NELLE CASE DI PSICHE
“La casa è il vostro corpo più grande.
Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte.
E non è senza sogni”.
(Khalil Gibran)
Caro Lettore, ci ritroviamo su I sentieri di Psiche…sono due settimane ormai che viviamo esclusivamente nelle nostre case, se non per andare a lavorare (per chi de ve farlo). Sono tempi durissimi che ci costringono a vivere in maniera innaturale, non solo rispetto alle nostre abitudini, ma anche dal punto di vista relazionale: l’uomo è un animale sociale e la privazione della relazione con l’altro spesso è il sintomo di un disturbo psichico e genera in ogni caso – soprattutto se forzata – profondo disagio psicologico.
Sono tempi durissimi dai quali chiunque uscirà cambiato in qualche modo: non mi riferisco a traumi ma anche a insegnamenti di vita che questa ‘reclusione’ agirà dentro di noi; secondo alcuni terapeuti familiari, “le dinamiche familiari si stanno modificando e si devono recuperare i propri ruoli; la velocità frenetica quotidiana rallenta drammaticamente e si crea un vissuto generale di abbassamento dell’umore, di ansia, di torpore che – invece – vanno letti come recupero di nuova identità, maggiormente riflessiva”.
Anche nel paese di Psiche si sente parlare di covid-19: i bambini pensano che si tratti di un virus con la corona che vuole impadronirsi del mondo terreno…anche tra i sentieri di Psiche in queste settimane non esce nessuno. Le nonne, le mamme cucinano tutto in casa, dalla pasta ai dolci, i bambini giocano nelle case e i ragazzi studiano e ascoltano musica. Sono pienamente consapevole – quando ho consigliato di trarre il positivo da questo periodo – che non sia cosa facile perché col passare dei giorni, il nostro umore tende ad abbassarsi, siamo più ansiosi e quell’ansia che ci assale non è più tanto quella del contagio tanto quella di un qualcosa di indeterminato.
Camminando tra i sentieri di Psiche, dalle case provengono suoni, profumi, voci…ed è inevitabile soffermarsi a guardare cosa fanno gli abitanti delle casette: vivono la loro esistenza facendo cose che in generale non possono fare; i bambini fanno cose molto semplici tra cui giocare e gli adulti in questo periodo vivono una dimensione di fanciullezza ormai dimenticata.
Vorrei porre doverosamente l’attenzione a tutte le forme di sostegno attivate dall’Ordine nazionale degli Psicologi, così da quello di tutte le Regioni d’Italia così come dalle Scuole di specializzazione e dai singoli Colleghi: siamo tutti insieme nel fronteggiare un’emergenza che è data non soltanto dal virus ma anche dalle conseguenze che le restrizioni stanno comportando. La sera sui gruppi whatsapp della nostra scuola, arrivano messaggi da parte dei Didatti che molto spesso sono favole esplicitando che l’obiettivo è farci rasserenare e dormire meglio.
C’è un mondo che è quello dei ragazzi disabili e delle loro famiglie che in questo momento sono ancor di più in difficoltà rispetto al solito: le scuole e i centri socio sanitari sono chiusi e i casi di autismo e di altre patologie vengono gestiti da colleghi in modalità smart working, soprattutto però vengono gestiti dai familiari, dalle ‘mamme coraggio’.
E’ a tutti loro che questa settimana voglio dedicare le mie parole: immaginate di camminare nei sentieri della vostra anima e di vedere dall’esterno la vostra casa: avvicinatevi alla porta e mettete fiori freschi e poi suonate e cantate le note che ai vostri bambini piacciono di più. Ne stiamo sentendo troppe di brutte notizie e di note stonate.
Resistiamo, perché dopo tutto sarà più bello. Dopo, scopriremo come bambini che la vita ci fa tanti doni che prima non eravamo capaci di vedere e di apprezzare.
Andrà tutto bene, ne sono certa.
Alla prossima settimana
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