MIGRANTI: ALAN KURDI, TENTATO SUICIDIO A BORDO

Tre migranti trasportati a terra. Venerdì dovrebbe toccare agli altri 146

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Un uomo di 24 anni ha tentato il suicidio a bordo della Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca con 149 migranti a bordo che in queste ore si trova a largo delle coste del palermitano. "L’uomo è un pericolo per se stesso e per gli altri. E siamo certi che la condizione peggiorerà ulteriormente", ha detto la dottoressa Caterina Ciufegni nella sua relazione medica comunicata alla guardia costiera italiana. Le cause sono da ricondursi alle traumatiche esperienze vissute nella prigione libica e al rapporto conflittuale con altri passeggeri. Un altro giovane è così stressato da ricorrere ad atti di autolesionismo.

Dopo dieci giorni, la disperazione di alcune persone a bordo "ha raggiunto livelli senza precedenti", dichiara la Sea Eye. La capitana della nave Bärbel Beuse aveva richiesto l’immediata evacuazione di tre persone, quelle nelle peggiori condizioni sanitarie, che è prontamente avvenuta con l’ausilio delle motovedette. La situazione, però, si era complicata quando gli altri ospiti della Alan Kurdi avevano manifestato l’intenzione di gettarsi in mare per raggiungerle. Alla fine, dopo ben due ore, pare che tutto sia andato per il meglio.

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I tre migranti evacuati dalla nave sono stati trasportati direttamente in ospedale, dove sono stati sottoposti a tampone (tutti negativi) e saranno sottoposti al periodo di quarantena previsto.

“Abbiamo bisogno di un porto sicuro, l’inattività dei Paesi europei sta diventando sempre più pericolosa”, denuncia la Ong tedesca. Così, finalmente, su richiesta del ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha firmato un provvedimento con il quale la Croce Rossa Italiana viene nominata soggetto attuatore per provvedere all’assistenza alloggiativa e alla sorveglianza sanitaria delle persone soccorse in mare. In una nota del Mit, si specifica poi che è stata individuata la nave della Compagnia italiana di navigazione sulla quale i migranti, già da venerdì mattina, trascorreranno il periodo di quarantena prima dello sbarco.

Un provvedimento di buonsenso, nonostante un decreto del 7 aprile abbia dichiarato che l’Italia non sarebbe più considerabile come porto sicuro, a causa della gravissima emergenza sanitaria in corso. La norma riguarda “i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell’area SAR italiana”. È però evidente che usare la scusa del Coronavirus per lasciar annegare centinaia di persone al largo del Mediterraneo sarebbe un crimine troppo grave per essere tollerato. Si spera dunque che, come sta avvenendo per Alan Kurdi, il provvedimento sia utilizzato solo per indicare la necessità di prendere misure precauzionali più stringenti.

Giulio Negri

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