Mattarella: "Libertà non è fare ammalare gli altri" (Altre News)

Salvini:"Open Arms scelta concordata" - Renzi: "Salvini più che dai giudici va salvato da se stesso" - Crimi: "Commissioni? Patti rispettati" - Puglia, commissario per parità di genere

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Mattarella: "Libertà non è fare ammalare gli altri"

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"Non possiamo e non dobbiamo dimenticare", quanto accaduto durante la pandemia "per rispetto dei morti, di chi si è prodigato per curarli, per rispetto dei sacrifici dei nostri concittadini". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia del Ventaglio.

"Sarebbe bene ogni tanto rileggere i prospetti quotidiani, che davano nei mesi scorsi notizia dei dati dell’epidemia, dei nuovi contagi, delle vittime, dei ricoverati in terapia intensiva. Io - ha sottolineato Mattarella - li conservo a partire dai primi giorni di marzo. Li ho riletti nei giorni scorsi. Non possiamo - e non dobbiamo - dimenticare quel che è avvenuto, le settimane in cui morivano, quotidianamente, centinaia di nostri concittadini. In cui medici e infermieri, presenti negli ospedali, con abnegazione profondevano sforzi immani correndo rischi personali molto alti per curare i malati. In cui nei cimiteri non si trovava spazio per i tanti feretri. Appena quattro mesi fa - il 31 marzo - sono morti in quel solo giorno oltre ottocento nostri concittadini".

Il pericolo del coronavirus è "ancora attuale" come in Italia e nel mondo dimostrano il numero dei morti e dei contagi, ha rimarcato il capo dello Stato. "Sovente, nel corso del tempo, affiora la tendenza a dimenticare, a rimuovere esperienze dolorose o anche soltanto sgradevoli. Era prevedibile che questo sarebbe potuto avvenire anche rispetto ai drammatici mesi trascorsi. Forse non era immaginabile che affiorasse così presto. Mentre, nel nostro Paese, per la pandemia, continuano a morire nostri concittadini; ed è il caso di sottolineare che anche una sola vittima costituisca motivo di dolore e motivo per non abbassare le difese - le parole del presidente della Repubblica - Mentre nel mondo muoiono ogni giorno migliaia e migliaia di persone, e ogni giorno si registrano ben oltre duecentomila contagi; e mentre la necessaria riapertura delle comunicazioni espone a nuovi rischi i Paesi che pensavano di aver superato i momenti più duri e più drammatici".

"Talvolta - ha osservato ancora Mattarella - viene evocato il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà. Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri".

"Imparare a convivere con il virus finché non vi sarà un vaccino risolutivo - ha sottolineato - non vuol dire comportarsi come se il virus fosse scomparso. Soltanto ricordando quel che è avvenuto - e senza dividerci in contrapposizioni pregiudiziali ma con una comune ricerca di prospettive - possiamo porre basi solide per la necessaria ripresa e per pervenire a una nuova normalità".

Mattarella si è soffermato anche sul mondo dell’informazione, che "è stato interpellato dal virus e, nonostante le obiettive difficoltà vissute dal settore e dai singoli giornalisti, ha dato prova di saper essere al servizio dell’interesse generale e dei cittadini. L’avere posto al centro i fatti, l’approfondimento scientifico, la ricostruzione del fenomeno, il contributo fornito all’educazione ed al senso di responsabilità dei cittadini, hanno consentito ai media di svolgere un ruolo di grande rilievo nel contrastare la pandemia".

"I dati degli ascolti televisivi, dei contatti web, della diffusione dei quotidiani in quei terribili mesi, testimoniano - ha affermato il capo dello Stato - una ripresa di fiducia e di attenzione nei confronti dei media professionali. Una opportunità, forse inattesa, che rilancia il ruolo del giornalismo, opposto alle fabbriche della cattiva informazione, di quelle che siamo abituati ormai a definire fake news, notizie contraffatte, per esprimersi in italiano. In questa occasione l’informazione professionale, di qualità, è stata, evidentemente, riconosciuta dai nostri concittadini come capace di poter garantire una affidabilità non attribuibile ad altri ambiti".

