Malta respinge i migranti verso l’Italia
Schiaccianti testimonianze in immagini e video consegnati ad Alarm Phone

The Guardian e Avvenire hanno pubblicato un’inchiesta sul dirottamento verso l’Italia di un barcone con a bordo migranti libici, imposto dalle forze armate maltesi, allegando come testimonianza video e immagini in possesso di Alarm Phone. Queste ultime, risalenti all’11 aprile, mostrano chiaramente una motovedetta seguire un barcone occupato da oltre cento persone, di cui alcune si gettano in acqua pur di non tornare nel loro paese d’origine. Il 12 aprile, i migranti sono giunti sani e salvi a Pozzallo, dopo quattro giorni di traversata e 500 km percorsi.
Le immagini a corredo dell’inchiesta costituiscono una prova schiacciante, dato che sullo sfondo si intravede chiaramente l’isola di Malta, da cui però i migranti non potevano essere mandati via, come invece sarebbe accaduto stando alle testimonianze raccolte. Infatti, il dirottamento di migranti da un paese all’altro dell’Ue non è consentito, motivo per cui Malta dovrà fare chiarezza sull’accaduto davanti a un tribunale europeo.
Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo, si è così espresso in merito: «È senza dubbio la nuova strategia dei trafficanti, che molto probabilmente hanno trasferito molte persone disperate da una nave madre a una nave più piccola».
Uno dei migranti superstiti, a distanza di un mese, ha confermato quanto accaduto, rilasciando le seguenti dichiarazioni: «Quando siamo partiti dalla Libia abbiamo visto grandi navi commerciali. Ma non si sono mai avvicinate a noi. Il terzo giorno, con il mare fortunatamente calmo e le prime luci dell’alba, abbiamo visto Malta. Tutti erano felici e urlavano. Durante l’avvicinamento siamo stati affiancati da una nave che sembrava turca. Aveva una bandiera rossa con una luna e una stella. Con il megafono qualcuno dell’equipaggio ci ha detto che eravamo a Malta. Poi sono scesi e si sono avvicinati con una piccola barca e ci hanno detto ancora che eravamo nelle acque di Malta: “Continuate per una distanza di 30 minuti e andate a consegnarvi”. Gli abbiamo chiesto: è possibile che ci porti a bordo e ci accompagni? Ha detto “no, non posso”».
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