MERITOCRAZIA ITALIA:"NON SIA SOLO PROPAGANDA ELETTORALE"
Berlusconi: "Votare Forza Italia per nuovo miracolo italiano" - Renzi: "Ci basta il 3% per essere decisivi" - M5S ’parlamentarie’ dal 5 all’8 agosto: le regole

Meritocrazia Italia: "Non sia solo propaganda elettorale"
"E’ ripartita la giostra propagandistica elettorale del tutto e del contrario di tutto, in cui alle roboanti promesse elettorali si mischiano le palesi strategie di accaparramento del consenso. Siamo ripiombati nella fase più acuta del trasformismo politico, della facile rinuncia e tradimento ai vari ideali e confini operativi che hanno caratterizzato il rapporto di fiducia con i cittadini, in un turbinio di notizie, accordi, dichiarazioni e smentite, che ci riportano al lato meno nobile della politica, fatto di individualismo, opportunismo personalistico, protagonismo, vanagloria ed incastri impossibili. I programmi sembrano tutti uguali, viene in rilievo una politica che tiene conto solo del sè e non dell’altro, una politica distruttrice e di aggregazione di persone e pariti non a favore di qualcosa ma contro qualcuno". E’ la riflessione affidata a una nota dal presidente di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello.
"Siamo tornati alla politica politicante, che acuisce la distanza e la disaffezione dei cittadini, che svilisce la funzione del voto, che alimenta l’astensionismo e la percezione dell’impossibilità del cambiamento, che mina la nostra stessa indole democratica. In tale difficile contesto di intervento, l’auspicio di Meritocrazia Italia è che il richiamo delle varie forze politiche alle tematiche sociali, ambientali, del lavoro, giovanili, economiche, degli aiuti a professionisti, imprese e famiglie, in uno ai proclami europeisti, atlantisti e di moderazione internazionale non restino lettera morta e non si traducano in mera propaganda elettorale - si legge - perchè al di là dell’esito del voto c’è un Paese in affanno che merita risposte celeri, certe e votate all’interesse collettivo e non di poltronismo politico".
"Continuando a fare la sua parte, come movimento di cittadinanza attiva che vuole contribuire al miglioramento del bene pubblico, Meritocrazia Italia ha già inoltrato a tutte le forze politiche i propri articolati contenenti le proposte di riforma in tutti i settori dell’ordinamento, come spunto di programmazione elettorale a beneficio indistinto, nella consapevolezza - conclude Mauriello - che non è tanto importante chi si prenda il merito delle buone iniziative, quanto piuttosto che le stesse vengano portate avanti, nell’interesse superiore della collettività e del sistema Paese. E’ il momento di tornare a parlare di temi e non di poltrone. E’ il momento di pensare all’Italia".
Berlusconi: "Votare Forza Italia per nuovo miracolo italiano"
"Andare a votare e votare Forza Italia per costruire tutti insieme dopo il 25 settembre un nuovo, grande miracolo italiano". Così Silvio Berlusconi, in un nuovo video-messaggio diffuso sui social, lancia il suo appello agli italiani in vista delle elezioni politiche 2022.
"Care amiche, cari amici - sono le parole del leader azzurro - . Non sarà la stessa Italia, quella che avremo dopo il 25 settembre, se vinceremo noi o se invece dovesse vincere la sinistra. Con noi avremo un Paese amico dei cittadini con tasse più leggere e procedure burocratiche più semplici - basterà una raccomandata al proprio Comune per aprire un’attività o costruire una casa - dovremo avere anche e finalmente una giustizia imparziale che tutelerà i cittadini. Sarà un’Italia che si prenderà cura dei più deboli e che darà un futuro ai nostri giovani. Un’Italia per la quale l’Europa e l’Occidente sono scelte morali e politiche definitive e assolute".
