NUOVI SVILUPPI PER IL PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANO
Inaugurate nuove centrifughe per l’arricchimento di uranio
La storia del programma nucleare iraniano comincia nel 1957 con l’Iran che firma un trattato con gli Stati Uniti per la costruzione di un reattore e la fornitura della quantità necessaria di uranio per il funzionamento dell’impianto. Inizialmente Iran e Stati Uniti sono più che concordi nell’utilizzo del nucleare e l’accordo sancisce un’amicizia diplomatica, destinata però a finire con il tempo.
Il primo reattore iraniano nasce nel 1967 presso il centro di ricerca nucleare di Teheran, ma l’anno dopo arriva uno stop con la firma del trattato di non proliferazione nucleare: un documento di 11 articoli che impone la fine delle armi di massa per l’Iran. Eppure l’Iran non si arrende, continuando ad investire sul nucleare tramite ingegneri che studiano in tutto il mondo; a partire dal 1970 il programma atomico riprende con enfasi ed entusiasmo per ampliarsi nuovamente. Questo è il momento di massimo pentimento degli Stati Uniti che rimpiangono l’aiuto dato all’Iran per la costruzione del nucleare temendo che il prossimo passo sia lo sviluppo di armi di massa. Nel 1979 peggiorano e terminano i rapporti tra gli Stati Uniti e l’Iran, intanto Khomeini blocca studi e ricerche sul nucleare; la rivoluzione islamica e la guerra con l’Iraq comporta dei regressi che pongono momentaneamente un punto, almeno fino alla costruzione del nuovo centro di ricerca a Isfahan nel 1984, dopo la sfida dell’Iraq sul nucleare.
Dagli anni ‘80 in poi la ricerca del nucleare in Iran decolla inaspettatamente anche e, soprattutto, grazie al supporto di Cina, Russia e Pakistan che incoraggiano e alimentano il settore. Nel 2000 gli Stati Uniti iscrivono l’Iran nella lista nera dei paesi, considerandoli terroristi a tutti gli effetti e scoraggiando anche l’Europa ad investirvi mediante delle sanzioni. Insomma, è l’era della guerra silente tra Iran e Stati Uniti; l’America cerca in ogni modo di disincentivare e osteggiare i rapporti degli altri Stati con l’avversario che, d’altro canto, persevera senza paura nella ricerca sul nucleare. L’Iran, inoltre, s’avvale dell’utilizzo di un altro centro di ricerche situato a Nazanz, secondo molti per incrementare lo sviluppo sul nucleare che procede nonostante le discordie. Infatti nel 2006 Ahmadinejad inaugura un nuovo reattore ad Arak, affermandosi aperto al dialogo con il mondo riguardo alle intenzioni sul nucleare con l’intento, comunque, di procedere nella ricerca; dopo le dichiarazioni contro l’esistenza dell’Olocausto di Ahmadinejad e l’odio nei confronti di Israele, si teme il peggio. Adesso l’ONU e il mondo cominciano realmente a temere l’Iran e le sue azioni politiche tanto da intimare la cessazione della produzione di uranio tramite delle sanzioni sempre più pesanti. Tuttavia, il presidente Obama, piuttosto che inimicarsi Teheran, preferisce tenerselo buono, tornando a dialogare con il paese per la questione del nucleare.
Ad oggi, il presidente dell’Iran inaugura una linea di centrifughe per arricchire l’uranio a Natanz, che continua ad essere prodotto al di là dei divieti imposti; Rouhani rasserena sullo scopo del nucleare e sulle effettive possibilità di utilizzo, essendo ancora lontani dall’uranio necessario per la realizzazione di una potenziale bomba atomica. Malgrado l’accordo del 2015 sul nucleare iraniano, gli studi e la produzione di uranio non cessano, tanto che già Trump si era scegliato violentemente contro l’Iran, buttando all’aria gli sforzi di Obama. Biden, invece, di fronte a dei cambiamenti, sembra disposto a dialogare proficuamente con l’Iran.
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