NEW YORK FASHION WEEK
COLLEZIONI SPRING-SUMMER 2020

E’ la grande mela a dare il via al fashion month dedicato alla presentazione delle collezioni pret-a-porter primavera-estate 2020 e cominciare a capire quali saranno i trend per prossima estate poi, a ruota, sarà la volta di Londra, Milano e Parigi. Dal sei all’undici settembre scorso a New York si è ritrovato l’intero fashion system per assistere alle sfilate dei designer più famosi del “made in USA” come l’iconico Ralph Lauren, l’imprevedibile Tommy Hilfiger, lo status symbol americano di Michael Kors e l’inossidabile Donna Karan. C’è stata grande attesa per la sfilata del designer Tommy Hilfiger ritornato dopo tre anni a sfilare a New York con la collezione “TommyNow X Zendaya” creata in collaborazione con la cantante e attrice americana che ha puntato sull’inclusione, la valorizzazione delle diversità e la forza delle donne che possono essere trasmesse anche attraverso un abito. Anche il designer Tom Ford ha generato grandi aspettative per il suo nuovo ruolo come presidente del CFDA (Council of Fashion Designers of America) che per tredici anni è stato ricoperto dalla designer Diane von Furstenberg. Il brand che assieme a Ralph Lauren ha meglio rappresentato il fashion americano e la società americana con le sue tendenze e i suoi cambiamenti è stata senza dubbio la maison Donna Karan New York che quest’anno ha festeggiato in concomitanza il suo trentennale di attività organizzando un esclusivo e privatissimo party nel quartiere Dumbo a Brooklyn e che ha visto, tra le tante sorprese, anche un concerto live per la gioia dei selezionatissimi ospiti. Non c’è fashion week senza polemica e anche quest’anno non si è fatta attendere mettendo nell’occhio del ciclone proprio il CFDA e il suo neo presidente Tom Ford accusati di aver voluto una fashion week newyorkese troppo corta a discapito dei designers e dei brand emergenti che hanno dovuto sfilare tutti nello stesso giorno e precisamente la sera del nove settembre e non più spalmati nel calendario assieme ai brand più blasonati che di riflesso avrebbero portato loro pubblico, fashion editor e buyers. Questo per i più ottimisti è stato visto come un nuovo trend di fashion show per la presentazione delle collezioni dei nuovi talenti, ma sono stati in tantissimi a mettere in evidenza quanto questa decisione li abbia penalizzati quasi ghettizzandoli. Difatti la serata dedicata ai nuovi talenti ha visto poca affluenza di pubblico, fashion editor, influencer, ma soprattutto dei preziosi buyers.
E’ stato il designer Jeremy Scott ad aprire la fashion week newyorkese facendo sfilare una collezione uomo-donna dal mood futuristico e a tratti psichedelica. Le donne e gli uomini di Scott non hanno paura di indossare colori fluo, parrucche colorate, capi audaci e originali il tutto condito da tanto pizzo, da trentamila Swarovski, cuissardes metal, coloratissime stampe senza farsi mancare nemmeno l’animalier. L’obbiettivo dichiarato di Scott è quello di non passare inosservati e con questa collezione ci è pienamente riuscito, forse troppo, perché se essere originali e non allineati agli altri è senz’altro un pregio, è altrettanto vero che mettere tutto quello che ci capita a tiro in una unica soluzione di outfit è altrettanto una caduta di stile tra le più imperdonabili.
L’invito di Ralph Lauren chiedeva agli ospiti di avere un outfit black and white e di presentarsi a Wall Street dove una sala di una vecchia banca è stata trasformata in un caffè society che rievoca l’atmosfera elegante e rarefatta del film il Grande Gatsby. Le modelle sfilano elegantemente tra i tavolini dove star come l’attrice Kate Blanchette bevono martini e champagne ammirando l’eleganza senza tempo dello smoking, capo protagonista assoluto della prima parte della sfilata e che solo Ralph Lauren ha saputo e sa rendere femminile e sempre attualissimo. Per la prossima primavera-estate oltre ai classici bianco e nero, la giacca smoking prende nuova energia grazie a colori come il blu royal, il giallo, il rosso e il viola, mentre il coat maschile acquista femminilità grazie al lamé. La parte finale della sfilata è stata interamente dedicata ai meravigliosi abiti da sera che sono stati un tripudio di micro paillettes, linee sinuose e dal glamour senza tempo come quello indossato dalla top model Bella Hadid. La donna Ralph Lauren è una donna che ama il lusso, la pura eleganza senza data di scadenza, l’essere chic e glamour come le dive di un tempo, una collezione che sprizza glamour dove il mood androgino viene rielaborato in modo impareggiabile dal designer diventando super chic e terribilmente sexy. E’ stata la sfilata, assieme a quella di Kors, più applaudita, convincente e acquistata dai buyers.
