MIGRANTI, OGGI DECISIVO VERTICE A BRUXELLES
Vertice informale con otto Paesi per trovare un accordo in vista del consiglio europeo del 28-29 giugno

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è sempre più a suo agio nel ruolo di capopopolo. Prima la battaglia contro i migranti, poi contro le ong e la telenovela della nave Aquarius, infine il censimento dei rom. Una strategia della tensione ormai oliata dal punto di vista mediatico ma che si sta rivelando controproducente dal punto di vista politico. A Bruxelles non sono piaciute le uscite sul censimento dei rom, che rischiano di far naufragare quanto faticosamente si sta facendo a livello diplomatico per gestire i due dossier più spinosi: quello dell’emergenza migranti e quello dei conti economici. Sollevare polveroni come è successo per l’Aquarius e per i rom può servire a far balzare la Lega in testa ai sondaggi, ma non certo a smussare gli angoli tra gli alleati europei. Anzi.
Intanto, prosegue la marcia d’avvicinamento al vertice Ue del 28 e 29 giugno, un appuntamento chiave per capire se e come l’Europa farà un salto di qualità nelle gestione dell’emergenza migranti. Sul tavolo ci sono diverse questioni, le più importanti delle quali sono sicuramente la difesa comune delle frontiere esterne, la conseguente mancata chiusura della frontiere interne, la creazione di hotspot fuori dal territorio europeo per limitare la partenza dei migranti e la partita dei movimenti secondari all’interno dell’Unione Europea. Anche Ii presidente del Consiglio Conte andrà domenica – in un pre-vertice convocato da Jean-Claude Juncker - e poi giovedì prossimo a Bruxelles. “O c’è una proposta utile a difendere i confini e la sicurezza e i rifugiati veri, oppure diciamo no”. Così Matteo Salvini durante la trasmissione Agorà su Rai Tre, ribadendo la sua contrarietà alla bozza di un accordo già stilata da Parigi e Berlino. Dal ministro dell’Interno arriva inoltre la proposta di ridiscutere la protezione umanitaria ai migranti, un’ipotesi già anticipata il 18 giugno scorso dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: “La situazione è pesante e nessuno ci ascoltava in Europa”. E Salvini ha aggiunto che “i rifugiati veri sono 7 su 100. Andremo a rivedere la protezione umanitaria, il 30 per cento del totale: occorrono criteri oggettivi per concederla”. Nessuna possibilità, inoltre, di estendere le regole per diventare cittadini italiani.
Al vertice di oggi a Bruxelles sull’Immigrazione, il premier Giuseppe Conte dunque è pronto a puntare i piedi: no a soluzioni già scritte e l’Italia costretta a doverle sottoscrivere con una stretta di mano e la rassicurazione che accetteranno, più avanti, di metter mano al Regolamento di Dublino. Questo, stando a quanto filtra da Palazzo Chigi, dal contenuto dell’incontro tra lo stesso Conte e i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, a cui si è aggiunto poi anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Tra loro, sul tema, pare ci sia sintonia totale. Per ora si lavora su una bozza che prevede il dirottamente delle navi cariche di migranti verso i Paesi del Nordafrica, Tunisia in primis, ma anche Egitto e forse la stessa Libia. Questo il punto centrale della proposta italiana.
Difficile, come si può comprendere, trovare una quadra affinché il vertice non si riveli un fallimento. La stessa Angela Merkel si dice preoccupata e aggiunge che “è necessaria una risposta umana, costruttiva ed europea”. Perché è proprio su questi aspetti che si rischia l’implosione e, come paventato nei giorni scorsi dai più, “la fine dell’era Schengen”, anche a causa della sbandierata posizione italiana di cui si è fatto interprete il ministro dell’Interno Matteo Salvini. In conclusione, pare proprio il caso di dire, questa volta, o si esce con un accordo o si precipita verso l’ignoto.
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