Poi la scuola. "I nostri ragazzi hanno patito un anno scolastico che non ha potuto offrire loro appieno la formazione promessa, il virus ha inciso sullo svolgimento regolare di lezioni e di esami. Il sistema Italia non può permettersi di dissipare altre energie, di rischiare di trascurare i talenti dei nostri ragazzi. La riapertura regolare delle scuole costituisce un obiettivo primario - ha scandito Mattarella - da perseguire in un clima che auspico di collaborazione e di condivisione".

Quanto alle misure europee, "le iniziative, la quantità di risorse ma, soprattutto, la qualità e le formule profondamente innovative messe in campo dalle principali istituzioni comunitarie - dalla Commissione alla Banca centrale, alla Bei, sollecitate dal Parlamento europeo, le scelte del Consiglio europeo - hanno una portata straordinaria e manifestano un’ambizione di significato storico. Adesso, in questo ambito, noi italiani siamo chiamati - istituzioni e società - a fare la nostra parte per utilizzare le grandi opportunità presentate. Nell’ambito di un programma, tempestivo, concreto ed efficace, di rilancio e di innovazione: per fronteggiare e recuperare le conseguenze profondamente negative della pandemia sul piano economico e sociale e per avviare e sviluppare un consistente processo di crescita del nostro Paese" ha detto Mattarella.

Il presidente della Repubblica ha poi ribadito: "Su alcuni punti non mi è consentito esprimermi per rispettare la doverosa imparzialità istituzionale e per non entrare nel dibattito politico, come è dovere di chi riveste ruoli di garanzia".

Salvini:"Open Arms scelta condivisa. Inchiesta Fontana? Ridicola come la mia"

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Quella su Open Arms è stata una scelta "concordata e condivisa" con il governo Conte che lo vedeva allora ministro dell’Interno, ma "per le mie idee e per il mio Paese sono pronto ad andare fino in fondo. Troverò un giudice che mi dice in tutto il mondo chi difende i confini fa il suo dovere, solo in Italia chi lo fa passa per criminale, non ho preoccupazioni di nessun tipo". All’indomani del via libera del Senato alla richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, Matteo Salvini, ospite della trasmissione tv ’Aria pulita’, insiste sulla corresponsabilità del governo Conte I nella vicenda.

"Conte, Di Maio e Toninelli, con me a Catania? Meno li vedo e meglio è", dice poi Salvini da Milano Marittima: "Quello che ho fatto, comunque, non l’ho fatto da solo, ma per la poltrona c’è chi vende l’anima al diavolo", aggiunge.

E sul caso camici che scuote la Lombardia, il leghista afferma: "E’ ridicola come la mia, è l’unica inchiesta sulla donazione di camici. E’ surreale è solo un ennesimo attacco alla Lega, alla Lombardia e a Fontana, ma i lombardi hanno reagito eroicamente alla bomba atomica che ci è scoppiata in casa".

"Medici, amministratori, sindaci più che processi meritano attenzione e affetto. Ho visto che anche l’ospedale San Matteo di Pavia è indagato, averne di ospedali cosi. Qualcuno li infama, io li ringrazio". Quanto alle accuse sulla mancata zona rossa, "Hanno sempre detto che la zona rossa era competenza del governo, a maggior ragione se qualcuno non ha fatto qualcosa dovrà risponderne ai lombardi", conclude Salvini.

Poi il post su Facebook, pubblicato insieme alla foto con la figlia sulle spalle: "Buongiorno. Per amore dei nostri figli, per il bene dell’Italia, in difesa dei nostri valori e del nostro futuro. Possono anche processare un uomo, ma non potranno mai arrestare le nostre idee e la nostra voglia di Libertà. GRAZIE Amici, io non mollo", promette.

Renzi: "Salvini più che dai giudici va salvato da se stesso"

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"Salvini mi ha attaccato pesantemente sul piano personale. Temo che, viste le recenti esternazioni su Mes e su Covid, più che dai giudici il senatore Salvini dovrebbe essere salvato da se stesso". Lo scrive Matteo Renzi nella sua ultima enews all’indomani della decisione del Senato di concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista per il caso Open Arms.