Il ritorno di Tommy Hilfiger nella grande mela è stato sotto il segno dell’innovazione e della tecnologia, la sua collezione in collaborazione con Zendaya grazie ad un’applicazione poteva essere acquistata nel momento in cui sfilava in passerella creando così in tempo reale il proprio outfit, ma non è stata l’unica chicca tecnologica visto che trecentosessanta telecamere disposte in vari luoghi e angolazioni trasmettevano in diretta tutto quello che succedeva in passerella, ma anche nel backstage, nel front row e sul red carpet. La location scelta è stata l’Apollo Theater sulla 125th street nel quartiere di Harlem, uno dei templi della musica black americana, un luogo fortemente rappresentativo dove far sfilare la collezione di Hilfiger e Zendaya tutta incentrata sull’inclusione e sulle diversità di genere e status. Modelle di tutte le età, taglie (in passerella ha sfilato, tra le altre, la modella plus size Ashley Graham in dolce attesa) e colore hanno sfilato a ritmo di blues tra macchine d’epoca e scatenati ballerini portando in scena una collezione dal mood spiccatamente anni ’70 e i suoi capi più iconici quali i pantaloni a zampa, le camicie dai grandi colletti, i long dress, le stampe a pois, geometriche e pied-de-poule, i maxi orecchini a cerchio, i foulard i e i grandi cappelli, il tutto reinterpretato in perfetti capi sartoriali.
Il designer Tom Ford scende in metropolitana a due metri sotto terra in una stazione del Lower East Side di New York dove tra le rotaie in disuso ha fatto sfilare la sua collezione primavera-estate 2020 e “costretto” le sue ospiti a scendere sottoterra anche con i tacchi a spillo e tra le quali c’era anche la famigerata direttrice di Vogue America Anna Wintour. La collezione non contempla stampe, ma solo outfit in tinta unita anche di nuance vibranti con un occhio di riguardo al total white e total black, tanta pelle spalmata che diventa liquida, maxi gonne e camicie in satin, pantaloni morbidi, il tutto nell’ottica dello sportswear di lusso che secondo Tom Ford la moda americana è famosa in tutto il mondo.
Il designer Marc Jacobs sceglie l’enorme spazio (cinquemila metri quadrati) di Park Avenue Armory per presentare la sua coloratissima collezione dove modelle sorridenti (caso più unico che raro!) sono uscite tutte assieme per arrivare e mescolarsi tra gli ospiti seduti sulle sedie che hanno potuto quasi toccare con mano tutti gli outfit che hanno sfilato. Ho scelto l’outfit più emblematico perché racchiude tutte le peculiarità della collezione di Marc Jacobs: stampe coloratissime, volant, colori vitaminici, linee oversize. Certamente è una collezione per una donna che non ama passare inosservata, ma se assunta a piccole dosi può andare bene per tutte le donne, ma indossare gli outfit così come li ha concepiti il designer e che ho visto sfilare in passerella la vedo dura anche per una fashion addicted dura e pura.
L’ultimo giorno di fashion week newyorkese ha coinciso con l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York e forse è stato anche per questo triste anniversario che il designer Michael Kors ha scelto come colonna sonora della sua sfilata delle canzoni particolarmente patriottiche come “American Pie” di Don McLean e “America” di Simon and Garfunkel. La collezione di Kors ha come punto fermo l’easywear che diventa glamour e status symbol, anche nella collezione di Kors sono presentissime stampe a pois e pied-de-poule (grandi must have della prossima estate che si sono visti in quasi tutte le sfilate), ma anche stampe che riproponevano fiori, ancore e patriottiche stelle. La location della sfilata è stato il Garden Greenhouse a Brooklyn quasi a voler mandare un messaggio di dolcezza proprio in una giornata così triste per gli americani. Nella seconda parte della sfilata sono arrivati degli abiti in puro mood anni ’70 dai colori vitaminici, con volant e tante paillettes (altri must have per la prossima estate). La collezione del designer ha un sapore di lusso easy, dallo spiccato gusto americano, dalla grande portabilità che rimanda la voglia di divertirsi e sentirsi belle nel proprio outfit che sia al lavoro o per una sera speciale. E’ stata la collezione, a mio parere, più convincente e quella che conquisterà il cuore delle donne comuni come quello delle grandi star. Michael Kors con Raplh Lauren sono indubbiamente i vincitori della fashion week newyorkese, ora la palla passa all’eclettica e imprevedibile fashion week londinese.
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