MISERIE DISUMANE
Istantanee d’autore – 25 marzo 2023
Quante domande alle quali non so rispondere!
Ve ne riverserò qualcuna, cominciando con queste.
Magari trovo qualche risposta grazie a voi…
In Italia ci sono centinaia di migliaia di disoccupati, e centinaia di miglia di famiglie in stato di povertà.
Molti analisti affermano che abbiamo un disperato bisogno di immigrati che lavorino e versino i contributi.
Non riesco a conciliare questi due elementi.
I dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni riferiscono che i viaggi nei barconi dall’Africa all’Italia avvengono sia in presenza di navi delle ONG, sia che esse non ci siano.
L’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso obbligo degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare. La ricostruzione dei fatti e la qualificazione delle responsabilità dei diversi attori coinvolti nelle attività di ricerca e salvataggio (Sar) nelle acque internazionali del Mediterraneo Centrale deve tenere conto dei rilevanti profili di diritto dell’Unione europea e di diritto internazionale che, in base all’art. 117 della Costituzione italiana, assumono rilievo nell’ordinamento giuridico interno.
Le scelte politiche insite nell’imposizione di Codici di condotta, o i mutevoli indirizzi impartiti a livello ministeriale o dalle autorità di coordinamento dei soccorsi, non possono ridurre la portata degli obblighi degli Stati che devono garantire nel modo più sollecito il soccorso e lo sbarco in un luogo sicuro (place of safety).
Eventuali intese operative tra le autorità di Stati diversi, o la paventata “chiusura” dei porti italiani, non possono consentire deroghe al principio di non respingimento in Paesi non sicuri affermato dall’art. 33 della Convenzione di Ginevra.
(avv. Fulvio Vassallo Paleologo)
Forse sia nelle alte sfere del potere, sia in quelle basse dell’opinione pubblica, stiamo facendo un po’ di confusione e mischiando gli argomenti?
Le vite sono da salvare e proteggere e tutto il resto viene dopo, o viene prima tutto il resto e poi la vita umana?
La colpa è sempre di chi amministra o anche nostra?
Non arriviamo a capire dei principi finché qualcuno non ci punisce?
Non è il momento di inventarsi qualcosa visto che l’immondizia è superiore ai bidoni per accoglierla?
Alcuni anni fa dei Comuni avevano costruito dei raccoglitori sotterranei.
Bastava alzare un piccolo coperchio e gettare il proprio sacchetto.
E costava tutto molto meno perché non c’erano bidoni a disposizione di appassionati del fuoco e della violenza urbana.
Come succede spesso, le buone idee si archiviano (e se le tengono solo i rari comuni amministrati con intelligenza) e ritornano le soluzioni più problematiche.
Qualcuno mi spiega per quale meccanismo mentale perverso accadono certe regressioni?
La collaborazione di parte della popolazione incivile produce poi scene come questa
Oh, ancora una domanda.
Ci sono Stati che usano l’immondizia per ricavarne denaro, utilizzandola per vari usi.
Una conversazione con questi governanti illuminati non sarebbe opportuna?
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