"Chi dice che dovevamo salvare Salvini in nome del garantismo non si rende conto che il garantismo non significa evitare i processi, ma significa seguire le regole: in caso di reato ministeriale bisogna seguire l’articolo 96 della Costituzione, non le proprie impressioni. E, come ho detto in Aula, se domani fosse richiesta l’autorizzazione a procedere per lo stesso reato contro l’altro ex ministro interessato, Toninelli, non avrei dubbi a votare nello stesso identico modo. Noi abbiamo studiato le carte, fino in fondo, per bene. Non si va per simpatia, su queste cose: si studia", sottolinea Renzi.

"I populisti -aggiunge il leader di Italia Viva- pensano che sia tutto un tweet: sì, no, certo. Le persone serie invece approfondiscono: per salvare Salvini avremmo dovuto dire che tenere 200 persone ostaggio in mezzo al mare era una scelta che rispondeva a un interesse costituzionalmente tutelato. Secondo me, invece, Salvini lo faceva per strumentalizzare il tema immigrazione, per esigenze di visibilità personali e di partito. Perché, se blocchi un barcone per qualche giorno, non stai diminuendo il numero degli sbarchi, stai solo aumentando il numero dei tuoi followers".

Secondo Renzi, inoltre, esiste "un grande tema giustizia - e chi sente l’intervento ascolterà parole molto dure su questo punto, dalle intercettazioni alla vicenda Berlusconi, dalle correnti della magistratura al finanziamento alla politica - ma che vada affrontato in modo serio, organico. Sia ieri che il 12 dicembre scorso, io mi sono alzato in Parlamento per ribadire questo concetto nella sede più alta e più idonea. Noi ci abbiamo messo la faccia, come sempre. Siamo gli unici che parlano di intercettazioni illegali, di utilizzo venezuelano dei Trojan, di invasione di campo tra magistratura e politica. E siamo gli unici che si chiedono pubblicamente, in Parlamento, se oggi un magistrato bravo non iscritto a una corrente può fare carriera al pari di chi è sostenuto dalla propria corrente. E continueremo a farlo".

Crimi: "Commissioni? Patti rispettati, incidente solo in Agricoltura"

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"Tutto questo dramma di non aver saputo difendere la capacità del M5S di imporsi nella maggioranza mi sembra non ci sia... qualcuno non ha rispettato i patti, è successo nella Commissione Agricoltura" del Senato, "per il resto, gli accordi presi sono stati tutti rispettati". Lo ha detto il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, a proposito delle polemiche sul rinnovo delle Commissioni parlamentari, a Start, su Sky TG24, nell’appuntamento che fa parte del ciclo di interviste ai leader dei principali partiti.

Per il sottosegretario grillino Alessio Villarosa servirebbe un vero capo politico: "Alle polemiche personali - replica Crimi - non rispondo. Devo rispondere ai 280 parlamentari M5S che non hanno scritto mail e sono convinti che abbiamo fatto un buon lavoro. Il Movimento 5 Stelle c’è e va avanti unito".

Se ci mettiamo a costruire strumenti come Commissioni speciali, bicamerali e quant’altro, rischiamo - spiega Crimi - di perdere tempo a costruire contenitori e prima di avere il contenitore è passato il tempo per fare il contenuto. Oggi il Parlamento può già operare, ci sono gli strumenti come la Commissione Bilancio e le Commissioni competenti nell’ambito delle prossime iniziative in campo, ad esempio la Nadef. Ci sono degli strumenti che possono essere utilizzati all’interno di queste Commissioni per poter mettere nero su bianco delle indicazioni al Governo su come indirizzare il Recovery Fund".

La possibilità di creare una Commissione sul Recovery Fund presieduta da Renato Brunetta "era un’ipotesi nella testa di Renato Brunetta - ha aggiunto -. Non mi pare ci siano le condizioni in questo momento per creare Commissioni speciali. Solo il tempo per farle, discutere le composizioni e il presidente, fa finire il tempo per affrontare l’emergenza".

