MEDICI NO VAX,SCHILLACI:"DIREZIONI SANITARIE DECIDONO DOVE REINTEGRARLI"
Medici non vaccinati sospesi, quanti tornano al lavoro? I numeri sul reintegro

Medici no-vax, Schillaci: "Direzioni sanitarie decidono dove reintegrarli"
"Saranno le singole direzioni sanitarie" a decidere "valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare". Lo chiarisce il ministro della Salute Orazio Schillaci, in una video-intervista al ’Corriere della sera’ replicando alle polemiche "su quello che questi medici andranno a fare".
"E’ una decisione che ho preso - spiega il ministro - basandomi essenzialmente sul fatto che oggi lo scenario è completamento diverso e c’è una grave carenza di organico. E’ vero che i medici reintegrati saranno circa 4mila, ma intanto cominciamo a metterli a disposizione delle direzioni sanitarie".
A essere reintegrati in servizio non saranno solo i medici. Sono 2.600 gli infermieri italiani sospesi perché non vaccinati contro Covid-19 e che ora tornano a lavoro in base alla scadenza anticipata dell’obbligo vaccinale per i sanitari. "Un numero limitato che rappresenta appena lo 0,5% degli oltre 460mila infermieri che lavorano in Italia", spiegano all’Adnkronos Salute dalla Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche (Fnopi). E non si tratta "necessariamente di no vax, nella professione sono davvero pochi. Molti di loro sono semplicemente operatori che si sono infettati e hanno dovuto aspettare i tempi fisiologici per immunizzarsi", una situazione che "non ha impedito le sospensioni", perché la guarigione non è stata considerata sul piano normativo sufficiente per il reintegro. Non a caso dati indicano che "i non vaccinati si sono ridotti di 4-5 volte rispetto allo scorso anno". E questo anche per il citato meccanismo della sospensione dei guariti.
In servizio stanno per tornare anche "1.194 farmacisti, pari a circa l’1% del totale dei 100mila iscritti all’Albo, che al 29 ottobre risultavano sospesi per inadempimento dell’obbligo vaccinale", annuncia in una nota la Federazione Ordini farmacisti italiani (Fofi).
Medici non vaccinati sospesi, quanti tornano al lavoro? I numeri sul reintegro
In Italia "oggi sono 3.500 i medici non vaccinati. Di questi, coloro che non sono in età pensionabile - quindi operativi sotto i 68 anni d’età - sono 1.878, e potrebbero dunque essere collocati nelle strutture sanitarie. In buona parte però, dalla nostra percezione, si tratta di professionisti. Questo vuol dire che circa mille torneranno negli ospedali, stiamo parlando di numeri bassissimi". Lo spiega all’Adnkronos Salute il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, fornendo i dati aggiornati sul reintegro degli iscritti sospesi che, scaduto l’obbligo vaccinale, potranno tornare a lavoro.
Il numero di chi non si è immunizzato, insomma, "è irrilevante: 3.500 su 468mila, meno dell’1%. E’ evidente che la stragrande maggioranza dei medici ha ritenuto che il vaccino fosse un presidio fondamentale per esercitare la professione", aggiunge Anelli. I professionisti reintegrati, insomma, sono "pochissimi a fronte di una carenza che sfiora i 20mila medici", dice Anelli ricordando che i medici che ora tornano a lavorare dopo la sospensione, in ogni caso, "saranno collocati in situazioni in cui non possano rappresentare rischi per i pazienti, non andranno certamente in quei reparti dove c’è un livello alto di fragilità".
Nel dettaglio i dati aggiornati Fnomceo indicano che "al 31 ottobre erano 4.004 i medici e odontoiatri sospesi, vale a dire lo 0,85% dei 473.592 iscritti. Di questi, 3.543 i medici, 461 gli odontoiatri e 325 i doppi iscritti che, per la stragrande maggioranza, esercitano come odontoiatri".
Considerando l’età dei sospesi, poco meno della metà, e precisamente il 47% dei 3.543 medici, vale a dire 1.665, hanno più di 68 anni e sono per questo fuori dal Servizio sanitario nazionale. "Dei rimanenti 1.878, la percezione" di Anelli "è che la maggior parte siano liberi professionisti, ma non abbiamo, su questo, dati certi. Quello che possiamo dire è che gli Ordini si sono prontamente adeguati alle nuove disposizioni".
"Ringraziamo quindi tutti i presidenti e il personale - conclude - per il lavoro che hanno svolto in questi mesi e che ancora stanno svolgendo per ottemperare alla legge".
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