MULLAH KREKAR TRASFERITO NEL CARCERE DI REBIBBIA

Il terrorista internazionale è stato estradato dalla Norvegia

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Faraj Ahmad Najmuddin (noto come il Mullah Krekar), leader dell’organizzazione terroristica Ansar Al Islam, rifugiato in Norvegia fin dal 1991, è stato estradato in Italia. Per anni e anni, la Norvegia ha provato ad allontanare dal territorio nazionale il fondamentalista curdo, considerato come estrema minaccia per la sicurezza pubblica. Tuttavia, ogni tentativo si è sempre risolto in un nulla di fatto: la legge norvegese, infatti, non permette l’estradizione di un rifugiato nel caso in cui, in qualche modo, possa essere messa a repentaglio la sua incolumità. Tornando in Iraq, Mullah Krekar avrebbe rischiato quasi certamente una condanna a morte. Pertanto, pur riluttante, Oslo ne ha sempre garantito la permanenza sul proprio territorio, non concedendo mai la cittadinanza norvegese.

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Dopo una lunga attesa, l’occasione giusta è però finalmente giunta e il governo norvegese non si è fatto assolutamente scappare l’opportunità di coglierla al volo. Nel luglio del 2019, la magistratura italiana ha condannato il Mullah Krekar a dodici anni di carcere per aver istituito l’organizzazione terroristica denominata “Rawti Shax”, sospettata di legami con l’ISIS e di pianificazione di attentati ai danni del mondo occidentale. L’organizzazione era dotata di innumerevoli ramificazioni operative, sotto forma di cellule presenti in buona parte d’Europa: Italia, Norvegia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Grecia, Finlandia e Iraq. Tra le finalità del movimento costituito, principalmente, l’invio di foreign fighters nelle zone di guerra tra Iraq e Siria, la realizzazione di atti intimidatori nei confronti dei governi occidentali tramite minaccia di cellule dormienti sparse in Europa, nonché la volontà di instaurare nel Kurdistan iracheno un califfato regolato da legge coranica. Già nel novembre 2009, il Mullah Krekar scatenò innumerevoli polemiche con le incaute dichiarazioni rilasciate al canale televisivo arabo al-Hiwar, al quale confessò il desiderio di stabilire un nuovo califfato in Iraq, sostenendo la necessità di garantire agli jihadisti uno stato legittimo. Per il super-stato islamico egli immaginava Osama bin Laden come leader ideale, già a capo di Al Qaida, oppure altri islamisti radicali come Gulbuddin Hekmatyar o Ayman Al-Zawahiri.

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Nell’ambito dell’indagine condotta dal Ros dell’Arma dei Carabinieri in collaborazione con le autorità giudiziarie di Regno Unito, Germania e Norvegia, la Corte d’Assise di Bolzano ha condannato per “associazione con finalità di terrorismo internazionale” sei cittadini di origini curdo-irachene, tra cui anche il Mullah Kraker, emettendo un’ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti. Da qui, dopo il parere favorevole della Corte suprema di Oslo, è derivata l’ufficializzazione del trasferimento del terrorista al carcere di Rebibbia, a Roma, dove rimarrà in custodia in attesa che si avvii l’iter giudiziario previsto.

Elena Indraccolo

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