MONTENEGRO: PROTESTE PER L’INSEDIAMENTO DEL NUOVO METROPOLITA

Una spaccatura identitaria per la Chiesa montenegrina

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Il Montenegro sta in queste ore vivendo attimi di alta tensione. Aspri scontri tra polizia e manifestanti nazionalisti hanno travolto Cetinje, vecchia capitale nel sud-ovest del Paese, dove si è svolta la cerimonia di insediamento del nuovo metropolita ortodosso del Montenegro Joanikije, ufficialmente nominato durante una cerimonia nel monastero della cittadina che, attualmente, ospita la residenza ufficiale della presidenza.

Gli ospiti civili che dovevano assistere alla cerimonia non hanno potuto raggiungere tale località a causa dei blocchi stradali e delle barricate erette da migliaia di manifestanti nazionalisti antiserbi contrari all’elezione di Joanikije.

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Le proteste hanno assunto un vero e proprio carattere politico e identitario, dividendo così Paese e istituzioni tra filo e antiserbi. I dimostranti, perlopiù esponenti del Partito democratico dei socialisti (DPS), si oppongono al nuovo metropolita ritenendolo un emissario di Belgrado e della Chiesa ortodossa serba. L’elezione ecclesiastica ha esposto le profonde divisioni e tensioni identitarie nei rapporti con la Serbia; per di più, gli antiserbi sostengono a gran voce che l’elezione si sarebbe svolta in condizioni tutt’altro che regolari.

A seguito degli scontri si sono registrati numerosi feriti; i media locali riferiscono che le forze dell’ordine sarebbero intervenute più volte con gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, i quali hanno scagliato sassi, bottiglie e petardi contro le autorità. Sempre secondo fonti mediatiche, pare che si siano stati messi in atto più di dieci arresti, tra cui quello di Veselin Veljovic, consigliere del presidente montenegrino Milo Djukanovic. A ordinare la sua carcerazione sembra essere stato il premier montenegrino Zdravko Krivokapic, che ha commentato gli incidenti a Cetinje paragonandoli ad un vero e proprio «attacco alle istituzioni statali».

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Consapevoli che la Chiesa serba ortodossa sia dominante nel paese, gli oppositori chiedono che la Chiesa ortodossa montenegrina, attualmente minoritaria e non riconosciuta dal mondo ortodosso, venga legittimata in ambito giuridico e canonico.

Michelle Giliberti

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