MEA CULPA DEL PENTAGANO SULLA STRAGE DI CIVILI A KABUL

“Un errore onesto […], ma nessuna violazione”

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Un “errore onesto”, è il verdetto che definisce l’attacco missilistico statunitense su Kabul a danno di 10 civili, di cui 7 bambini. Nonostante il ritiro delle truppe internazionali, l’Afghanistan continua a piangere le vittime civili di un conflitto che si presupponeva mirato, ma che nei risvolti pratici non ha esitato a seminare morte, distruzione e instabilità, creando i prodromi per le condizioni in cui versa oggi il Paese. Si da per scontato che ogni conflitto armato comporti una corrispettiva dose di vicissitudini e tragedie, eppure il raffinamento delle tecnologie di guerra di cui le lobby delle armi si fanno vanto, ci lascia auspicare che una effettiva distinzione tra bersagli sensibili e civili possa essere assicurata nelle guerre moderne, combattute a distanza per mezzo di droni e missili telecomandati che garantiscono un rischio 0 a chi impugna i comandi, ma non ancora a chi è esposto all’attacco.

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Il Pentagono fa oggi il mea culpa per lo strike del drone Reaper, che lo scorso 29 agosto ha fatto strage di civili – "La valutazione, che è stata principalmente guidata dall’interpretazione dell’intelligence e dal movimento osservato del veicolo e degli occupanti per un periodo di 8 ore, è stata purtroppo imprecisa. In effetti, il veicolo, il suo occupante e il contenuto non hanno rappresentato alcun rischio per le forze statunitensi" – ha dichiarato in un rapporto l’ispettore generale dell’aeronautica, il tenente generale Sami Said.

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L’attacco USA sarebbe stato infatti escogitato in seguito all’attentato dei terroristi di Isis-K all’aeroporto della capitale afghana, in funzione dell’annientamento di una Toyota Corolla bianca che si pensava contenesse esplosivi. La riuscita della missione, inficiata da uno scambio di bersagli, ha comportato il tragico epilogo a causa di valutazioni erronee circa l’edificio obiettivo dell’attacco. Nessuno si sarebbe infatti reso conto in tempo che un bambino era entrato nell’area di tiro solo due minuti prima dell’attacco. L’assunzione di colpa da parte del Pentagono non manca di una pronta esclusione di responsabilità in termini di violazioni delle leggi di guerra: Errori di esecuzione combinati con errori di conferma e interruzioni della comunicazione hanno portato a deplorevoli vittime civili. È stato un errore onesto, ma non c’è stata condotta criminale, imperizia, negligenza". «Siamo sostenuti dalla volontà collettiva del mondo. [...] Il popolo oppresso dell’Afghanistan conoscerà la generosità dell’America e dei suoi alleati.» - è evidente che da quel lontano 2001 le famose parole di Bush, recitate in uno dei discorsi alla nazione, si siano svuotate di ogni significato.

Federica Scippa

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