MISS FLAPPER: MILLE IDEE PER LA TESTA

Sbirciando sui Social si trovano tante cose interessanti: eventi, brand, musica, arte. E tante belle persone.
Miss Flapper - alias Sonia Conca - è una di queste.
Dopo aver lavorato tanti anni nel sociale, affianca la mamma durante il decorso della sua malattia oncologica.
Questa esperienza le apre un mondo fino ad allora sconosciuto.
“La chemioterapia è un viaggio spaventoso e difficile per tutti coloro che lo attraversano. Miss Flapper vuole aiutare le donne che affrontano questo momento difficile della loro vita producendo turbanti che non solo sono realizzati con i migliori materiali antiallergici e lussuosi, ma sono anche progettati per far sentire ogni donna la creatura elegante e bella che è.” (cit. "Miss Flapper")
“Miss Flapper” - alias Sonia Conca
Nasce così il suo brand “Miss Flapper”.
Con i suoi foulard e i suoi turbanti - ormai disseminati ovunque nel mondo - Sonia aiuta donne e uomini a sentirsi a bene con se stessi, in un momento in cui l’autostima e l’immagine di sé viene falsata dalla malattia.
È sempre difficile parlare di una tematica così delicata. Ma ciò che mi preme dire è che questo brand nasce da un’esperienza di dolore personale, non dalla necessità di fare impresa.
Sonia ha visto da vicino le sfide e gli stati d’animo delle persone che lottano contro la malattia oncologica. Sa che oltre ad affrontare la malattia, devono combattere contro il pregiudizio e lo sguardo altrui. Queste persone non vogliono sentirsi menomate o indicate: non vogliono sentirsi diverse. Anzi, in quel momento più che mai, desiderano essere come tutti gli altri.
“Il problema della malattia oncologica è evidente agli occhi altrui - spiega. Il malato oncologico lo si nota, non soltanto perché perde i capelli ma anche per l’incarnato e per lo sguardo così particolare.
I copricapo “Miss Flapper” sono nati durante la malattia di mia madre; poi sono arrivati i turbanti, ma sempre in seguito ad un percorso personale.”
In effetti Sonia ha notato che i suoi clienti erano soprattutto donne che stavano passando il momento faticosissimo della chemioterapia e della post chemioterapia. Senza nulla togliere al servizio che viene fatto con le parrucche, ha voluto creare un’alternativa affinché queste donne potessero avere la possibilità di scegliere come sentirsi belle.
Due turbanti della collezione “Frida” di Miss Flapper
Come anticipato, Sonia Conca non ha sempre fatto l’imprenditrice. Ha lavorato molti anni come educatrice professionale, a contatto con situazioni gravissime.
Il brand Miss Flapper nasce nel 2014, tra l’altro con un articolo diverso: le borse. Era un periodo di sperimentazione in cui Sonia cercava di capire quale fosse la strada da percorrere. Gli eventi glielo rivelarono a chiare lettere.
Oggi Miss Flapper è un brand affermato ma, soprattutto, è un progetto al servizio del prossimo.
Una curiosità: perché il nome MISS FLAPPER?
Anche qui, dobbiamo far riferimento ad una storia personale. “Le Flapper girls furono le prime donne ad aver staccato con la tradizione - spiega. Parliamo dei primi vent’anni del ‘900. Simbolo di progresso e rivoluzione, portavano i capelli corti, bevevano, fumavano, ballavano in pubblico. E tutta una serie di altre cose che fino a quel momento erano proibite. Nello specifico, mia nonna era una Flapper!“
Le creazioni di Miss Flapper, oggi, si concentrano su fasce, turbanti e copricapi fruibili a tutti. Con un’attenzione particolare, però, per le collezioni Basic e Frida, appositamente studiate per coloro che affrontano il discorso oncologico.
Questi turbanti, in particolare, hanno tutti una base in cotoni organici mescolati a velluti, sete e jersey. Sonia è molto attenta nella scelta dei tessuti perché quando si affronta una chemioterapia, la pelle diventa sensibilissima.
“Dopodiché possiamo creare un volume - spiega. Quello che mi è sempre stato detto dalle donne che sono in oncologia è che quando cadono i capelli, hanno la percezione che la loro testa diventi molto piccola.
Quindi io vado a creare un volume, facendo estrema attenzione al fatto che ciò che tocca la testa deve essere naturale e non deve comprimere.
Quante donne avrà “inturbantato“ Sonia, da quando ha iniziato?
“Ormai non le conto più! - sorride. Quello che so è che anche un lavoro di questo tipo, che rientra nell’area del fashion e della moda, deve essere utile. Cioè deve andare a risolvere qualche problema. Certo, io faccio anche dei turbanti Luxury, però tengo moltissimo a tutta quest’area che schiaccia l’occhio al sociale.”
Moltissime sono le clienti anche fuori dall’Italia. Parliamo di Inghilterra, Francia, Germania ma anche dell’Australia, dove Miss Flapper ha una testimonial di tutto rispetto. Si chiama Suzanne Dekyvere, ed è una donna molto attenta a tutto ciò che riguarda il femminile, il sociale, il sostegno.
In Egitto e negli U.S.A. un’altra super testimonial: Colleen Darnell, meglio conosciuta su Instagram come “Vintage Egyptologist”.
Parliamo degli uomini, adesso: loro come vivono la “situazione turbante”?
“Gli uomini hanno un approccio diverso, nel senso che, purtroppo, sono loro quelli ghettizzati - racconta. Soprattutto quando si parla di oncologia. Perché se si discute tanto - ed è giusto farlo - di come una donna deve essere supportata in quel momento, dell’uomo si parla poco. Molti uomini che si sono fatti realizzare dei turbanti da me. Anche se meno fantasiosi rispetto a quelli femminili, lo scopo era lo stesso: il desiderio di sentirsi dignitosi, nonostante la cura chemioterapica.”
C’è da dire che per una donna un foulard non è un problema; è più discriminante la perdita dei capelli.
Per quanto riguarda gli uomini, invece, se la calvizie è socialmente accettata, vederli con un turbante è un po’ strano.
Quindi, nella nostra cultura, come viene visto un uomo che indossa un turbante?
“Viene visto come un tipo eccentrico, alla moda, un po’ fuori dagli schemi - afferma. Devo riconoscere, però, che anche lo sguardo sul copricapo femminile sta cambiando. Quando vado in giro con uno dei miei turbanti, mi guardano con uno stupore misto di ammirazione.”
Sonia Conca (a destra) e Francesca Manca (a sinistra): le due facce di “Miss Flapper”
Non per ultimo, vorrei accennare al progetto, nato a fine 2020, dedicato alle donne in chemioterapia.
Si chiama “Il Cerchio del benessere” ed è totalmente gratuito. È gestito da un pool di professionisti che lavorano al benessere psicofisico delle donne che vivono questo momento di estrema difficoltà. Da pazienti a clienti: questo è l’obiettivo che “Il Cerchio del benessere” si propone per le donne che vi accedono.
“Dopo un’attenta ricerca sul territorio rispetto alle realtà associative presenti a Milano e Provincia, è nata la collaborazione con “T-Clar Esteticamente Benessere”. Già presente ed operante in alcune strutture dell’estetica oncologica, “T-CLAR” abbraccia e sostiene questo progetto in prima linea, mettendo in campo la propria professionalità ed esperienza nell’area dell’estetica oncologica.” (cit."Il Cerchio del benessere")
L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.
La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.
#socialtvlbocca
Dove trovare Miss Flapper:
https://www.instagram.com/missflapper/
https://www.ilcerchiodelbenessere.org/
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