Per Berlusconi "l’Italia della sinistra è un’Italia uguale o addirittura peggiore di quella di oggi, che non abbasserà le tasse, che potrebbe anzi mettere una patrimoniale sulle nostre case e sui nostri risparmi, è un’Italia che continuerà a soffocare nella burocrazia, è un’Italia in mano ad un piccolo nucleo di magistrati politicizzati che possono disporre pienamente della nostra libertà, è un’Italia nella quale non si andrà avanti perché sarà bloccata da un’infinità di veti. I veti che hanno frenato le infrastrutture e gli impianti, i veti che ci hanno reso totalmente dipendenti dall’estero per l’energia, i veti che rendono molto difficile fare impresa, fare utili, attirare investimenti dall’estero e creare nuovi posti di lavoro per i giovani".
"Non sono due Italie uguali: scegliere il nostro modello significa scegliere un’Italia più libera, più prospera e più amica dei cittadini, la sinistra invece racchiude ancora in sé il passato, l’immobilismo, quella che qualcuno di loro ha definito la "decrescita felice", che di felice ha davvero molto poco. Nessuno può essere indifferente a questa scelta del 25 settembre, che riguarda tutti noi, i nostri figli, i nostri nipoti. Per questo vi chiedo, di andare a votare e di votare Forza Italia per costruire tutti insieme dopo il 25 settembre un nuovo, grande miracolo italiano", conclude il Cavaliere.
"Un messaggio per i 6 milioni di italiani che vivono all’estero.
Siamo stati noi a istituire il Ministero per gli italiani nel mondo, abbiamo consentito loro di votare per eleggere i loro rappresentanti nel Parlamento italiano.
Anche a queste elezioni politiche potete votare - già nei prossimi giorni - la lista unitaria del Centro Destra che porta i nomi mio, di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini".
Lo scrive sui suoi canali social, Silvio Berlusconi, postando il simbolo unitario del centrodestra per gli italiani all’estero che voteranno il 25 settembre.

E ribadendo il suo no all’alleanza con il Pd attacca Di Maio. "Letta ha proposto il diritto di tribuna. Che significa? Un posto garantito come capolista del Pd a tutti i leader dei partiti in coalizione. Così entrano in Parlamento. Lo hanno proposto anche a noi. Pare che al momento abbia accettato di prendere questo posto e correre con il simbolo del Pd, Luigi Di Maio. Amici miei, ma la dignità dov’è?. Ho lasciato il Pd - aggiunge - perché non condividevo le idee di quel gruppo dirigente. Io non mi faccio adesso candidare da quel partito per salvare una poltrona. Le idee valgono più dei posti. Per me la politica è un ideale, non un centro per l’impiego. E a chi mi chiede se useremo il diritto di tribuna rispondo: mi chiamo Matteo Renzi, io, non Luigi Di Maio. Meglio rischiare di perdere il seggio che avere la certezza di perdere la faccia".
Quanto a Calenda "poteva costruire un polo riformista che puntasse al 10%. Ha preferito trattare una percentuale di posti sicuri con il Pd - sottolinea - . Non mi stupisco degli accordi sui numeri: so che sono importanti. Ma conosco la legge elettorale e sinceramente non so quanto saranno sicuri quei posti. Ma anche se lo fossero - prosegue - penso che la politica sia prima di tutto coraggio e libertà. C’era una possibilità storica di mandare il terzo polo in doppia cifra: Calenda ha preferito giocare un’altra partita alleandosi con chi ha votato contro Draghi e con Di Maio. Rispetto questa scelta, ma non la condivido". E ricorda che "Calenda ci ha fatto la morale tante volte in questi mesi e spiegato che noi puntavamo ai posti del Pd e non volevamo fare il terzo polo riformista. È ovvio che oggi chi credeva in quell’ideale di Azione, e ha fatto crescere i sondaggi di Calenda, adesso vuole stare con noi. Porte spalancate, lavoriamo insieme sui contenuti".
L’ex premier si mostra scettico sulla solidità dell’allenaza di centrosinistra. "Mentre ieri Letta e Calenda erano in conferenza stampa alla Camera, nell’aula di Montecitorio, Nicola Fratoianni votava contro l’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato. Spiace dirlo, spiace davvero: ma l’alleanza di centrosinistra è divisa anche su questo. E Giorgia Meloni – che combatterò in tutta la campagna elettorale a viso aperto – ha votato a favore, mentre gli alleati di Letta hanno votato contro. Prima di parlare di collocazione internazionale - conclude - il Pd dovrebbe chiarirsi le idee a casa propria".