Puglia, commissario per parità di genere. Conte: "Pagina di storia"

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Il Cdm, spiegano fonti ministeriali, ha affidato ad un commissario straordinario il rispetto delle norme sulla parità di genere per le prossime elezioni regionali in Puglia. Il commissario sarà il prefetto di Bari Antonia Bellomo.

"Oggi abbiamo scritto una nuova pagina nella storia italiana dei diritti politici e, in particolare, dei diritti delle donne. Per la prima volta il Governo è intervenuto per adottare un decreto-legge che introduce nella legislazione della Regione Puglia il vincolo della doppia preferenza, offrendo a tutti gli elettori pugliesi la garanzia di poter scegliere, in occasione della prossima competizione elettorale, tra candidati di sesso diverso", afferma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla sua pagina Facebook.

"Per il Governo -aggiunge il premier- l’empowerment femminile è un imperativo morale, politico e giuridico. Non siamo disposti a consentire ulteriori discriminazioni a carico delle donne. Questo vale anche per le altre Regioni che ancora non hanno adeguato i rispettivi sistemi elettorali al principio di parità di genere. Rivolgiamo adesso un appello a tutte le forze parlamentari, senza distinzioni tra maggioranza e opposizioni: sarebbe davvero un bel segnale che il decreto-legge appena approvato dal Consiglio dei Ministri riunito in seduta straordinaria fosse convertito in legge all’unanimità dal Senato e dalla Camera dei Deputati".

"Lo avevamo detto nei giorni scorsi: dopo l’ultima vergognosa pagina scritta dalla maggioranza nel Consiglio regionale pugliese, che ha non voluto e saputo garantire per cinque lunghi anni la presenza delle donne adeguando la legge elettorale pugliese ad una norma dello Stato, non si poteva che arrivare a questo. Un decreto legge con cui il Governo nazionale indicava la soluzione nella nomina di un Commissario", scrive su Facebook Teresa Bellanova.

"È esattamente quanto è accaduto poco fa al Consiglio dei Ministri, sanando così una ferita e dando il via libera alla doppia preferenza di genere a partire dalla tornata elettorale di settembre -spiega la ministra dell’Agricoltura- Un Commissario terzo, perché non poteva essere l’attuale presidente a sanare una ferita cui né lui né la sua maggioranza hanno posto rimedio. Per la Puglia una pagina nuova ma anche la sconfitta di una politica arrogante e maschilista. Poco attenta alle donne fuori e dentro le stanze in cui si governa e si decide. È tempi di voltare radicalmente pagina".

"L’intervento urgente del governo in Cdm per inserire la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale pugliese si è reso necessario per garantire l’impegno assunto sul rispetto di una norma che in Puglia non era stata prevista", spiega il ministro delle Regioni Francesco Boccia. "Non competono al governo valutazioni di tipo politico ma la questione della doppia preferenza appartiene a quella categoria di diritti universali nei quali questo governo e questa maggioranza si rispecchiano -prosegue Boccia-. Il consiglio regionale della Regione Puglia avrebbe potuto agire nella sua sfera di autonomia ma, in assenza di decisioni, siamo intervenuti per garantire pari condizioni in vista delle elezioni previste per il 20 e 21 settembre".

"Dopo cinque anni di tentativi di convincere il Consiglio Regionale della Puglia, assolutamente sovrano in materia, ad approvare la doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese per adeguare la nostra regione al resto d’Italia, oggi il nostro impegno programmatico si è realizzato grazie al Governo della Repubblica. Oggi davanti al Consiglio dei Ministri che mi ha convocato allo scopo, ho potuto finalmente esprimere il mio pieno consenso all’introduzione della doppia preferenza di genere nella legislazione pugliese", dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano da Palazzo Chigi, dove ha partecipato oggi alla seduta del Consiglio dei Ministri. “Ringrazio tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione – aggiunge - che in queste ore hanno espresso favore nei confronti del provvedimento che il Governo ha appena approvato. Non c’era più tempo purtroppo per riconvocare il Consiglio Regionale, ma nella sostanza il provvedimento del Governo riassume le posizioni di tutti ed equipara la legge pugliese a quella delle altre regioni e dei comuni. La cosa più importante – conclude Emiliano - è aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissi”.

Redazione

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