NOVITA’ SULLA VICENDA ABBAS

Parla il fratello minore

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Nessuno riesce a rassegnarsi dinanzi a tanta brutalità, cercando in tutti i modi di far luce sul perché di tale omicidio. Per quanto ci sforziamo, tutto è confuso, incomprensibile, come se la morte di questa ragazza abbia riaperto una ferita tamponata marginalmente. Il tema religioso ha fatto molto discutere, ma un imponente interrogativo piomba sulla nostra mente: Quale religione può accettare tutto questo? Difficile, anzi impossibile, purtroppo la donna nel mondo islamico ricopre un ruolo marginale (inesistente ad essere sinceri). Eppure, gli opinionisti si dimenano alzando la voce come se fossero in tribunale. Attualmente, l’intera vicenda si focalizza sullo zio, indicato dagli inquirenti come il colpevole. Precisamente, nelle scorse ore sono emerse delle novità sulle indagini. Stando ad un riassunto della Procura di Reggio Emilia, lo zio Danish Hasnain è ricercato in tutta Europa.

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Nello stesso tempo, il comando dei carabinieri ha fatto trapelare alcune immagini di una telecamera di sorveglianza posta dietro l’abitazione di Abbas. Nel dettaglio, si notavano 3 uomini in data 29 aprile che gironzolavano nei paraggi, proprio dove si pensa che possa essere sepolta la ragazza. Le indagini proseguono senza sosta e le prime ricostruzioni non mancano. A parlare è il fratello minore di 16 anni, che avrebbe accusato lo zio Hashnain di aver ucciso la sorella perché si era opposta ad un matrimonio combinato. Saman aveva espresso più volte il desiderio di vivere all’occidentale, ma la cultura islamica imponeva altro. Tra i vari verbali emerge una dichiarazione shock dello stesso Hasnain: “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”.

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In principio si ipotizzava che la scomparsa della ragazza fosse riconducibile a una fuga o ad un sequestro. Le varie testimonianze di alcune persone vicine alla famiglia, sottolineavano quanto la ragazza fosse sofferente in famiglia, perché non poteva uscire e ne andare a scuola. In ultima analisi, si apprende sempre dai verbali, che la ragazza (parlando con il fidanzato) avesse intuito della volontà di ucciderla da parte di alcuni familiari. Per questo, nella giornata di ieri è avvenuta la prima audizione in tribunale davanti al gip a Reggio Emilia. Come ben sappiamo, il fratello accusa lo zio senza esitare, ma nello stesso tempo difende a denti stretti la famiglia. Le indagini si prospettano lunghe e tortuose, perché in questa storia emerge la drammaticità della cultura islamica. Pertanto, cambiare la mentalità è impossibile, soprattutto se si da un’interpretazione errata del libro sacro. Certamente, occorre infliggere una punizione esemplare per tali abomini.

Giuseppe Capano

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