NEW YORK TRAVOLTA DALL’ “EFFETTO CIAMBELLA”

Secondo gli economisti americani si intravedono rischi concreti

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New York, cosmopolita per eccellenza, resta una delle metropoli più affascinanti del mondo, un set che non smette mai di ispirare scrittori e registi. New York raccoglie il meglio dell’arte, del design, dell’architettura e della musica di tutto il mondo. Luogo di sogni ed emblema del "nuovo mondo", New York è il simbolo del viaggio oltreoceano, dove si incontrano culture e stili diversi che ogni giorno si mescolano, nella sua frenetica e ricchissima quotidianità extra-ordinaria.

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Tutto sa di opulenza e ricchezza, negli immensi grattacieli, nelle larghe strade stracolme di auto e pedoni, sui ponti, tra le insegne luminose delle vetrine. E’ la Grande Mela, in cui chiunque di noi forse vorrebbe anche solo per un po’ di tempo andare a vivere, per approfittare delle occasioni che offre. E’ la città che non dorme mai. il luogo ideale dove vivere un’esperienza diversa e scoprire le sue più incredibili realtà caratterizzate da musei, parchi sconfinati, centri commerciali, locali di ogni stile e gusto in cui, da una settimana all’altra, nascono nuove idee, nuove tendenze, nuove mode che da qui si propagano nel resto del mondo.

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Non è un caso che Wall Street, la borsa di gran lunga più importante al mondo, abbia sede proprio a New York così come non fu un caso che l’11 settembre del 2001, gli attentatori suicidi scelsero le sue Torri Gemelle, come obiettivo per realizzare i loro piani sanguinari. Erano il simbolo economico di una città, che a sua volta rappresentava la supremazia occidentale nell’intero pianeta. Da un po’ di tempo, però, qualcosa a New York non va e non ci si riferisce solamente al boom di omicidi e criminalità che sta travolgendo la città ora più che mai, ma la metropoli vive un momento difficile anche sul piano economico: il tasso di disoccupazione si attesta al 7,6% contro una media nazionale del 3,8%. Per capire cosa stia accadendo, gli economisti dopo un’attenta analisi hanno comparato il tasso di occupazione prima della pandemia. Oggi il tasso di occupazione degli uffici a New York è del 36,5%. Era prossimo al 100% prima della pandemia. In altre parole, sono ancora tantissimi i lavoratori e i manager che lavorano da casa, magari proprio fuori città. Gli effetti si notano sul mercato del lavoro e anche la loro pesante ripercussione: occupazione in calo del 16,3% nel giugno 2021 rispetto alla fine del 2019 nell’area di Manhattan. Questo trend sta minacciando la piena ripresa economica di New York. Gli economisti lo chiamano “effetto ciambella”.Fino alla pandemia, c’era un’economia cittadina basata sul fatto che milioni di persone, tra cui numerosissimi colletti bianchi, si recassero quotidianamente al lavoro in centro per 5 giorni alla settimana. Nel frattempo, compravano da mangiare (ciambelle, ad esempio), usufruivano dei servizi in loco come palestra, parrucchieri, estetisti, ecc.

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Oggi, questa economia è venuta parzialmente meno. In smart working, molti lavoratori non stanno più spendendo in città come prima, in molti ne stanno approfittando per vivere fuori, in aree meno costose dell’America, magari anche solo a ridosso di New York. Anche se la pandemia prima o poi scomparirà del tutto, ci si augura, non sarà lo stesso per lo smart working, tanto che uno dei maggiori fondi immobiliari al mondo, Blackstone, sta vendendo uno dei suoi edifici a Manhattan, segnalando che anche dopo il Covid i lavoratori non torneranno del tutto in ufficio e questa sarebbe una tendenza sul lungo periodo, destinata a stravolgere le abitudini di consumo, di vita e persino in grado di far vacillare intere economie basate sino ad ora su pilastri inoppugnabili.

Anna Maria Stanca

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