M5S ’parlamentarie’ dal 5 all’8 agosto: le regole
Al via le ’parlamentarie’ M5S, ovvero la selezione dei candidati alle elezioni politiche 2022 dal basso. "L’invio delle proposte di autocandidatura - si legge sul sito del Movimento - sarà possibile dalle ore 14 di venerdì 5 agosto alle ore 14 di lunedì 8 agosto". Tra le regole, viene meno, o comunque diventa di gran lunga più soft, il vincolo di residenza per la selezione dei candidati M5S.
Mentre alle ultime elezioni politiche, nel 2018, gli aspiranti deputati e senatori dovevano "risiedere nel collegio plurinominale per il quale intende proporre la candidatura", nel nuovo regolamento, pubblicato sul sito del Movimento, è scritto che "la proposta di autocandidatura si intende relativa alla Circoscrizione/Collegio presso cui ricade il Comune di residenza del proponente; il proponente potrà indicare una proposta di autocandidatura per una Circoscrizione/Collegio differente qualora in essa vi abbia domicilio personale o professionale e/o centro principale dei propri interessi; in tal caso dovrà allegare una apposita dichiarazione firmata, sotto la propria responsabilità". Questo dovrebbe aprire la strada ad alcune candidature a rischio, come quella del ministro Stefano Patuanelli, che risiede sì, in Friuli Venezia Giulia, ma che vede il suo "centro di interessi" nel Lazio.
E poi stop alle pluricandidature, almeno nel primo step delle parlamentarie grilline. "Il proponente potrà avanzare una sola proposta di autocandidatura, in ogni caso si riterrà valida solo l’ultima in ordine temporale che, di conseguenza, rende nulle le precedenti", si legge nelle regole pubblicate sul sito del Movimento.
C’è anche una norma anti-morosi nel regolamento per le candidature di aspiranti deputati e senatori M5S: i parlamentari uscenti per poter ricandidarsi dovranno essere in regola con i pagamenti “dei contributi” al Movimento. Viene inserita quelli che in molti hanno già etichettato come norma anti-Borré, dal nome del legale da sempre a capo delle battaglie in Tribunale contro il M5S: non si potrà candidare, infatti, chi sia “stato parte ricorrente e/o parte attrice e/o parte convenuta e/o resistente in giudizi promossi da o avverso il MoVimento 5 Stelle e/o il suo Garante”.
Rispetto a quattro anni fa, salta l’articolo 5 sulle quote di genere per i capilista e sono molto più larghe le maglie per le autocandidature. Una norma storica prevedeva un percorso obbligato: over 40 al Senato e under 40 a Montecitorio (articolo 6, comma m del 2018). Ora, forse per via dei sondaggi che ipotizzano meno seggi e la maggior parte alla Camera, cade quel vincolo anagrafico. Anche le norme per chi arriva dalla società civile sono più soft, almeno stando alle regole del primo step. Nel 2018 c’era l’obbligo di presentare statuti e bilanci, oltre ai compensi ricevuti: ora il candidato nel caso in cui ricopra o abbia ricoperto incarichi/ruoli di presidente, vicepresidente, tesoriere o segretario di organismi e/o enti di qualsiasi natura giuridica, pubblici o privati, commerciali o no profit “dovrà darne notizia”.
Altra curiosità: viene meno il ’paletto’, presente nel 2018, che sbarrava la porta delle candidature a chi aveva "contratti di collaborazione di qualsivoglia natura e/o di lavoro subordinato con portavoce eletti sotto il simbolo del M5S". Che avrebbero comunque dovuto correre licenziandosi dall’incarico. Il venire meno di questa ’regola’ potrebbe aprire la strada delle parlamentarie a Rocco Casalino, semmai decidesse di candidarsi.
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