MOLDAVIA: IN PIAZZA 80.000 MANIFESTANTI PRO UE

Una grande manifestazione a sostegno dell’adesione del paese all’Unione Europea si è tenuta a Chisinau, capitale della Moldavia. Secondo la polizia sono state tra le 75 mila e le 80 mila le persone che hanno preso parte alla c.d.
“Grande assemblea europea”, organizzata dalla presidente della Moldavia Maia Sandu (pro-UE) e dal capo del Parlamento europeo Roberta Metsola, giunta nel paese espressamente per questa occasione. Il sito moldavo NewsMaker riferisce che tutto si è svolto regolarmente e non ci sono stati incidenti (dal momento che sussiste una forte opposizione filorussa riconducibile al partito di Ilan Shor). Chisinau grida a gran voce la propria volontà di divenire a pieno titolo membro dell’UE, definita l’unica struttura politica sovranazionale che può garantire stabilità e realizzazione del proprio pieno potenziale. Così si è concluso l’incontro tra i partecipanti, sintetizzato in una risoluzione che, secondo i manifestanti, non è comunque definitiva. Si chiede, infatti, di inserire lo status di candidato direttamente in Costituzione, con l’auspicio che le procedure di adesione possano iniziare il prima possibile.
È almeno dal 2013 che questo piccolo (e povero) paese dell’Est Europa ha iniziato il lungo iter, culminato il 3 marzo dell’anno scorso, durante l’invasione ucraina da parte della Russia, allorquando ha ufficialmente sottoscritto la richiesta di adesione, cui è seguito il parere favorevole della Commissione europea (giunto unitamente a quello dell’Ucraina) e quindi del Consiglio europeo che a sua volta, con una decisione, ha cristallizzato lo status di candidato all’ingresso dell’Unione Europea.
“A Chisinau è stata una giornata incredibile” ha commentato Roberta Metsola al rientro dalla storica giornata.
Tuttavia, all’interno del paese purtroppo la situazione politica non è pacifica a causa di una forte opposizione filorussa che recentemente ha organizzato diverse manifestazioni contro la presidente Sandu, accusata di non fare realmente gli interessi del paese e di non avere il popolo al centro della sua agenda politica.
“Il governo deve pagare le bollette delle persone che sono aumentate più volte per colpa dell’autorità.
Chiediamo anche che venga osservata la neutralità, com’è scritto nella Costituzione, in modo che il nostro Paese non sia trascinato in operazioni di guerra” ha dichiarato recentemente Vadim Fotescu, parlamentare di Shor sceso in piazza.
La presidente Sandu è stata raggiunta in un’intervista dal sito legrandcontinent.eu, nella quale ha parlato del futuro del proprio paese alla vigilia del secondo vertice della Comunità politica europea che si terrà proprio nella capitale moldava il prossimo 1° giugno. La stessa si è soffermata sull’importanza della stabilità del proprio paese, questione decisiva non solo per sé stessi ma anche per l’Unione Europea e per l’Ucraina: “immaginate per un momento come la Russia userebbe la Moldavia contro l’Ucraina se fosse instabile”, ha dichiarato. “La Moldavia sarà anche piccola, ma siamo impegnati per la stabilità, vogliamo partecipare e facciamo già parte della cintura di sicurezza europea. Continueremo a dimostrare che i nostri sforzi sono sinceri, così come il nostro impegno nei confronti dei valori dell’Unione e della democrazia. Come avete visto oggi, i moldavi hanno affermato a gran voce che il posto della Moldavia è nell’Unione”.
Intanto proprio la Moldavia deve affrontare e risolvere una grossa questione con la Russia: la Transnistria. La Regione, territorialmente compresa nella Repubblica di Moldavia, si è autoproclamata indipendente nel 1990 e , già base militare di diverse truppe russe, ha chiesto a Mosca l’annessione dal 2014, volendo seguire l’esempio della Crimea.
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