperarsi e non mollare, nella consapevolezza di avere storicamente già vinto.
D’altra parte, effettivamente, si deve al Leader del partito Radicale l’avere impresso una svolta nella politica italiana avendovi introdotto il linguaggio dei diritti civili come obiettivo di tutte le battaglie che hanno toccato molteplici campi della vita sociale in tema di: divorzio, aborto, ricerca scientifica, procreazione assistita eterologa, omosessualità, liberalizzazione delle droghe, obiezione di coscienza, libertà di determinazione in rapporto al fine vita, disarmo, responsabilità civile dei magistrati e relativa separazione delle carriere, stato detentivo dei carcerati e allentamento linea dura nei confronti dei brigatisti, abolizione del finanziamento ai partiti e degli ordini professionali, contro nucleare pena di morte e fame nel mondo.
Sempre animato dallo spirito di una auspicata “democrazia diretta”, nella speranza del convincere prioritario allo stesso vincere; avendo portato le battaglie di 60 anni sotto il Palazzo del potere che, pur avendolo avuto deputato dal 1976 al 1993, non lo aveva neanche “promosso” senatore a vita; appunto, da eretico di quel potere in cui non confidava, Marco Pannella ha creduto nella creazione di nuove idee attraverso il dialogo coinvolgente la pluralità più che il singolo al top e ponendosi, comunque, con fortissimo senso dello Stato, si è assunto il compito di dare l’esempio di non riposare sugli allori dei successi ma di “scandalizzare” per stimolare il nuovo; attraversando le piazze impreparate per fare breccia con la non violenza al fine di riformare la politica.
Soprattutto, Pannella ha introdotto il metodo di perseguire un obiettivo in qualunque modo, mettendo in gioco tutto e a qualunque prezzo; anche a costo delle più estenuanti proteste dei digiuni oltre che con il mezzo tecnico- referendario; nè ha disdegnato la provocazione estrema del farsi arrestare per sostenere la liberalizzazione delle droghe leggere nè del proporsi anche in veste clownistica, da saltimbanco, per sfondare il buco del silenzio dell’informazione di cui, in qualità di grande comunicatore già stato corrispondente del “Giorno” da cui era stato espulso per i suoi articoli sul petrolio, non accettava l’imbavagliamento; come si spinse a dimostrare con una plateale irruzione durante una trasmissione che interruppe irridendo la TV di Stato; mentre, specchio dell’informazione libera così come intendeva dovesse essere, resta proprio Radio Radicale di cui era il direttore il suggeritore e l’anima, avendola fondata nel 1963 ed eletta a sua vera casa dove si intratteneva per ore con i suoi ascoltatori per diffondere una conoscenza globale dei principi alla base delle sue lotte civili.
D’altra parte, sempre nel senso dell’indurre attenzione anche attraverso lo scalpore fatto strumento di innovazione, erano state le candidature a parlamentari radicali di Toni Negri e della porno-star Ilona Staller alias Cicciolina; essendosi rivelate vincenti scosse al mondo della politica chiuso alla partecipazione di persone tanto più se in senso anticonformista. Considerato “Apostolo dei derelitti” e dalla parte degli emarginati, Pannella ha ottenuto dalla strada ciò che non ha ottenuto dal Parlamento nella cui ottica il partito Radicale non è stato uno con percentuale di grossa portata; tale essendo stato per la scelta di mantenerlo radicato alla battaglia per i principi che il suo leader non ha voluto rischiare di vedere infrangere contro la corruzione del potere; avendo perseguito detta strategia insieme con la tattica dello sparpagliamento, in altre forze politiche, proprio di uomini di originaria formazione radicale perchè contribuissero al grande obiettivo di una complessiva riforma della politica, in qualità di latori di quelle nuove idee che potessero farsi strada anche nella contrapposizione dialettica fra le compagini politiche all’interno dei palazzi del potere.
In adesione al suo credo laico, di amore per la liberalizzazione dei diritti individuali, stilato in ammirevole forma esaustiva già nel 1973, Marco Pannella ci lascia la grande lezione della possibilità di conseguire un cambiamento anche laddove non lo si vuole; pertanto, le idee per una crescita sociale di cui ha avuto l’intuizione, essendosene fatto precursore con la sua poliedrica personalità trasfusa nelle sue tante battaglie civili, viaggiano ancora verso un possibile compimento; a suo dire, non dovendosi annotare semplicisticamente vittorie e sconfitte. ma dovendo vedere queste ultime nell’ottica di insuccessi temporanei, stimoli per continuare perseverando sino al traguardo auspicato.
A dimostrazione della sua autentica passione civile, pur essendo nato da famiglia benestante e di tendenza conformista clericale persino con propri esponenti alti prelati nell’ambito del potere ecclesiastico, il nobile “leone politico” Marco Pannella se n’è andato nullatenente non essendosi arricchito nè di denaro nè di potere; così, sino all’ultimo essendosi contrapposto ai “ladroni” che avevano conosciuto i suoi strali di uomo intransigente innanzitutto con se stesso; essendo rimasto “Grande” nella speranza, suo lascito finale, che anche altre lotte in sospeso abbiano ancora le gambe in dirittura di arrivo; a compimento di quel dire e fare che, all’insegna dell’instancabile perseguire i diritti civili di libertà per tutti, contraddistingua l’insieme comportamentale che sia politica al meglio.
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