NEW YORK FASHION WEEK COLLEZIONI FALL-WINTER ‘22/’23

Tanto bling bling poco fashion

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E’ stata la fashion week newyorkese a dare il via al fashion month dedicato alla presentazione delle collezioni per il prossimo autunno-inverno. E’ stata una fashion week che ha visto la presenza di pochissimi big del fashion system, dai fashion show con capienza ridotta, a causa del covid-19, con tanti fashion show in versione digitale e fuori calendario, con l’inevitabile “ripiego” sui designer emergenti per non soccombere definitivamente, anche se sono in molti, tra gli addetti ai lavori, a ritenere che New York non sia più una città strategica per il fashion system. L’assenza, quella che è stata un macigno sulla fashion week newyorkese, è stata quella del presidente del Council of Fashion Designers of America, Tom Ford (causa approvvigionamenti materie prime dovuta alla pandemia) e a ruota quella di Marc Jacobs, Rodarte, Pyer Moss, Thom Browne, il quale sfilerà il prossimo ventinove aprile e Boss che ha già sfilato, lo scorso dieci febbraio, a Dubai. I pochi big che hanno sfilato sono stati Carolina Herrera, Coatch, Tory Burch, Proenza Schouler e Michael Kors, l’unico vero big del fashion system che è rimasto a sostenere il made in USA. Nonostante il grande e glamour fashion show di Kors e la spinta della Direttrice di Vogue America Anna Wintour, la fashion week newyorkese è stata un flop sotto tutti i punti di vista: dal punto di vista del senso della moda, dal punto di vista delle presenze dei big, dal punto di vista della validità dei designers emergenti, dal punto di vista della mancanza di creatività. Quasi tutte le collezioni presentate hanno avuto come comun denominatore il bling bling, i fiocchi, i bustier, gli strascichi, la vita bassa (già lanciata lo scorso settembre dalla maison Miu Miu a Parigi), il cut-out, una voglia di over dressing, di outfit volutamente esagerati ed ostentati, una voglia matta di party dressing per vivere le serate più importanti e festaiole. Nella grande mela si ha voglia di lasciarsi alle spalle la pandemia e tutto ciò che ne è conseguito: la paura, l’apatia, l’incertezza, l’isolarsi, la tristezza, la comfort zone per riappropriarsi di se stessi, della gioia, della voglia di uscire, di socializzare, di dare libero sfogo alla propria personalità e fantasia.

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Ad aprire la fashion week newyorkese è stata la maison Proenza Schouler presentando una collezione che si è ispirata al settecento, ma epurandolo dal ridondante attraverso il rigore delle linee, della maglieria, della tinta unita, dello sportswear. Le gonne a sacco e gli abiti con panneggi riprendono i volumi delle sottogonne del settecento, i blazer dai tagli asimmetrici, i pantaloni ampi dalle linee morbide strizzano l’occhio allo sportswear. La palette colori ruota attorno a nuance neutre, anche l’uso del color blocking è declinato in versione soft, con l’uso di nuance neutre e in versione classica, con l’uso di black and white. Per Proenza il bling bling è discreto e prende forma nelle maglie a lupetto che vengono indossati con gonne rigorose nei colori e nelle linee, oppure enfatizzato da fluidi long dress in micro paillettes. Una collezione che ha saputo coniugare la voglia di splendere al minimal e allo sportswear tipicamente newyorkesi.

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La designer Tory Burch, nel giorno di San Valentino, ha presentato una collezione che è una dichiarazione d’amore a New York e alle mille donne che la popolano: la business woman, l’artista, la sportiva, la minimal-chic. Le spalle sono sempre strutturate, il punto vita segnato, i blazer decostruiti ed asimmetrici. Il mesh (rete) dress in versione sparkling viene sovrapposto sull’abito in jersey per affrontare la sera senza cambiarsi d’abito, serve solo avere gli accessori più cool. La tendenza mesh, che sia abito o pantalone, sarà un grande trend alert già per la prossima primavera da sovrapporre a pantaloni ed abiti basic. La palette colori è cromaticamente molto satura, il color blocking è strong per sottolineare una collezione decisa nelle linee e nel mood.

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E’ stato soprattutto con il fashion show di Carolina Herrera che il party dressing newyorkese ha raggiunto il suo apice. L’ispirazione sono gli outfit tanto amati alle donne dell’Upper East Side (quartiere della buona borghesia newyorkese) che si compiacciono e si ritrovano nel mood pop del colore, nei volumi over, nei maxi fiocchi, nelle stampe macro, negli scolli abissali, negli strascichi, nel bling bling, nel glamour retrò che ha reso grande il fashion made in USA.

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Per il fashion show della maison Michael Kors, quello più glamour, quello più american style, quello che ha ricordato gli show pre-pandemia, c’erano tutte le top model, tra cui Irina Shayf e Bella e Gigi Hadid, c’era un palco che ha visto esibirsi il cantante Miguel da quattro milioni e passa di followers su Instagram, c’era un front row di star, tra cui Brooke Shields e Blake Lively, c’era il sindaco seduto in prima fila che, alla fine dello show, ha dichiarato: “Kors fa così tanto per questa città che era giusto fossi qui ad applaudirlo”. La maison sceglie volutamente di sfilare la sera perché è la sera il momento più fashion della giornata, il momento più allegro e spensierato, il momento dove scegliere l’outfit per sentirsi speciali diventa “vitale”. Uscire nella grande mela è stato il fil rouge della collezione, non a caso le parole del designer sono state: “i vestiti sono tutto ciò di cui hai bisogno per fare un passo avanti, uscire e fare un ingresso”. Nel Terminal 5, l’iconico locale di Manhattan, ha sfilato una collezione stratificata da mood differenti, ha sfilato una donna che si destreggia, fashionisticamente palando, tra un long coat cammello e un long dress modello sirena bling bling, tra un maxi cappuccio e un maxi cut-out, tra nuance sofisticate come il cammello e il marrone a nuance metropolitane very strong come l’arancione, il fucsia, il blu elettrico, il giallo, tra il tweed, la flanella e le paillettes, i cristalli e preziosi ricami. Michael Kors sa benissimo cosa vogliono le donne della buona società americana e lo fa sfilare in passerella, interpretando perfettamente quello che adorano indossare quando decidono di andare a far festa.

T. Velvet

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